Una finestra /2

di Cigno

Capitolo 2

Una finestra sui capricci

– Un libro

Stupido pervertito. Sei solo uno stupido pervertito. Posa la ciotola nel lavello.

Alzati.

Guarda che fare due passi in giro per casa non è reato. Non c’è poi tanto caldo.

In realtà c’è un po’ di caldo.

Apri la finestra e fai cambiare l’aria. Visto che bella giornata? Potresti approfittarne per fare una corsetta o vedere gente.

O studiare. Non ti togliere i pantaloncini. Non guardarti l’uccello. Non. Guardare…Ok, distogli lo sguardo. Basta guardare il tuo pene! Finiscila! E’ un po’ barzotto ma puoi ancora evitare di indurirlo.

Tienilo così. Bene. Non ti toccare. Siediti sul divano.

Leggi! Ecco quello che puoi fare. Girati intorno. Cerca quel libro che avevi iniziato. Dov’è?

E’ lì, su quella mensola. Ce la fai a raggiungerlo senza doverti alzare dal divano?

Uno sforzo. Allungati. Allungati! Ancora un po’. L’hai preso!

Bravo. La Maglietta si è alzata e ha mostrato la pancia da birra. Tranquillo, nessuno ti può vedere.

O forse si?

La finestra che hai aperto prima. Oh, ma tanto nessuno è affacciato. E poi non sei così grasso.

Non ti guardare il pacco.

Leggi.

“L’influenza di Sizer spiegherebbe bene la ferma conclusione di Harlow, secondo cui il comportamento di Gage era cambiato a seguito di una specifica lesione cerebrale e non per una generica reazione all’incidente.”

Ti prude l’uccello. Rimani concentrato. Leggi ancora.

No, tieniti il prurito.

No. Non ti toccare.

Ok, ma grattati solo una volta. Sistema l’elastico del pantaloncino.

No, non lo fare. Non inserire la…. ok, tira fuori la mano. Stai leggendo un saggio sulle neuroscienze, non puoi sgrullarti. Ok. Adesso che hai sistemato le palle puoi tirare fuori la mano. Si, sono un po’ sudate, è normale. Hai ancora indosso i pantaloncini.

No. Non puoi toglierli. Sei seduto sul divano a leggere e devi concentrarti sulla lettura. Inoltre non puoi stare in mutande con la finestra aperta.

Puoi? Non puoi. Non devi. Non ci pensare.

Ma sul serio ti sei grattato l’uccello e le palle con la finestra aperta? E se qualcuno ti vedesse?

Sbattimi l’uccello in faccia. Fammi succhiare le palle.

Succhiare le palle.

Succhiare.

Palle.

No. Non ti eccitare. Non è il momento. Devi disintossicarti. Stai leggendo un libro che parla di lesioni cerebrali e tu sei intenzionato a goderti una mattinata di cultura.

Non pensare al caldo! Non pensare ai testicoli adesi alle tue cosce.

Non pensare al tuo pene che cresce. No, non sta crescendo. Non stai pensando a robe zozze.

Sega. Segati qui, ora.

Adesso. Prendilo in mano e trastullalo. Fatti una sega.

– Un calore

No, stupido pervertito di merda. Convinciti che non lo vuoi.

Non guardare fuori dalla finestra.

Non puoi vedere chi è affacciato. Non ce la fai. Non riesci a vedere gli altri balconi.

Questo non significa che non vedano te. Ti si può vedere dalla cintola in giù. La finestra è posizionata esattamente in modo da far vedere che tu sei semi-sdraiato sul divano. In pantaloncini, mentre leggi un libro e ti massaggi l’uccello.

Non ti massaggiare l’uccello. Stacca quella mano dal pene. No. Non tenerla sul pacco. Non fare su e giù. Non te lo carezzare. Non si fa così. Ok, è duro.

Coprilo. Non far vedere che sei eccitato. Cosa direbbero i vicini se vedessero che sei eccitato?

Cosa direbbero?

Già. Cosa direbbero? Perché dovrebbero dire qualcosa?

Sei a casa tua, nella tua intimità! Dovresti tenere l’uccello libero, altro che pantaloncini!

Togli questi cazzo di pantaloncini di merda.

No. Non toglierli. Non ti mostrare nudo con la finestra aperta. Non farti denunciare.

Non toccarti, cazzo. Ti possono vedere.

Oddio, questa erezione è sconvolgente. La tua frequenza cardiaca è aumentata. Senti le palpitazioni? Le senti eccome!

Perché non pensi alle succulenti bocce della tua ex? Perché non stai pensando a qualche bel filmato porno HD di ragazze in leggins?

Segati. Fallo!

No. Ferma un attimo, rifletti.

Sei seduto sul divano della cucina. La finestra è aperta. E’ giorno ed è una bella giornata. Una giornata autunnale dove tuttavia fa ancora piuttosto caldo.

Guardati intorno. La cucina è silenziosa. I rumori che provengono dalla strada distolgono da qualsiasi cosa possa avvenire all’interno della tua cucina.

Hai di nuovo la mano sul tuo uccello. Stai sudando.

Le palpitazioni sono costanti e tu senti caldo. Hai il pene in erezione e sai che devi tirarlo fuori.

Non farlo. Se vuoi segarti vai in bagno. O in salone. O in stanza.

Non davanti la finestra.

Non puoi stare nudo davanti la finestra della cucina. La cucina si affaccia sul cortile del condominio. I condomini possono uscire fuori in balcone e vedere te che ti trastulli.

Non ci pensare. Non ti trastullare.

Non devi toccare il tuo pene. Leggi il libro. Tieniti stretto quel cazzo di libro.

Cazzo.

Squirting. Pompino.

Lo stai facendo di nuovo. Permettimi di suggerirti che qui il depravato sei tu. Continui a non ascoltare la tua coscienza che ti parla e ti suggerisce di infilare quella bella lingua tra le grandi labbra di quella bionda dal nome strano che hai conosciuto in Germania.

Tamara?

Shermay?

No. Non ti fare condizionare. Sei più forte di così.

Chi ti sta vedendo? Qualcuno è affacciato?

Alzati. Va a controllare la finestra.

– Un sorso d’acqua

Ok. Appoggiati con i gomiti alla finestra. Scruta un po’ il cortile.

Sputa giù. No non farlo! E’ maleducazione. Cazzo. Sputare è volgare.

Sputerei tra quelle chiappe succose.

Fermo. Girati. Bevi un po’ d’acqua. Hai la gola secca, il cazzo duro e le palpitazioni. Sudi e c’è caldo.

Torna alla finestra. Tieni la bottiglia in mano, non la posare. Potresti avere ancora voglia di bere.

Bevi. Tieni l’acqua in bocca. Inghiotti.

Hai inghiottito facendo rumore.

Riprova senza fare rumore. Così va meglio. Bevi un altro sorso.

Non hai più sete. Che fai? Non la buttare di sotto. Non lo fare.

Non ti vede nessuno? Fallo!

No. Non dovevi farlo. Fermati. Ecco, bravo. Ti sei sbrodolato tutta l’acqua di sopra. Il resto è andata giù nel cortile.

Cazzo, e se passava qualcuno di sotto?

Qualcuno ti ha visto? Sembra che nessuno sia affacciato.

Sei uno stupido rincoglionito depravato.

Bevi un altro sorso d’acqua. Tienilo in bocca.

Tieni l’acqua in bocca. Tieni la sborra in bocca. L’acqua. La sborra.

Butta l’acqua di sotto. Fai colare l’acqua silenziosamente dalla tua bocca. Osserva se qualcuno si affaccia.

Nessuno è affacciato. Nessuno si aggira lungo il cortile. Finiscila di giocare con l’acqua.

Stai fermo lì, guarda il cortile. Guarda gli altri balconi.

Osserva. Nessuno fa le pulizie mattutine? Strano.

Senti quel rumore di battipanni? Girati. Eccola! La prima persona ad affacciarsi. Neanche ti vede.

Riesci solo ad osservare il movimento ritmico del battipanni.

Dammi pacche sul culo. Forti. Fammelo diventare rosso.

Non ci pensare. Osserva quella donna che sbatte i tappeti. Chi è? La conosci? E’ anziana? E’ giovane?

Porta i leggins? No. Vedi a malapena un braccio che percuote i tappeti.

E’ meglio lei che sbatte e fa cadere la polvere giù in cortile o te che sputi acqua giù nel cortile?

Sembra che abbia finito coi tappeti. Puoi girarti e cercare altro.

Guarda quella porta-finestra dell’appartamento di fronte al tuo. E’ chiusa con la serranda abbassata.

Non è abbassata del tutto. C’è una zanzariera. Non riesci a vedere nulla oltre quella zanzariera.

Forse ci vorrebbe una zanzariera anche in questa tua finestra.

Forse tu potresti vedere fuori senza che gli altri possano vedere dentro. Sembra una cosa davvero geniale.

Compra una zanzariera e tappezza casa. Chi mai dovrebbe voler vedere cosa fai in cucina?

In pantaloncini, con l’uccello teso.

Cazzo, il tuo uccello! E’ ancora teso. Meno di prima. Si vede dalla finestra da cui ti affacci? No. Sembra coperto dal muro. Alza lo sguardo, riesci a vedere qualcuno ai piani superiori del palazzo di fronte? No. Sembra tutto tranquillo. Riescono a vedere il tuo pantaloncino? Forse. Ma dovrebbero sporgersi e indirizzare l’attenzione verso di te. Vedresti se lo facessero.

Fallo. Togli quei cazzo di pantaloncini.

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