RicettErotiche /3

By Chef Domenico

Lo zafferano è l’elisir di lunga vita, ma anche una vera e propria pozione d’amore che accende la passione… Contrasta l’invecchiamento della pelle, favorisce la digestione e abbassa la pressione. Un vero e proprio elisir di lunga vita!

Avete sempre pensato che il peperoncino fosse l’unico afrodisiaco naturale al servizio delle vostre ricette? Certo che no! Gli attributi “stimolanti” dello zafferano, infatti, sono talmente noti da essere citati persino dalla mitologia greca.

Secondo la leggenda, il giovane Krokos e la ninfa Smilax si innamorarono; purtroppo Krokos era un mortale e Smilax una semi-dea e pertanto il loro amore era proibito. Come nelle migliori favole, tuttavia, gli dei furono mossi a pietà, e trasformarono la ninfa in una pianta di salsapariglia e il giovane nel fiore Croco dal quale si ricava lo zafferano. Così gli innamorati poterono finalmente essere vicini.

E quindi perché non svelarvi i trucchi di un golosissimo risotto allo zafferano?… forse l’espressione più conosciuta di questa spezia.

Questo contenuto è riservato a un pubblico adulto. Proseguendo nella lettura dichiari di avere almeno 18 anni.

Ingredienti per 4 persone

250 gr riso; brodo vegetale per bagnare il riso; vino bianco per sfumare; 50 gr di parmigiano; 50gr di burro; olio per il soffritto; ½ cipolla bianca (o in alternativa io preferisco lo scalogno più delicato).

Preparazione

La ricetta per un risotto penso che sia conosciuta quasi alla totalità delle persone che si imbatteranno in questa rubrica, il mio scopo è quello di svelarvi i piccoli trucchi, le accortezze per avere un risultato eccellente.

Iniziamo con il soffritto, lo scalogno deve essere tritato finissimo, insomma quando pensate sia fino abbastanza tritatene ancora per un po’.

Ritengo insopportabile mentre mangio una bella forchettata di riso sentire sotto i denti distintamente un pezzo di cipolla o scalogno che sia.

In alternativa mi piace anche tagliare le cipolle fini e farle appassire in padella con dell’olio a fuoco estremamente lento in modo da non farle colorire, frullare il tutto e evitando il soffritto iniziale aggiungere un cucchiaino di questa crema in mantecatura.

Effettivamente dopo tutti quei minuti di cottura del risotto il supposto arricchimento di sapore che vogliamo dare col soffritto forse si è un po’ perso, non pensate? Così invece quel tono delicato di cipolla rimarrà in un accompagnamento perfetto.

Proseguiamo ora con la tostatura del risotto. Anche questo passaggio è fondamentale per la riuscita del risotto perfetto.

Mettete il riso in pentola e giratelo spesso fino a quando la sua temperatura sarà troppo calda per tenerlo in mano, attenzione a non bruciarvi ovviamente e sopratutto a non far bruciare il riso nella pentola!

Questo passaggio fisserà l’amido nel chicco e non lo farà uscire in cottura.

Ora sfumate con del vino bianco, dovete sentire subito il rumore dell’evaporazione, un leggero sfrigolio, segno che l’alcool sta evaporando, il vino sta apportando il suo sapore e la sua nota acida e allo stesso tempo non sta penetrando nel chicco (cosa che accadrebbe se la pentola non fosse calda a sufficienza).

Quando siete certi che tutto il vino è evaporato procedete a bagnare con la prima mestolata di brodo.

Le scelte sono 2: o mettere il sale direttamente nella pentola del risotto o salare il brodo (io intendo sempre un brodo vegetale preparato un’oretta prima da voi stessi…1000 volte meglio buttare in una pentola d’acqua fredda una carota, poco sedano e una cipolla e lasciare bollire per qualche tempo invece di quei dadi che uniformano i sapori di tutte le pietanze), in questo secondo caso attenti a non farlo ridurre perché la concentrazione di sale sarebbe elevata e il vostro prodotto finito risulterebbe salato.

Non mettete troppo brodo per volta, mi hanno sempre insegnato di far “bollire a secco” i risotti, penso di aver reso l’idea non trovate?

Quando vi chiederà altro liquido voi glielo darete e via così fino a cottura.

Il gusto. Cioè quello di cui volete il risotto sappia. Nel nostro caso lo zafferano.

Molti lo mettono fin da subito convinti che il colore rimanga più uniforme, niente di più sbagliato. Non cuocetelo troppo, inseritelo a ¾ minuti dalla mantecatura, il colore sarà uguale e il profumo rimarrà di gran lunga più intenso.

Ultimo passaggio: la mantecatura.

Questo determinerà la cremosita del vostro risotto, il trucco per avere il cosiddetto ‘risotto all’onda".

Spegnete il fuoco quando sentite che il risotto ha bisogno ancora di un minuto di cottura, aggiungete il parmigiano grattugiato e il burro a piccoli pezzi, importante che sia freddo di frigo perché la mantecatura sia ottimale. Mettete il coperchio e lasciate riposare 1 minuto.

Un mio collega mi diceva sempre “l’hai stressato per tutto quel tempo, fallo riposare un attimo vedrai la differenza”.

Passata questa piccola pausa con un mestolo girate energicamente creando l’emulsione dei grassi con i liquidi o per dire più semplicemente quella cremina che ci piace tanto.

Non dimenticatevi di assaggiare prima di servire, controllate che sia salato giusto e, nota importante, verificate che ci sia una minima tonalità acida (se vedete che non c’è aggiungete un cucchiaio d vino o un cucchiaino di aceto bianco, potrei immaginare faccia allibite a queste parole dall’altra parte dello schermo ma fidatevi di me), in questo modo il vostro risotto sarà molto più gustoso.

Non vi resta che mettere nei piatti e stupire i commensali.

Un saluto a tutti e alla prossima!

Risultato

Un risotto allo zafferano veramente ben fatto, dovrebbe avere un sapore simile a questo…

[Photo credit]

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