Castalia: Giorgia /8

di Carol89

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Capitolo 8

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Quando la bionda rientrò in camerino trovò Giorgia già vestita, con anche il mantello sulle spalle, che aspettava seduta. Il contrasto fra le loro due condizioni era netto: Giorgia vestita e pulita, Chloe completamente nuda, sudata e coperta di sperma ancora caldo.

– Ti sei data da fare! – commentò Giorgia in tono sarcastico, autenticamente sorpresa alla vista dell’amica nuda come un verme e imbrattata di sperma.

Chloe sorrise, posando i sandali e dirigendosi al proprio specchio. Appoggiò i soldi che aveva in mano e raccolse delle tovagliette di carta, per pulirsi.

– Direi che è andata bene… – commento Giorgia notando il denaro.

– Molto!… Erano i due uomini che si sono fermati da noi qualche ora fa… hanno… mi hanno fatta scopare in molti modi, ma sempre con gentilezza.

– Bene – commentò Giorgia con tono però piatto, – questo è sempre importante. Ed erano soddisfatti?

– Sì! Mi sembra… sì, erano molto contenti. Mi hanno pagata bene, più del doppio di una serata normale.

– È giusto, loro sono ricchi. Questo è un ambiente diverso. – Fece una pausa. – Non hanno chiesto niente di me? – aggiunse poi.

– No… credo che volessero divertirsi con una sola, erano… contenti così.

– Certo, apprezzavano il tuo culetto. Senti, e quella moneta?

Chloe sorrise all’amica con aria d’intesa.

– Quello è il nostro amico direttore… il direttore artistico. L’ho incontrato fuori dalla stanza, mentre tornavo. Mi aspettava e… mi ha chiesto un lavoretto.

– Te lo ha fatto ciucciare?

Chloe si strinse nelle spalle. – Sì…

– E ti ha pagato una moneta d’argento solo per una ciucciata?

– Eh… sì. Ha detto… cioè, era contento.

– E non ti ha chiesto di me?

– N… no…

– Va bene, non importa. Avanti finisci di pulirti e vestiti, che andiamo a casa. È tardi, sono stanca e abbiamo parecchia strada. Anzi… – D’un tratto Giorgia sembrò cambiare idea, e rifletté per qualche secondo. – Abbiamo fatto tardi perché tu hai lavorato. Io ti ho aspettata. Possiamo usare una parte dei tuoi guadagni per pagarci una stanza qui, e restare in città.

– Vuoi restare a dormire qui? A Glasbury!?

– Sì – Giorgia scrollò le spalle. – Che problema c’è. Possiamo permettercelo. Magari domani troviamo di nuovo da lavorare, se siamo già qui.

– Ma… a casa ci aspettano…

– Manderemo un messaggio, ma solo se troviamo lavoro. Altrimenti torniamo domattina, per loro è lo stesso.

Chloe pensò qualche istante, poi si strinse nelle spalle. – Come vuoi…

La bionda si pulì alla bell’e meglio e si rivestì rapidamente, poi seguì Giorgia fuori dal camerino. Quando tornarono nell’ingresso del locale, a sorpresa vi trovarono il direttore artistico.

– Ragazze. State andando via?

Giorgia mantenne il suo ruolo di leader e si fece avanti spavaldamente, mentre Chloe si teneva un passo indietro.

– Sì, abbiamo finito. Ma ci fermeremo in città per la notte.

– Bene. Molto bene. Volevo appunto proporvi un lavoro, domattina.

– Domattina?

– Sì. Abbiamo un carro, che usiamo per promuovere il locale. Gira per la città. Domani vogliamo fargli fare un giro, e mi piacerebbe che sopra ci foste voi due.

– D’accordo. Cosa dobbiamo fare?

– La tua amica mostrerà il suo meraviglioso culetto. Tu l’accompagnerai, e magari starai a seno nudo.

Giorgia scrollò le spalle. – Come vuole.

Si accordarono per l’ora. Prima di lasciarle, il ragazzo tese loro la mano:

– Non mi sono ancora presentato, credo. Il mio nome è Emerald.

Entrambe gliela strinsero, e il nero strizzò l’occhio a Chloe, che sorrise lusingata.

Trovarono un albergo poco distante dal locale, pagarono in anticipo la stanza e vi passarono la notte, o almeno le ore che restavano prima dell’alba. Dormirono insieme in un letto matrimoniale. Non era un problema per nessuna delle due, anzi: Chloe nel sonno si avvicinò a Giorgia e la mattina si svegliarono praticamente abbracciate.

Quella mattina poterono dormire abbastanza, poi scesero a fare colazione quando il sole era già sorto da un pezzo. Tramite l’albergo ottennero di mandare un messo al villaggio di Giorgia, portando un breve messaggio per le loro madri. Costava un po’, ma molto meno di quello che avrebbero guadagnato grazie a quel servizio. Sistemata anche quella faccenda, raccolsero le proprie cose e tornarono alla Locanda dell’Orso Bianco, dove Emerald le aspettava e le mise subito al lavoro.

Il direttore artistico fece spogliare entrambe. A Giorgia fece poi indossare una lunga gonna di lino e una collana di fiori. Chloe invece rimase completamente nuda, ma con i sandali col tacco della sera prima.

Salirono sul carro, un carro in legno semplice ma ben rifinito. Sulle fiancate erano appesi dei teli con la pubblicità di una festa, che si sarebbe tenuta alla Locanda nei giorni seguenti. Emerald curò la loro posizione: mise Giorgia dentro al carro, in piedi, con una gran scorta di petali di fiori che avrebbe dovuto lanciare per la strada. Le sponde del carro le arrivavano alla vita, quindi il suo busto nudo ne emergeva ben visibile, coperto solo dalla collana che nascondeva in parte i grossi seni.

Per Chloe riservò invece una posizione molto più in vista. La fece salire sulla testa del carro, subito alle spalle del cocchiere. In piedi, svettava in tutta la sua nudità, senza nulla a nasconderla. Il ragazzo le chiese di tenere le gambe ben divaricate, e di ballare lentamente, con ampi movimenti delle braccia e piegando sinuosamente il corpo. Passò parecchio tempo a correggerla, mostrarle i movimenti e assicurarsi che li facesse, vincendo la sua naturale timidezza. Giorgia osservò e non disse niente.

Quando il carro partì, Chloe si trovò così a fare il lavoro da protagonista, mostrando la propria completa nudità a tutti i passanti e lungo tutte le strade. Non solo si mostrava nuda, ma esibiva il proprio corpo ballando sinuosamente, mettendo in mostra culo, tette, gambe e inguine nudo.

La reazione della gente era positiva. Se molti erano indifferenti, in particolare le donne, molti altri – uomini di ogni età, ragazzini ma anche donne giovani – si fermavano a guardarla passare, le sorridevano e le urlavano complimenti e lodi. Chloe ne fu galvanizzata e ballò con entusiasmo e sicurezza crescenti, godendo dell’apprezzamento del pubblico. Giorgia faceva invece il ruolo di sostegno, lanciando petali sulla folla attratta dalla sua amica. Si sforzava di sorridere, ma non ne aveva per nulla voglia.

Non resistette a lungo in quella situazione. Quando il carro iniziò la via del ritorno, Giorgia ruppe le righe. Si tolse la gonna e la collana, presentandosi anche lei nuda come mamma l’aveva fatta, e balzò sulla testa del carro accanto a Chloe. L’amica fu sorpresa ma felice di venire raggiunta. Giorgia si mise a ballare accanto a lei, vicino al suo corpo, con movimenti provocanti ed espliciti. La folla inneggiò ad entrambe e le ragazze sorrisero soddisfatte.

Spinta da quel successo, Giorgia si strusciò sempre più esplicitamente sull’amica, corpo nudo contro corpo nudo. I suoi seni prosperosi erano in pieno risalto, e sfregavano contro il fianco e contro i seni stessi, più piccoli, della bionda.

A un tratto Giorgia prese Chloe per la testa e la fece piegare, la spinse verso il proprio seno. – Leccami – le ordinò sottovoce.

Chloe eseguì, e si mise a leccare platealmente il seno nudo di Giorgia, che piegava la testa simulando gemiti orgasmici. La folla plaudeva, e Giorgia spinse Chloe ancora più in basso, facendosi leccare allo stesso modo le zone più intime del pube. Intanto sollevò le braccia in aria, e scosse il seno nudo facendolo ballare per la folla. La gente urlava la propria approvazione.

Il carro giunse intanto in vista del locale. Inservienti della Locanda uscirono e lo circondarono, allontanando con discrezione la folla che si era radunata attorno e favorendo l’ingresso del carro nel portone e nel cortile privato. Il portone venne chiuso, e le ragazze furono di nuovo senza pubblico.

Giorgia saltò giù dal carro, scalza, subito seguita da Chloe che invece indossava i sandali, e per questo era leggermente più alta. Emerald si avvicinò loro.

– Non mi piace quando le mie ragazze prendono troppe iniziative. Mi piace che i miei programmi vengano rispettati.

Giorgia si mostrò sicura di sé, anche se quel rimprovero la preoccupava. Aveva agito d’istinto e non se l’aspettava.

– Me lo ha chiesto il pubblico. Ho pensato che due sono meglio di una. Abbiamo attratto un sacco di gente.

– Sì ma non la gente giusta. Tu non capisci, sei solo una bambina. Chloe che balla è una cosa. È raffinata, è bella, è uno spettacolo eccitante ed elegante. Una tettona che si fa leccare, no, è un’altra cosa.

Giorgia non disse nulla. Lo fissò duramente, ferita.

– Hai attratto gente, sì, ma soltanto puttanieri. Ottimi clienti per te, forse, ma non per il mio locale. Lo capisci?

Anche quando si arrabbiava, Emerald non alzava mai la voce. Questo era forse anche peggio, perché era impossibile capire quanto fosse arrabbiato.

– Sì – disse Giorgia, – ho capito. Quindi Chloe è la ragazza giusta per rappresentare la Locanda.

– Chloe ha le caratteristiche perfette, sì. Ma anche voi due insieme mi piacete, andate bene. Siete due ragazzine innocenti ma eccitate. È molto perverso. Ma se ti comporti come una puttana con le tette grandi, no, non va più bene. È chiaro?

– Sì. Scusami.

Emerald sembrò riflettere un attimo, poi sorrise. – Ho un’idea di come potete scusarvi, con tutti noi. Visto che avete tanta voglia di divertirvi… potete dedicarci un piccolo spettacolo.

Il ragazzo chiamò un inserviente e gli chiese qualcosa. Poi radunò i dipendenti del locale. Chloe e Giorgia attesero, una accanto all’altra, ancora nude.

– Cosa dobbiamo fare? – chiese infine Giorgia.

– Ora vedrai. Lo faremo qui, andrà benissimo.

L’inserviente tornò e porse qualcosa a Emerald. Il ragazzo mostrò l’oggetto a Giorgia.

– È un fallo in cuoio – disse, – con una cinghia per indossarlo. Tieni, indossalo. Lo userai per scopare la tua amica, qui davanti a noi.

Giorgia lo prese, sorpresa. Sapeva che esistevano oggetti di quel tipo, ma non ne aveva mai usati. Questo sembrava fatto molto bene, doveva costare parecchio.

Mentre Emerald si faceva un po’ da parte e organizzava i dipendenti in semicerchio attorno al carro, Giorgia, nuda, si voltò di spalle e indossò il fallo. Le cinghie formavano una specie di imbragatura, che si stringeva attorno alle cosce – le snelle cosce sode di Giorgia – e ai fianchi. Delle fibbie di ferro consentivano di tirarla bene, ben stretta. Il fallo in cuoio si ergeva così proprio sul pube della ragazza, lungo, dritto e robusto, rigido. La forma imitava precisamente quella di un grosso, grosso pene nero.

Chloe lo guardò preoccupata. Sembrava a disagio. Giorgia le sorrise.

– Non preoccuparti. È bello, l’ho già usato – mentì. – Facciamoli un po’ divertire. Ci serve per la nostra carriera.

Chloe annuì, non del tutto convinta ma sorridendo all’amica in cui riponeva grande fiducia.

Giorgia le disse di stendersi per terra, sulla schiena. Chloe si stese con la schiena nuda sulla terra battuta e irregolare del cortile. Divaricò le lunghe gambe magre, tenendo le ginocchia piegate e i tacchi dei sandali piantati nel terreno. Con le mani, forse per un istinto di protezione, si trattenne i seni nudi.

Giorgia si inginocchiò sul terreno in mezzo alle gambe di Chloe. Anche lei completamente nuda, offrì lo spettacolo del suo corpo flessuoso mentre si stendeva in avanti, reggendosi sulle mani, e mirava con il fallo in cuoio alla vulva dell’amica. La trovò facilmente e vi penetrò con un movimento del bacino, e a quel punto iniziò a pompare.

Mentre Giorgia, i muscoli del corpo tesi, pompava e la penetrava con il duro e grosso fallo, Chloe riceveva quella imponente penetrazione con gli occhi chiusi, il volto contratto e dei gemiti ritmici che le sfuggivano dalla gola. La biondina si aggrappò dapprima al terreno, scossa dalle vigorose pompate della compagna, poi alle spalle e alle braccia di Giorgia, finendo con l’appendersi a lei e sollevare le spalle da terra. Ogni colpo di Giorgia faceva così sobbalzare tutto il busto di Chloe, che rispondeva ogni volta con un forte gemito di dolore misto a piacere.

Anche Giorgia iniziò a gemere ad ogni colpo, sia per lo sforzo che profondeva con tutti i muscoli del suo corpo, sia per il piacere derivante dal fallo stesso: la base insisteva infatti sul suo pube, stimolandolo in modo evidentemente appositamente progettato.

Tutto il corpo della mora era imperlato di sudore. Goccioline di sudore le scendevano lungo le natiche nude, nella fessura fra i glutei, sulle cosce sode e tese, sui polpacci snelli e fibrosi, tra le scapole e nell’incavo liscio e magro della schiena. I suoi seni nudi sbattevano ad ogni colpo, parzialmente nascosti però dalle braccia appoggiate a terra e dal corpo di Chloe.

Attenta a soddisfare il proprio pubblico, Giorgia sciolse le braccia di Chloe che l’avvinghiavano e fece distendere di nuovo l’amica a terra, a braccia spalancate. Si raddrizzò poi sulle ginocchia, il busto ritto, e si mise a pompare muovendo le reni, tenendo l’amica per i fianchi: Chloe ruotava il capo sulla terra, gli occhi strettamente chiusi, l’espressione intensamente accigliata. Teneva le braccia spalancate, le mani che graffiavano il terreno, e le tette nude le ballavano scompostamente sul petto ad ogni colpo, mentre lei gemeva urlando come un gattino che prende delle cinghiate.

Anche il seno di Giorgia era così molto più visibile, dondolava nudo e tronfio sul suo petto e lei gli lanciava frequenti occhiate, orgogliosa di esibirlo. A un tratto alzò le braccia in aria, sopra la testa, e proseguì a dare colpi di bacino spingendo in fuori il petto ed esibendo il seno nudo. Il ristretto pubblico, che già stava seguendo l’esibizione con commenti e incitamenti, applaudì a quella mossa e rispose con urla di incitamento ed espliciti elogi. Giorgia, ad occhi chiusi, pur senza smettere di pompare non trattenne un sorriso, che le si disegnò in volto.

Per scaldare ancor più il pubblico si portò le mani al seno, si afferrò le mammelle e le strinse. La gente, per lo più inservienti del locale, applaudì e la incitò. Lei allora stese il busto all’indietro e mentre continuava a dare colpi col bacino in avanti, pube contro pube con Chloe, appoggiò le mani a terra dietro di sé. Il petto era così esposto verso l’alto, i seni nudi si ergevano sulla sua gabbia toracica, dondolando ad ogni colpo. Giorgia si concentrò, gli occhi strizzati, dando colpi sempre più forti. La pressione del fallo sul proprio pube, che ora si esercitava proprio in corrispondenza del clitoride, e il deformarsi delle mammelle sotto la loro stessa inerzia, contribuirono ad aumentare in un crescendo le sue sensazioni e la sua estasi. Quando sentì che era matura si portò rapidamente una mano sola al seno, e si strinse una mammella: un attimo dopo, un fiotto di latte spruzzava dal capezzolo, alzandosi di pochi centimetri in aria.

La piccola folla urlò, estasiata.

Giorgia tornò ad appoggiare entrambe le mani a terra, ma continuò a sbattere forte, e presto l’eruzione si ripeté. Entrambi i seni spruzzarono in modo asincrono brevi getti di latte, e gli astanti applaudirono e urlarono al colmo dell’eccitazione.

Giorgia aumentò ancora il ritmo, gemette, strinse i muscoli della vagina e contrasse i pettorali, e quando si sentì pronta d’improvviso raddrizzò il busto, con un lungo mugolìo, si portò entrambe le mani al petto ad afferrarsi i seni, inarcò la schiena spingendo in fuori il petto e si strinse con forza le mammelle: un lungo grido gutturale, profondo e rotto le uscì dalla gola, mentre due vigorosi, lunghi e ininterrotti getti di latte caldo eruttavano dai suoi seni e dai capezzoli, spruzzando in avanti per quasi mezzo metro, come fontane bianche. Il latte caldo ricadde su Chloe e sul terreno, trasformando la terra in fango. I getti furono lunghi e senza interruzioni: per molti secondi il latte continuò a spruzzare, come se i suoi seni si fossero trasformati in due fontane pubbliche, mentre Giorgia incurvava progressivamente il busto in avanti, contraendo i muscoli dell’addome, e continuava a stringersi con forza le mammelle eruttanti.

Il flusso di latte caldo ebbe un altro effetto inatteso: Chloe, investita da quel liquido tiepido e dolce, che la bagnò in volto, sui capelli, sul petto, sui seni e sul ventre, ebbe uno spasmo, contrasse con violenza tutti i muscoli, spalancò gli occhi stupita lei stessa per quella reazione incontrollata e venne, raggiungendo improvvisamente un orgasmo completo e squassante, che la fece tremare e sussultare platealmente per molte volte di seguito.

La piccola folla era alle stelle. Le urla erano paradossalmente diminuite, perché tutti assistevano rapiti a quella scena mai vista. Quando finalmente l’eiaculazione lattea dalle mammelle di Giorgia terminò, e Chloe ricadde a terra stremata e ansimante come se non le bastasse più l’ossigeno, tutti scoppiarono in un lungo, sentito applauso.

Giorgia, ansimante, si sfilò dalla vagina dell’amica. Puntando un ginocchio a terra si alzò in piedi, un po’ instabile. I suoi seni si erano leggermente ridotti e abbassati, svuotati da quella lunga eiaculazione – ma erano pur sempre grossi e floridi. Lei si slacciò le cinghie del fallo, lasciando che scivolasse a terra, e rimase in piedi completamente nuda, sotto gli occhi di tutti. I dipendenti della locanda poterono vedere che la sua vagina era madida di umori, e un rivolo di liquido denso e trasparente colava da essa lungo una coscia e tutta la gamba, fino a terra.

Giorgia guardò la gente, il suo pubblico, disposto a semicerchio davanti a sé. Alzò una mano.

– Ho bisogno di venire, adesso – disse. – Posso…?

I dipendenti, dapprima sorpresi, scoppiarono infine in un coro di “sì!!”.

Giorgia allora, lì di fronte a loro, mosse lentamente e teatralmente la mano, portandosela sul ventre e facendola poi scivolare giù, in mezzo alle cosce. Se la mise sul pube, allargò le dita, divaricò leggermente le cosce snelle e sode e infilò chiaramente due, poi tre, poi quattro dita nella figa.

Mosse la mano su e giù alcune volte, con movimenti lenti ed esibiti, amplificati. Fu quasi subito scossa da un violento e profondo tremito, che prese ogni muscolo del corpo, dalle spalle fino a farle tremare le gambe e i piedi sul terreno. E a quel punto venne, mugolando con forza per il piacere, sollevando il capo con gli occhi chiusi e i denti serrati, e rilasciando una quantità straordinaria di liquido dalla vagina, che cadde a terra come una cascatella, infradiciandole le gambe e formando una vera e propria pozza fangosa nel terreno e sotto i suoi piedi nudi.

Al termine di quell’orgasmo supremo la ragazza cadde a terra in ginocchio, si accasciò con il culo nudo contro i talloni, e rimase ferma ad ansimare, a occhi chiusi, con la mano ancora mezza infilata in vagina.

Il suo piccolo, improvvisato pubblico era in delirio: la adoravano.

***

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