Maddalena

di Ks63 (kaisersose1963@gmail.com)

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“Raccontami in quale posto particolare sei riuscito a farlo o vorresti farlo…”

Si tratta di un mio racconto che ho pubblicato su un altro sito di racconti nel Maggio del 2006 con un altro pseudonimo.

***

Di Maddalena ricordo sostanzialmente due aspetti: il suo sguardo malizioso e il suo esibizionismo che ci portava ad assumere comportamenti al limite della decenza.
Lavoravamo entrambi presso una nota catena di fast-food lei giunta da poco con incarichi amministrativi. Era l’estate del 1998 e per qualche settimana il rapporto fra noi era il classico che si può instaurare fra due colleghi.
Maddalena, all’epoca trentatreenne, era alta circa uno e settantacinque, capelli corti e neri, un fisico mediterraneo asciutto ma non troppo, con tutte le curve giuste al posto giusto, proprio una bella ragazza.


Maddalena era però anche impegnata con un quarantenne, quindi, tutti gli scapoloni del locale dopo l’entusiasmo iniziale della nuova arrivata l’interesse era scemato e solo il sottoscritto aveva rapporti più stretti dato che ero il responsabile del punto vendita.
Una normalissima mattina, mentre assieme stavamo controllando l’amministrazione della giornata precedente, Maddalena mi guarda e lancia l’interrogativo.
– Posso farti una domanda ?
– Dimmi pure Margherita ? – come scherzosamente la chiamavo.
Mi guarda con quegli occhi maliziosi e mi chiede,
– Qual è il posto più strano dove lo hai fatto? E sorridendo rimane in attesa della risposta.
Fra le migliaia di domande che mi sarei aspettato, certamente quella non era affatto in elenco perché il rapporto, anche se amichevole, non era mai sfociato in battutine o ammiccamenti, quindi la guardo come un ebete, con in mano diversi milioni in lire che stavo conteggiando e il calcolo che se ne era andato a puttane e riesco a balbettare la più classica delle parole che si dicono in questi casi.
– Scusa ?
Mi sorride, rendendosi conto del mio imbarazzo e abbassando la voce mi sussurra.
– Si, dai. Raccontami in quale posto particolare sei riuscito a farlo o vorresti farlo. Dai sono curiosa.

Il fascino una persona per quanto bella, elegante, curata possa essere o lo si ha o non lo si ha. Maddalena in quel momento, in attesa di una mia risposta ne emanava a tonnellate.
Ricordandomi di una situazione precedente con una mia ex inizia a raccontargliela.
– Un giorno passando davanti la porta della cucina mi sono accorto che Patrizia, la mia ex, era affacciata alla finestra. Indossando una gonna abbastanza corta e stando con i gomiti appoggiati al davanzale, l’indumento metteva in mostra un bel paio di autoreggenti nere. Patty sapeva che mi facevano arrapare, quindi, era il segnale che voleva combinare qualcosa. E perché non ora ?

Mentre raccontavo osservavo Maddalena che stando molto attenta seguiva con interesse la storia.
– E che hai fatto? – Mi domanda.
– Sei sicura di volerlo sapere ?
Gli rispondo, prima per avere la certezza di non passare per porco e poi sempre per la certezza di non perdere il posto di lavoro a causa delle curiosità di una cretina.
– Si raccontami dai.
– Allora, mi avvicino a Patrizia le metto le mani sui fianchi e la bacio sul collo, il tutto sempre stando in finestra, ed iniziamo le classiche effusioni che posso scambiarsi due innamorati. Nel frattempo avvicino il bacino al suo culo e gli faccio avvertire fra la stoffa dei rispettivi indumenti il mio desiderio. Con una mano scendo sulla sua gonna, la alzo, e accarezzando la calza giungo fino alla fine, incontro il perizoma, lo scosto, mi ci intrufolo ed inizio a masturbarla.
A questo punto Maddalena mi interrompe.
– Ma non vi vedeva nessuno ?
– Certo che ci vedevano ma si poteva solo pensare a due ragazzi in finestra che si baciano e che osservano il panorama non a due che da li a pochi minuti si sarebbero fatta una vera e propria scopata.
– Te la sei scopata in finestra ?
– Perché che pensavi, Maddalena, che mi sarei accontentato di fargli un ditalino e basta. Tanto non ci avrebbe visto nessuno. Gli ho alzato la gonna, spostato il perizoma, e da dietro, come se nulla fosse, l’ho penetrata.
Un paio di minuti di colpi ben assestati, lo sguardo vitreo nel vuoto, due sorrisi idioti stampati in volto, tanto per non destare sospetti e gli vengo dentro copiosamente. Lei, per una volta non grida come un?ossessa e si abbandona sulla finestra con un gemito trattenuto a stento.
Maddalena continua a guardarmi estasiata.
– Ti posso confessare una cosa? Ebbene è il mio sogno essere presa in finestra e non l’ha mai fatto. Tante volte in macchina, una volta in treno, nei bagni di un autogrill, ma mai in finestra.

Mentre lo raccontava mi rendevo conto che Maddalena mi stava confessando le proprie voglie, i propri istinti sessuali e mi stava rendendo complice e partecipe di un qualcosa che per il momento ancora non conoscevo, un aspetto del suo carattere, del suo essere esibizionista che nei giorni seguenti avrebbe stravolto la mia attività lavorativa.

L’indomani mattina alle 7.30 apro il locale e sbrigo diverse incombenze. Verso le otto arriva Maddalena già in tenuta da lavoro ed essendo estate con un paio di scarpe alte con i tacchi, di quelle che lasciano il tallone scoperto. Ovviamente non avrebbe potuto tutta la giornata stare con quelle, quindi, si siede su una delle sedie dell’ufficio e guardandomi con la migliore delle facce da troia che si poteva mettere, si toglie una scarpa, poggia il piede sul blocco della cassaforte, si tira su i pantaloni fino al ginocchio e mi sussurra ?
– Non sono autoreggenti, sono gambaletti che uso solo per lavoro, ma guarda come me li infilo bene.
E così dicendo inizia ad indossare la calza con quelle movenze e quei ammiccamenti degni di una spogliarellista del Moulin Rouge.
Quando ha terminato ho il cazzo che mi scoppia nei pantaloni, lei se ne accorge, ride, si alza dalla sedia e visibilmente sculettando lascia l’ufficio.

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1 Comment

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