Ascolta la mia voce

di Nora

“Adesso lasciati andare, molla ogni freno, fatti trasportare
dall’orgasmo… così… brava…bravissima…”. La donna si lascia travolgere
dagli spasmi dell’orgasmo, tutto il suo corpo si irrigidisce, freme e
trema in preda ai brividi. Un sommesso e lungo gemito esce dalle sue
labbra, il corpo piano piano si ammorbidisce sotto le spinte dell’uomo
che la sta possedendo e che viene dentro di lei dopo qualche istante.
Si alza, si allontana dal letto ed esce dalla stanza lasciandoli soli.
Accende lo smartphone per verificare i nuovi messaggi. Preferisce sempre
tenerlo completamente spento, non deve avere nessun tipo di distrazioni
durante le sessioni. Ci sono dei messaggi da parte dell’ultima coppia
contattata, sono ancora in fase conoscitiva ma già a un buon punto,
forse riusciranno a risolvere a breve. Sfoglia velocemente le foto
ricevute, rapidi sguardi per memorizzare quel corpo di donna.
Si avvia verso la sua auto. Anche per oggi si può ritenere soddisfatto.
Appena sale in macchina arrivano i messaggi della coppia appena
lasciata.

“Grazie… è stato davvero speciale e indimenticabile, non credo di essere
mai riuscita a raggiungere un livello così alto di eccitazione. Grazie
davvero”.
Lancia il cellulare sul sedile del passeggero e mette in moto. Lo
sguardo perso fra le luci del traffico, la mente già proiettata al
prossimo incontro, alla prossima coppia. Ripensa alle foto ricevute, lei
non sembra esattamente il suo tipo. Sa di non avere “un tipo” ma la
donna in questione è parecchio esile, molto segnata in viso, il costato
in evidenza e il seno troppo piccolo e vuoto. Ha una bella figa però,
labbra morbide e rigonfie, stonano quasi su quel corpo così magro, sono
una piacevole sorpresa per lo sguardo. Le grandi labbra riescono a
coprire per bene la figa, appare solo una lunga e rosea ferita, depilata
con cura e umida.
Il marito potrebbe essere un ostacolo, dalle conversazioni intercorse
non è sembrato particolarmente favorevole e ha posto molte domande
cariche di dubbi e sarcasmo. Ma lo sa, riuscirà a convincerlo, ne sono
capitati altri con lo stesso atteggiamento, si sono tutti dovuti
ricredere. D’altronde se arrivano a contattare lui, vuol dire che
qualcosa che non funziona nel rapporto c’è e lui ormai sa come farla
funzionare, è un esperto in questo e si è costruito senza sforzi una
discreta fama.

Arriva il giorno e arriva l’ora dell’incontro. Si sente elettrizzato,
ogni volta è un po’ come la prima volta e ogni volta è nuova esperienza
che si accumula per lui. Si presenta nella hall del hotel all’ora
prestabilita: tardo pomeriggio, c’è meno via vai, meno possibilità di
incontrare persone conosciute per strada, lui ha sempre un occhio di
riguardo per la privacy delle sue coppie. Si siede su una poltrona,
vista ingresso per poter individuarli subito. Non deve attendere molto,
eccoli entrare. Lei è molto più minuta con i vestiti addosso,
l’atteggiamento generale è di donna scialba e poco curata, i capelli
presentano una vistosa ricrescita, sono lisci e smorti, il viso e gli
occhi non riescono a celare l’agitazione e l’ansia. Il marito è alto,
ben piazzato, spalle molto larghe e una discreta pancetta, ha uno
sguardo molto determinato e sicuro, o almeno così sembra da una
prima impressione. Si dirigono alla reception come da disposizioni.
Ricevono la chiave e salgono in ascensore. Gli da il tempo di arrivare
alla camera e di prepararsi come ha richiesto. Passano dieci minuti, il
tempo necessario per le poche indicazioni. Si alza dalla poltrona e sale
in ascensore. Raggiunge la stanza 317 al terzo piano. Bussa quattro
volte. La porta si apre e lui si infila dentro richiudendola subito alle
sue spalle.
Trova l’ambiente in penombra, si addentra nella camera, arriva al letto
dove distesa e nuda la donna lo attende, una benda le copre gli occhi.
Il marito è in piedi poco davanti a lui, gli da le spalle. La penombra
non permette di individuare con esattezza i lineamenti.
“Mettiti di sbieco, la testa da questa parte del letto”. La sua voce è
ferma e risuona in tutta la stanza. Loro sanno che non possono parlare,
devono solo eseguire. La donna si dispone come richiesto. Lui si
inginocchia al lato del letto e avvicina le labbra al suo orecchio, così
che le parole scivolino meglio dentro di lei, fin nel profondo.
“Adesso ascolta la mia voce, solo la mia voce. Non ci sarà altro che
dovrà distrarti. Sei qui per me e per lui. Noi siamo qui per te”. La
donna respira profondamente, il suo esile petto si solleva e si abbassa
ad un ritmo innaturale, le sue parole toccano corde che pensava oramai
inaccessibili.
“Voglio che apri le gambe, tuo marito è dall’altra parte del letto,
mostragli la tua figa, allargala con le mani, spalancala per lui”. La
donna esegue docile, apre le gambe e mostra oscenamente il suo sesso al
suo uomo.
“Adesso toccati, accarezzati, piano e dolcemente, senza fretta, senza
ansie… abbiamo tempo, lo sai”. La sua voce è sempre più bassa e
profonda, la donna sospira lievemente ad ogni sua parola. Comincia ad
accarezzarsi come richiesto, le dita scorrono lievi sulla sua fessura
aperta, percorre i contorni delle labbra con delicatezza, sale fino al
clitoride, lo sfiora appena e i brividi la fanno tremare, il respiro si
blocca per un attimo e poi riprende con più forza . Continua a toccarsi
con le dita tremolanti e desiderose.
“Sei bravissima… sei stupenda. Tuo marito si sta masturbando, lo vedo
toccarsi il cazzo, lo stai facendo eccitare, sei davvero bravissima,
continua così, piano e delicata, fagli vedere come si tocca una donna,
così… splendida”. La donna continua, incitata dalle sue parole, aumenta
leggermente il ritmo, non può verificare con lo sguardo quello che lui
dice ma si affida fiduciosa. Le dita indugiano sul centro del piacere,
le fa scivolare per tutta la lunghezza, con lascivia e insistenza. Geme
sommessamente.
“Non voglio che vieni ora… non ora. Sei bravissima ma non andare oltre,
fermati appena senti che l’orgasmo è vicino, voglio osservarti bene
mentre il piacere ti colora le guance, il tuo seno che si solleva piano,
il respiro che accelera, voglio registrare ogni momento, voglio
assaporare il tuo piacere… brava, così, rallenta”. Fa un cenno all’uomo
dall’altra parte del letto che immediatamente si spoglia del tutto
mostrando il suo membro perfettamente eretto. Si inginocchia nel letto
fra le gambe della moglie e rimane in attesa di disposizioni.
“Adesso tuo marito inizierà a baciarti piano l’interno coscia, il suo
fiato solletica la tua pelle, lo senti com’è lieve il suo respiro su di
te? Tu continua piano a toccarti, con le tue splendide dita… solo tu sai
come ti piace, facci vedere come ti piace, sei semplicemente
bravissima”. Il marito inizia a baciare lievemente l’interno coscia
della moglie, con una mano si sostiene e con l’altra si masturba piano.
Le dita della moglie si muovono vicino al suo viso mentre lui continua a
ricoprire di baci quella zona così sensibile.
“Adesso con entrambe le mani apri la tua figa e offrila a tuo marito.
Così, bravissima, lui la leccherà piano, assaporerà il gusto del tuo
piacere… eccolo, arriva, sta per posare la sua lingua sulla tua figa,
accoglilo”. La donna si inarca per l’improvviso contatto con quella
lingua, geme forte e si morde le labbra a trattenere il piacere che si
espande su tutto il corpo. L’uomo prende a leccarla avidamente ma
lentamente, profonde e lunghe lappate, gli occhi socchiusi nell’estasi.
Succhia leggero le labbra e poi le lascia andare per poi ricominciare.
La donna si contorce perché è forte quella stimolazione e non riesce a
sopportare il picco di piacere.
“Quanto è bravo eh? Senti con che passione ti lecca e ti fa sentire che
sei sua. Sul suo volto c’è estasi e piacere, il suo volto affonda fra le
tue cosce per soddisfarti… per soddisfare te. Scava e sonda ogni piega,
assapora ogni goccia del tuo piacere liquido”. I sospiri dei due amanti
ormai riempiono la stanza, la voce dell’uomo è un sussurro
nell’orecchio di lei.
“Adesso voltati, mettiti a quattro zampe… brava. Senti come è umida la
tua figa, è calda, è pronta, aspetta solo di essere presa. Senti il
cazzo di tuo marito, sentilo come struscia piano per tutta la lunghezza
fra le tue natiche, sul tuo sesso. Sei pronta? Eccolo che entra”. La
donna emette un grido sommesso nel momento in cui il marito la penetra.
Il volto dello sconosciuto è sempre di fianco al suo, le sussurra
nell’orecchio, la scalda da dentro.
“Abbandonati, gemi, urla se vuoi, non trattenerti… Non trattenere più,
fammi vedere il tuo orgasmo, fammelo vedere qui sul tuo volto, fammelo
sentire, lasciati andare, così, sì così… brava… sei bellissima…
stupenda”. La donna geme e viene sotto le forti spinte, la bocca aperta,
il volto trasformato da una smorfia di piacere e godimento. Il marito
spinge con forza e passione, la mascella serrata per lo sforzo e per il
piacere, la testa buttata indietro, gli occhi chiusi, un verso gutturale
prolungato.
Nella penombra l’uomo allunga una mano alla sua patta, afferra piano e
strizza più volte il suo cazzo moscio e inerte, insensibile; si alza e
si allontana un po’ per osservare ancora quei volti, per cogliere
quell’espressione così vera di piacere, per assaporare quel godimento
fisico che a lui è precluso.
Esce piano dalla stanza, chiude senza far rumore la porta e risale in
ascensore. Riaccende il cellulare, scorre fra i messaggi di posta per
cercare quello che lo possa collegare con la prossima coppia. Ogni volta
che termina una sessione la smania di trovare una nuova coppia lo
assale prepotentemente. Perché solo dando piacere a quelle coppie
insoddisfatte può dimenticare per un attimo, per il tempo di una
sessione, il piacere che non gli riuscirà mai di provare.

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