Storia di una moglie fedele-1

Di Araldo della Lussuria

Puoi contattare l’autore a: bullatipico@hotmail.com

Era un po’ di tempo che non vedeva suo marito così eccitato. Quello era solo un hobby per lui ma sapeva bene che aspirava a qualcosa di più. Paolo era una persona con delle ambizioni, con fiuto per i soldi ma non era cinico. La amava, di questo era sicuro. Lavorava per un’importante banca del nord Italia con funzione di quadro intermedio, aveva sotto di sé una piccola squadra di persone. Chiaramente c’era gente più ricca, più potente ma per lei, figlia di emigrati serbi, era come sposare un calciatore di serie A. Anche lei era ambiziosa ma non senza valori, non era come quelle puttanelle opportuniste che si vedevano, pronte a fare qualunque cosa e stare con chiunque in base al conto in banca. Certo non bastavano due cuori e una capanna, quelle fantasie adolescenziali da “l’importante è amarsi, il resto non conta” non l’avevano mai sfiorata. E quindi aveva conosciuto lui, bello, intelligente, romantico, con un buon posto e aveva trovato la quadratura del cerchio, l’ambizione si era unita all’amore in maniera perfetta. Il suo passatempo come lo chiamava lui era compra-vendita di quadri. Certo, non di artisti milionari, ma quello che sfugge ai più è l’incredibile sottobosco di artisti più o meno famosi e l’incredibile giro d’affari che generava. Lui era appassionato, lei no. La annoiava terribilmente. Fossero stati gioielli, vestiti o macchine ma… no. Quadri. Vabbè, lo accettava, quell’hobby gli faceva guadagnare quell’extra così che a lei non mancava nulla, dalle borsette alle vacanze eleganti una volta all’anno. Avevano comprato un appartamentino nel centro città, 100 metri quadri, moderno, recentemente rinnovato, 4 stanze e con bella vista. Ogni tanto quando entrava in casa e la trovava in ordine, pulito e profumato, con i mobili di buon gusto ripensava a dove era nata e cresciuta, in un casone popolare dove aveva condiviso la sua camera con le sue tre sorelle fino ai 20 anni. Aveva avuto la gran fortuna di essere bella, magari il viso un po’ troppo duro come molte ragazze slave ma un gran bel corpo: seno abbondante, sedere sporgente ma sodo, non un filo di cellulite, pancia piatta, lunghi capelli castani e occhi scuri. Ma nonostante la bellezza non aveva mai pensato di sfruttarla per togliersi dalla miseria, di vendersi. Solo in un’occasione, su insistenza di un’amica, aveva posato per un catalogo di abiti da sposa, ma l’esperienza come modella non le era piaciuta per nulla. Fotografo nervoso, posizioni impossibili da mantenere. No grazie. Avrebbe raggiunto il benessere economico ma non grazie al suo corpo. E così, a 22 anni, conobbe Paolo, di 3 anni più vecchio di lei. Si trovarono subito, caratteri simili, belli, ambiziosi e così si innamorarono. Adesso ne aveva 32 e tra poco avrebbero festeggiato il 6° anno di matrimonio assieme e già parlavano di fare famiglia assieme. Già immaginava 2 bambini, piccoli e felici, la cui infanzia non sarebbe stata di privazioni come la sua.
Il marito era davvero galvanizzato, oggi avrebbe conosciuto un nuovo cliente, Andrea, che intendeva comprare quadri. Sapeva poco di lui, l’aveva conosciuto tramite un amico e gli aveva fatto un’ottima impressione. Educato e cordiale, aveva fatto i soldi investendo in borsa e in proprietà immobiliari e l’amico comune li aveva messi in contatto visto che voleva diversificare il suo patrimonio investendo anche nell’arte. Lui era ricco, decisamente ricco a detta del marito, ma non quella ricchezza pacchiana da sbattere in faccia a chiunque. Era un torrido pomeriggio estivo ma suo marito si era comunque messo la migliore camicia che aveva e dei jeans lunghi. Lei era rimasta più informale ma non priva di eleganza, un ampio vestito a tema floreale che arrivava fino al ginocchio e con una scollatura abbastanza profonda da mostrare una buona porzione di seno. Suonarono al campanello e il marito andò ad aprire. Il primo impatto fu quello di un bel uomo. Alto, spalle larghe, mascella squadrata, capelli corti quasi rasati. Lo sguardo era simpatico, occhi blu scuro, magari gli occhi un po’ troppo incavati ma gradevoli alla vista. Il fatto che quando si presentò, i suoi occhi non si soffermarono sulla sua scollatura come succedeva con gran parte degli uomini le diede un misto di ammirazione e fastidio ma l’impressione generale fu molto positiva. Conversarono di banalità per una mezzoretta come era solito fare suo marito con i nuovi clienti per conoscersi. Educato e gentile proprio come diceva il marito. Infine, passarono agli affari e il marito si alzò per prendere il tablet dove teneva le fotografie dei quadri lasciandoli. E li successe qualcosa, un cambiamento nello sguardo di Andrea che la mise a disagio facendole gelare il sorriso che aveva tenuto fino ad allora. Non disse nulla, non la guardò in maniera volgare, ma rimasero in silenzio per una decina di secondi fissandosi negli occhi. Il suo sguardo era magnetico e le fece accelerare il battito cardiaco, non sapeva dire cosa era successo ma qualcosa scattò in lei. La prima reazione fu quasi di rabbia per quanto immotivata. Come osava quello sconosciuto guardarla così? Ma così come? Non capiva ma c’era qualcosa di estremamente sbagliato in quello sguardo, qualcosa di osceno, bestiale, lussurioso. Era stata guardata in ogni modo da ogni tipo di uomo, dall’adolescente al vecchietto ma nessuno l’aveva causato quel misto di rabbia e rimescolamento delle viscere. Fortunatamente arrivò il marito a cavarla d’impaccio. Gli sguardi si incrociarono di nuovo ma era tornato quello di prima, un simpatico e cordiale ragazzo. Si congedò lasciando i due uomini agli affari. Dopo un oretta Andrea si congedò, si diedero appuntamento per 2 giorni più tardi per cena, avrebbe offerto lui, per concludere il primo di una lunga serie di affari. Diana lo salutò e i loro sguardi si incrociarono nuovamente ma di quello sguardo animalesco nessuna traccia.
Il marito era euforico, Andrea sarebbe stata la sua gallina dalle uova d’oro, aveva già praticamente piazzato un quadro da quasi 20000 euro e si era detto interessato ad un altro set completo. Finalmente avrebbero fatto il salto di qualità! Paolo le sventolò in faccia una vita di lusso, di vero lusso, vacanze alle Maldive, completi di Chanel e gioielli. L’euforia contagiò anche lei, si lasciò trasportare dal buon umore di quel sognatore del marito. Ma qualcosa, in un angolo recondito del suo cervello la turbava. Non aveva dimenticato quello sguardo che Andrea le aveva lanciato. Finirono per scopare. Perché di questo si trattava. Scopare. Suo marito di solito la prendeva 2 o 3 volte a settimana e non in maniera particolarmente fantasiosa, quasi sempre alla missionaria. Dopo quasi 6 anni di matrimonio ne era comunque contenta, aveva amiche che erano felici se succedeva una volta al mese e altre (con sua somma disapprovazione) si erano trovate semplicemente un amante. Il marito era davvero galvanizzato. Quella volta l’aveva presa a pecora sul loro letto matrimoniale, sollevandole il vestito. Lei non aveva tanta voglia a dire il vero, faceva troppo caldo e aveva un po’ di mal di testa ma desiderava fare felice il marito. Lo sentiva sbuffare e gemere dietro di lei in maniera quasi comica. Stava già pensando a cosa fare per cena quando qualcosa di attivò nel suo cervello. Pensò ad Andrea. Ricacciò subito in dietro il pensiero infastidita. Ma come spesso capita quando non si vuole pensare a qualcosa la sua mente tornò su di lui. Alle sue spalle. Alla sua voce. Sentì di nuovo quella morsa allo stomaco e inavvertitamente cominciò a spingere in dietro il suo culo, partecipando al movimento del marito. Merda. Cosa stava facendo? Ripensò al viso di Andrea. Alla sua mascella così forte, alla barba corta. Gemiti cominciarono ad uscire dalla sua bocca e la morsa allo stomaco si fece più forte. Immaginò che dietro di lei non ci fosse suo marito ma Andrea, che la scopava con forza. Iniziò a gemere forte, tanto che il marito si eccitò ulteriormente aumentando il ritmo della scopata. Sentiva l’orgasmo avvicinarsi pericolosamente, sentiva i suoi movimenti farsi più convulsi. Non voleva, non voleva godere. Non era giusto, non le era mai capitato di pensare ad un altro uomo. Stava per arrivare al momento di non ritorno. E infine ripensò allo sguardo, quello sguardo perverso, animalesco, di lussuria pura. E scoppiò. L’orgasmo la travolse con una violenza inaudita. Urlava, ansimava, si aggrappò in maniera feroce alle lenzuola gridando tutto il suo piacere. Quasi non si accorse che pure il marito, davanti a quell’eccitantissima scena, le sborrò dentro. Con senso di colpa pensò che difficilmente sarebbe venuto se avesse saputo per quale motivo era venuta in maniera così intensa.

 

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