Peccato

di semplicemente

Sono su di te. Esploro ogni centimetro della tua epidermide con la
bocca. Assaporo il sapore della tua pelle. Inalo il tuo profumo al
patchouli.
Schiudo le labbra sul tuo orecchio, ti sussuro frasi impronunciabili,
aberrazioni. Scendo con la lingua sul tuo collo ,disegno piccoli
cerchi,ti mordo. Lambisco la tua carne e mi sento avvolta dal tuo
sensuale, maledetto, dannato respiro.
-“ Non possiamo ”-
– “ Perché?” –
-“ Mi devo sposare, lo sai.”-
-“ Lo so. ”
-“Non ti resisto.”-
-“Non devi farlo.”-

Mi dirigo verso il computer e cerco QUELLA canzone. “ Blue foundation-
Eyes on fire ”. La trovo e clicco play. La melodia mi trascina con sé .
Mi illumino. Cammino verso di te , sei seduto sul letto. Hai i capelli
scompigliati e la camicia mezza sbottonata. Dal pc i blue foundation
cantano: “…One more word and you won’t survive …”.
Ti afferro il mento, ti guardo cercando di essere più donna possibile.
Ti supplico di non andare via, in silenzio. Mi sfiori la mano con le
dita. -“ Sei audace ”.
….“ I won’t soothe your pain  ,I won’t ease your strain ,You’ll be waiting in vain…I got nothing for you to gain…”
La canzone mi aiuta ad essere forte. Prendo il tuo pollice e me lo porto alla bocca succhiandolo… bramandoti.
…“ I’m taking it slow  ,Feeding my flame ,shuffling the cards of your
game.And just in time, in the right place,suddenly I will play my ace ”.

Mi sto prendendo davvero il mio tempo , ti lecco le dita con calma,
lentamente. Tu mi guardi fisso , mi inginocchio ai piedi del letto, fra
le tue gambe. Ho in bocca il tuo dito medio,lo faccio scorrere tra le
labbra ormai rosse e gonfie.
-“ Mi stai torturando. Mi stai lacerando l’anima. Ardo di desiderio , voglio entrare dentro di te e non uscirne più”-
Mi alzo e mi metto al tuo fianco , mi scosti i capelli dal viso e mi dai un piccolo , casto bacio sulla fronte.
Ti prendo il viso tra le mani e ti bacio con foga, urlandoti contro la
bocca , mentre le lacrime sgorgano. Ti odio, ti ho odiato dal primo
momento in cui ti ho visto. L’alchimia sacrilega che ci unisce mi
conduce ogni notte nel tormento perenne di Morfeo, mio eterno nemico. Ti
tiro i capelli, biascico insulti confusi ed inutili, ci baciamo con
violenza; mi afferro ad ogni specchio possibile che mi porgi per farmi
cadere nel baratro. E dannazione, io nell’ oblio mi ci voglio perdere;
ma con te.
“…Eyes on fire, your spine is ablaze;felling any foe with my gaze…”
Mi pieghi a 90 °e percorri la mia spina dorsale con l’indice fino ad
arrivare all’entrata della mia vagina. -“ Sei calda,
bagnata,accogliente”.
Inarco la schiena per venire incontro alla tua mano che intanto si è
intrufolata dentro me con un dito e mi giro a guardarti. Occhi negli
occhi. In fiamme… come dice la canzone.
La masturbazione è sensuale e devastante . Fai roteare il dito e lo
spingi contro le pareti del mio sesso. Il respiro di entrambi diventa
affannato, pesante. Mi si arrossano le guance e inizio a gemere dapprima
in modo sommesso e poi più forte. Mi allarghi le natiche con l’altra
mano e ti sento dire qualcosa circa la rotondità e la pienezza del mio
sedere… non ci faccio caso . Ti fermi , mi fai girare e mi sdrai. Tu
continui a toccarmi e a penetrarmi mentre spalanco le cosce.
Sono di nuovo vittima di te. Della tua passione. Della tua esperienza. Dei tuoi anni in più.
Decido di uscire da quella valle maledetta che è la cupidigia  e mi
metto di fronte a te , porto alla bocca colui che ha profanato la mia
intimità in modo così sfacciato.
“…Steadily emerging with grace…”
-“ Meglio toglierti l’odore del peccato dalle mani… prima che la tua futura sposa possa accorgersene”.

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