Davanti al camino

Di Browserfast

Puoi contattare l’autore a: browserfast@libero.it

Ciao, ho postato questo racconto su consiglio di Viktorie. Come esordio, in attesa di postarne altri che, a differenza di questo, saranno inediti. Questo infatti inedito non è. Dite che è il caso di specificarlo nella presentazione? E se sì, bisogna anche specificare dove è stato pubblicato oppure sticazzi?
🙂

Il camino è sempre così. Ti brucia davanti, ti lascia gelare la schiena. Anche per noi non può essere che così, su questo divano malandato piazzato a un metro e mezzo dal fuoco. In questa casa ai margini del paese.

Sei seduta sopra di me, abbandonata. I tuoi capelli corti e scuri riposano nell’incavo tra il mio collo e la clavicola. I tuoi forti muscoli dorsali appoggiati sul mio petto. Sei uno scricciolo di nemmeno un metro e sessanta, non pesi. Hai i piedi appoggiati sulle mie cosce divaricate. Sono nudi. Tu sei nuda, io sono nudo.

Siamo incastrati. Il cazzo ancora eretto è affondato nel tuo culo. Stai ancora ansimando.

Sono rimasto sorpreso quando hai interrotto il tuo pompino e ti sei rialzata. Quando ti sei girata di spalle cercandomi il cazzo per impugnarlo, per sedertici sopra, guidarlo a violarti l’ano. Mi ha sorpreso che tu abbia accettato così la mia richiesta, e la determinazione con cui ti sei lasciata scendere. Piano, ma senza esitare. Mi hanno eccitato i tuoi lamenti strozzati mentre l’asta strusciava e sfregiava le pareti delle tue viscere. E poi quello strillo improvviso. Hai spinto troppo, forse avevi bisogno di sentire dolore. Capita, no?

Mi ha dato un piacere molto più forte di quello del sesso quando subito dopo ti sei voltata e hai alzato lo sguardo verso di me. Come a dirmi, dietro il dolore, “sono io che l’ho fatto”.

Sei venuta così, impalata. Con due dita della mia mano destra che ti agganciavano la fregna, spingendo prima fino in fondo e poi sul rigonfiamento che sta dietro il clitoride. Quel clitoride che ti ho strusciato, pizzicato, arrossato mentre finivi di incularti su di me. E hai aperto le gambe quando hai sentito le dita entrare. Hai allargato le braccia quando la mia mano sinistra passava sui tuoi piccoli seni, ti torturava i capezzoli arroventati dal fuoco del camino. Sei venuta tra i lamenti, quasi piangendo.

Ora ti passi non so perché una mano sulla fica. Forse lo fai inavvertitamente, ma mi sfiori i coglioni. Mi dai un brivido. Mi fai venire voglia di spingere ancora più a fondo, di sollevare di scatto il bacino per infilzarti di più.

Il tuo ansimare diventa un singhiozzo dolorante. Ti abbandoni ancora di più su di me. “Per favore” sussurri mentre cerchi ancora i miei occhi.

Ti abbraccio, ti accarezzo. Bacio il tuo ciuffo di capelli perché posso baciare solo quello. Poi penso che invece posso prendere la tua mano. Porto alle labbra anche quella. Vorrei scoparti ancora, vorrei venire. Ma, devo ammetterlo, non è la prima cosa che voglio in questo momento.

Resto così, ancora conficcato nella tua carne. La mano sul seno mi dice che il tuo battito cardiaco sta rallentando.

Allungo la mano, sfilo una sigaretta dal pacchetto lì accanto. Infilo il filtro nella fica ancora aperta e bagnata. La accendo sentendo sulle labbra il tuo sapore. Mi volto di lato per non soffiarti il fumo sui capelli.

Mi rilasso un altro po’, mi metto comodo.

“Adesso dimmi di te”.

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6 Comments

  1. Molto bello il racconto….
    In attesa di leggerne altri non mi resta che darti il benvenuto e riguardo alle prime domande…
    Sticazzi XD

    1. Alla fine son saltati su nello stesso giorno due autori che ho contattato…
      Beh, volevo diluire le novità ma va bene così direi! XD

      Benvenuto a bordo, stavolta direi ufficialmente, a Browserfast!

      (Che io continuo a scrivere Bowserfast, imprinting videoludico.)

  2. Molto bello, esattamente come gli altri che ho avuto modo di leggere.
    Benvenuto!

  3. Grazie dei complimenti. Anche se uno fa il distaccato in realtà fanno sempre piacere. E’ un raccontino che scrissi un po’ di getto, spero di potervi proporre presto altro. Appena ho un po’ di tempo e appena capisco come si fa a mettere in ordine i capitoli. Mi ci devo un po’ applicare… Comunque ok, la parola chiave è sticazzi

    1. Se hai un racconto libero organizzato in più capitoli, puoi inviare un capitolo alla volta. Nella linea del form che chiede se sia un racconto di un solo capitolo basta dire no, e poi semplicemente scrivere il numero del capitolo nel testo (o nelle note alla redazione).
      Chi poi li legge per approvarli non è del tutto scema che se legge “le avventure di Giovannazza capitolo 2” o “Giovannazza 2” non capisce che deve inserirlo come secondo capitolo 😛

  4. Wow! Si sente parecchio tutta la carica che hai dato al racconto. Rude e passionale eppure con alcuni dettagli che tradiscono una certa tenerezza, come la descrizione del suo corpo e del suo ciuffo di capelli.

    E la frase finale mi piace molto! Detta anche con molta classe! Sesso tra due sconosciuti che sembrao facciano da una vita. ?

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