Belle fighe e false ipocrisie

Le ipocrisie mi fanno incazzare, lo sapete. Eccone una grossa.

Puntuali come ogni anno, ai primi caldi, spuntano le zanzare, le ascelle pezzate e i cartelloni calzedonia.

Sì, quelli con le fighe in costume.

Sono un po’ di anni ormai che ci accompagnano. Sempre semplicissimi, sole, mare, la scritta dell’azienda. E la gnocca che invade tutto il cartellone.

Oggi voglio rivoltare qualche sasso e dire quello che sappiamo benissimo tutti, ma nessuno sembra avere il coraggio di dire. Giusto tre cosette.

Uno. Quelle pubblicità di costumi calzedonia (sì, oggi mi concentro su di loro) sono rivolte ai maschi. Non alle donne: ai maschi. Fanno vedere delle fighe in atteggiamenti esplicitamente da “scopami subito” e attirano l’attenzione dei maschi. Se sei un maschio lo sai bene, perché ti entrano nel cervello (e scendono in fretta giù). Se sei una femmina te ne sei accorta, perché non le avevi nemmeno notate.

Perché si rivolgono ai maschi? Facile: uno di quei costumi costa dai sessanta agli ottanta euro. E non è che te ne vogliono vendere uno solo. Roba da ministro col portafoglio, quindi: devi convincere quello con lo stipendio grosso, in casa. Devi fargli sognare di mettersi la figa in casa.

Due. Quelle pubblicità sono volutamente rizza-uccello. Non giriamoci intorno: non stanno facendo vedere il costumino – oh – guarda che bel nylon – guarda che taglio attento che abbiamo fatto quest’anno… fanno vedere una figa con la faccia lussuriosa in evidente posa da “mmm guarda come mi struscio sul tuo cazzo… vieni qui che sono bagnata fuori e dentro…”. Altro che azienda di costumi: questi vendono erezioni e fantasie da stupro. È il loro modo per farci mettere mano al portafoglio.

Femminismo? Emancipazione? Una donna moderna, in carriera, sicura di sè? Non diciamo cagate, non gliene frega una fica secca. Usano le modelle per far eccitare gli uomini, esattamente (esattamente) come fa una puttana a bordo strada.

Solo che la puttana deve stare in periferia e le rompono pure i coglioni i moralisti, loro invece sbattono le loro provocazioni su un 5×3 in centro, entrano nelle macchine ad ogni semaforo, distraggono pure dalla guida, e nessuno alza un dito (ma tutti alzano qualcos’altro).

Oh, chiariamo: a me va benissimo eh. Adoro vedere bella figa in giro. Solo mi chiedo allora perché le puttane comuni no e queste puttane sì? Definizione di puttana: affitto il mio corpo per soldi e faccio eccitare uomini. Vedete un po’ voi…

Terzo. A calzedonia, così come a molti altri marchi, non gliene frega un cazzo dell’etica e del nostro cervello. Lo vogliono in pappa, il nostro cervello. Vogliono entrare nelle nostre fantasie, farci rizzare il cazzo, farci sognare quelle grandi fighe. Sanno perfettamente che ogni singolo maschio etero in italia, guardandole, pensa “cazzo come ti scoperei… guarda che faccia da puttana… ti piace succhiarlo eh? Sììì strusciami ancora addosso il culo…”.

E loro vogliono esattamente questo. Vogliono fotterci facendo leva sugli istinti animali primordiali, sulla voglia di sesso, sulla voglia di una bellezza perfetta, giovane e patinata. Per prendersi la nostra attenzione e i nostri soldi.

Punto.

Non scrivo tutto questo per fare il moralista. A me va benissimo così. Sono felice di vedere figa, di farmi abbindolare, di farmi venire il cazzo duro e farmi qualche fantasia.

Ma per favore basta far finta che siamo tutti buoni, razionali, rispettosi e corretti. Mi fai pensare le peggio cose sul corpo femminile, lo affitti e lo metti in mostra per vendere i tuoi prodotti, giochi sui miei limiti biologici: almeno non fare finta di essere un santerellino.

Calzedonia e compagnia danzante, siete aziende manipolatrici, pronte a tutto pur di incassare soldi. Bravi, continuate così, e non abbiate paura a dirlo.

Noi intanto ci divertiamo a tirarci le seghe sulle vostre modelle (in affitto).

MrBlack

 

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34 Comments

  1. “Si sa che la gente dà buoni consigli se non può più dare cattivo esempio…”
    Concordo su tutta la linea con una aggiunta: la delusione dietro l’angolo del maschio medio italiano quando decide di aprire il portafoglio e gratificare la compagna (ipocrita vero?) con quel acquisto.
    A meno di una botta di culo madornale non avrà quelli che desidera: la surroga della modella e sicuramente 4/5 di chi riceve il pensiero non capirà il senso e non lo sfrutterà… purtroppo.

    In pratica: un sogno che rischia di trasformarsi in incubo se provi a realizzarlo… MATRIX… CAZZO!

  2. Io ieri ho fatto acquisti da Calzedonia e dappertutto c’erano foto su foto di Chiara Ferragni che posa con indosso la linea di costumi 2018…ma veramente vi si rizza il cazzo a guardarla? Non è niente di che…

    1. Non è lei a farlo rizzare…

      1. Intendi che un’altra modella più bella e più provocante lo fa rizzare?

  3. Io concordo con Alba…
    Le foto sono rivolte proprio alle donne: compra un costume così e diventerai bella come le ragazze del cartellone.
    D’altra parte nei profumi da uomo o boxer maschili non ho mai visto nessun modello con la pancia.
    Così come la famiglia del Mulino Bianco è fatta da una coppia giovane e bella e bambini perfetti, puliti e dolcissimi.
    E sinceramente non ci trovo niente di male, o meglio magari sì ma capisco bene perchè fanno così.

    Anzi a me dà più fastidio se qualche “moralista” si lamenta che vengono esposti dei bei corpi…
    Dall’articolo leggo che va bene vedere belle fighe ma devono ammettere che le mettono lì per fare soldi? Beh c’è davvero qualcuno che non sa che vengono messe lì per vendere?
    E soprattutto, se nelle pubblicità ci raccontano delle “palle” non ci trovo nulla di male, lo fanno tranquillamente i politici, non vedo perchè non lo possano fare le ditte che vogliono vendere il proprio prodotto.

    1. Io, però, ci vivrei più che volentieri nel Mulino Bianco: cacchio, nelle pubblicità è praticamente un loft! Ahahah

      1. Ovvio che ci vivresti, così come io scoperei le modelle dei costumi e ogni donna vorrebbe avere il loro fisico e discorso invertito per modelli di boxer o profumi:
        signori e signore: ecco a voi la pubblicità…. prossimamente vi parleremo della scoperta dell’acqua calda XD
        p.s. vado a cercare Vik che puttaneggia 😉

        1. Facci sapere se e quando e dove la trovi che con gli amici del fan club si organizza un bus!! 😉

          1. purtroppo ho scritto “scoperei” proprio perchè resterà un mio sogno :-p
            ma se nella prossima puntata si parla davvero dell’acqua calda giuro che conosco metodi per procurarla 😉

          2. Ti rendi conto che mi sono appena fatta una camomilla e ho pensato di bere l’acqua calda che intendi tu…?

          3. Chissà se mi penserai anche mentre mangi yogurt 😉

          4. Cavolo, non mangio yogurt…dammi un altro alimento, ma ti avviso che le immagini a doppio senso con ricotta e schiuma del cappuccino sono già state “prese”… ?

          5. emhhh se la metti così non mi resta di evitare doppi sensi e proporti la fonte diretta 😉

          6. Va bene! La accetto! ?

          7. Alba? L’hai detto eh… riceverai istruzioni in privato su dove poter trovare la fonte XD

          8. Sto aspettando…
            TIC, TAC, TIC, TAC, TIC, TAC…?

          9. Oh ragazzi, per un intero bus da scopare devo prepararmi un attimo, non potete arrivare così di improvviso…

          10. Se vuoi posso darti una mano allestendo un distributore di biglietti numerati, così non si fa casino, visto che il bus è dedicato interamente a te!

          11. Sono certa che troveresti più divertente dare una mano in altre maniere… I fan non se ne avranno a male 😛

          12. Beh quello è stato il mio primo pensiero, ma la festa è per te…allora mi butto e ti “dò una mano”! ?

          13. Puoi sempre festeggiarmi anche tu <3

          14. Tutto quello che vuoi! ? ma non ti prometto niente: con le donne non sono neanche alle prime armi ahahah

          15. Tutto quello che vuoi! ? ma non ti prometto niente: con le donne non sono neanche alle prime armi ahahah

          16. Ti insegnerò io <3

  4. Le aziende sfruttano i bassi istinti della gente per vendere! I colori suscitano reazioni diverse! I nomi brevi piacciono! Il target di una pubblicità può non essere l’utilizzatore finale del prodotto! Le pubblicità raccontano storie e illusioni! Il suv che scavalca le montagne non ti farà rampare sui monti ma rimarrai ugualmente fermo come il pandino a fianco a te al semaforo di una statale! Certe donne possono essere esteticamente gradevoli e farsi pagare per posare! Le regole della comunicazione sono così note che pure un fumetto comico le ha declinate in Azione Avventura Atette!

    Tutto questo a “segreti di Pulcinella stile VeS: quel che tutti sanno e nessuno nasconde, con il 70% di turpiloquio in più”
    Restate sintonizzati,

    Una puttana

    1. … Eva!
      Sempre drastica.
      XD
      ;-*

      1. Non sono drastica, sono realista. Chiunque sopra i 4 anni, da quando scopre cosa vuol dire AZIONE SIMULATA degli spot degli ovetti, credo che sia arrivato al dichiarato scopo della pubblicità, vendere qualcosa, e per farlo si possa ricorrere a segnali sensoriali e allo storytelling. Pure arrivando a vendere l’irreale, lo status symbol, al di là del prodotto.
        Una pubblicità è una storia, per vendere un bene o una sensazione. Compra un iPhone da 1400 euro, ci mandi foto di gattini come con un Nokia di plastica ma sei un figo. Compra un SUV per scalare le montagne rocciose, tizio che abita a Pianurate, conglomerato urbano di Cisonosolodossi. Compra il costume di marca, per la figa che speri di essere o di conquistare, su spiagge bellissime.

        Questa dichiaratissima realtà del commercio e della comunicazione te la dicono in trasmissioni, corsi di laurea, esempi pratici, libri pure assai divulgativi, dalle regolette base alla semiotica più spinta. Senza doversi sentire davvero dirompenti e rock ‘n roll dando fondo a tutti i termini da scaricatore di porto da filmaccio hardcore serie K anni settanta, per dire l’ovvio.

        Poi de gustibus. A me non si rovina la giornata, a qualcuno non gliene frega un cazzo della mia opinione, e in effetti che caspita sto sprecando tempo ancora a commentare? Spassatevela, ho da puttaneggiare.

        1. O.O MMMINCHIA! Sono riuscito a farti venire la Mosca al naso! X’D
          Figo!
          Lo so, lo so benissimo come funziona; infatti mi diverto un casino a vedere le cose che sfuggono ai non avvezzi a queste forme di comunicazione, tipo i segni degli sfumini o le deformazioni generate da Photoshop.
          Sono illusioni, se ne sei cosciente e ti ci perdi è per diletto; se ti illudi sia vero (auto che sfreccia tagliando le curve sulla costiera amalfitana) sei un idiota.
          Tutto qui.
          I venditori di sogni sono sempre esistiti, così come i somari che finiscono col cappio al collo in fondo al mare per diventare pelle da tamburo (cit. letteraria)

          1. No, se pensi che questa sia io alterata, ti assicuro non ne hai idea. Sono molto refrattaria all’infiammarmi per discussioni simili, ancora di più su internet. Quasi indirettamente proporzionale a quanto facilmente mi infiammi in altre situazioni…
            Quel che trovo “irritante”, badiamo alle virgolette, è sostanzialmente un modo di argomentare certi contenuti. Si può prendere un argomento come la mistificazione che opera la pubblicità, e criticarla per la sua esagerazione. Si può essere seri analizzando come certi canoni estetici siano estremizzati, avvilenti per chi li guarda (es. Adolescenti che chiedono tette nuove ai 18 anni perché il scintillante mondo degli spot le fa vergognare), si può essere ironici , sarcastici, irritanti sul milanese che sta in porsche tra un semaforo e l’altro (in coda, senza parcheggio, con stile!) o sulle modelle strafighe senza capezzoli e questi ideali erotici che fanno il giro dell’esagerato finendo ad essere mostruosità.
            Poi si può scegliere il turpiloquio, dare delle puttane e dei coglioni, spiegando l’ovvio come se si fosse depositari di una rivelazione mai concepita. Della serie “coglione, ti spiego io come funziona il mondo, e siccome mi sento profondamente migliore di te mi permetto di insultarti e fare il brillante insultatore, il provocatore che farà svenire le signorine imbellettate”.
            Come certi showman che saltano sui tavoli urlando “cazzo cazzo figa ora mangio un topo morto, come sono estreeeemo! Yaaah! Fanculo, stronzi, io ho capito tutto!”.
            De gustibus. Io sono convinta che la provocazione sia utilissima. Ma ci sono Dadaisti che fanno giocare scimmiette su una cornice, provocatori che creano merde d’artista, e insultatori provocatori che finiscono a fare reality show sulla loro famiglia estrema con la villa, di come han mangiato un pipistrello una volta.

            “Comunque vada, resto comunque dada.” (Cit.)

          2. Uhm, una conversazione tête-à-tête con te dovrebbe essere una cosa eccezionale.
            Comunque condivido pienamente.

    2. L’annuncio finale è da puro genio del marketing.

    3. (Nessuno che riconosce la citazione a Ratman, banda di illetterati)

  5. M spiace, ma non condivido il tuo equiparare le modelle a delle prostitute: pur non avendo frequentato molti esponenti di entrambe le categorie, credo che i servizi offerti siano nettamente differenti. Anche perchè a questo punto i protagonisti delle pubblicità per pannolini, cosa sarebbero?
    Sicuramente la tua voleva essere solo una provocazione, ma a mio avviso sei andato troppo in là.

    Detto ciò, credo che Viktorie abbia fatto luce su quelli che siano i meccanismi di marketing molto meglio di quello che potrei fare io.

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