I sogni son desideri-1

 

di Kyger

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Cristina era sdraiata sul letto avvolta in un comodo accappatoio di calda spugna nella beatitudine del dopo doccia così tanto anelata per tutta la dura giornata di lavoro trascorsa.
I suoi pensieri vagavano dal tutto al niente per poi sempre finire lì; a quello che era scaturito dall’incontro e dall’uscita in solitaria col suo ex compagno di scuola.
Non più protetta dalla bolgia dagli altri chiassosi ex compagni classe che, fortunatamente, erano ancora come dei 18enni a scapito dei 50 suonati, si era trovata da sola con lui.
Era solo per una pizza, una semplice pizza; ed invece si erano trovati con le lingue che si cercavano e le mani che correvano sui corpi eccitati.
In macchina come 18enni squattrinati in collina.
Lo avevano fatto in modo naturale, stranamente naturale ed imprevisto.
Nessuno dei due aveva un preservativo (cosa che non sarebbe successa a 18 anni) e quindi si erano limitati a bocca e mani; non fu per questo meno appagante ma mancava qualcosa che urgeva a tutti e due: in contatto profondo.
Erano diversi mesi che si vedevano e finalmente avevano eliminato la mancanza.
Ogni volta che lo facevano l’ardore aumentava ed i rapporti erano un crescendo di nuove emozioni e di barriere abbattute.
Erano arrivate le confessioni, le domande e le risposte, mai un commento negativo o un giudizio da nessuno dei due, solo comprensione e complicità.

Era persa nei suoi pensieri e stava scemando in una leggera e delicata sonnolenza quando il cellulare annunciò l’arrivo di un nuovo messaggio.
-Chi cazzo è che rompe a quest’ora- fu il suo primo pensiero.
Sollevò il terminale e lesse il messaggio.
Era lui.
Dovette rileggere più volte per essere sicura di aver capito bene.
Eppure si, aveva capito bene.
Erano, dunque, giunti al momento; quel momento a cui, assieme, avevano fantasticato durante i loro amplessi al culmine di una eccitazione prima mentale e poi fisica, quando la libido prende il sopravvento sulla razionalità ed il cervello, ipofisi e surrenali ti sparano ettolitri di ormoni eccitanti nel corpo.
Eppure il messaggio era chiaro nella sua essenza e schematicità: – Tacco 12, minigonna, camicia sottile E SENZA INTIMO ! Arriviamo alle 19! –
Arriviamo…. una semplice parola che sottendeva situazioni attese e mai palesatesi.
Arriviamo…. allora era tutto vero.
L’agitazione prese Cristina come un impetuoso vento e rapidamente un filo d’ansia le si incuneò alla bocca dello stomaco come un boccone mal digerito; Arriviamo….
In quel momento ebbe un moto di rifiuto ed era tentata di rispondere che lei non ci stava e che voleva tirarsi indietro.
Lui avrebbe capito? Cosa avrebbe fatto? Si sarebbe arrabbiato?
Ma poi sentì qualcosa che lentamente cambiava in lei e si sentì strana, un calore le prese al basso ventre e si ritrovo bagnata come non mai.
In fondo era lei che aveva confessato, durante una pausa nel far l’amore, che quella eventuale situazione la eccitava e che era il suo pensiero fisso durante i suoi momenti intimi di autoerotismo.
Eppure trovarsi al cospetto della concretizzazione di un sogno erotico masturbatorio la frenava e la eccitava immensamente.
-18:25! Cazzo ormai saranno qui !-
-Dove ho messo la minigonna ? e il perizoma? Ah no, è vero, niente intimo… La camicia? Ah si, a sinistra nell’armadio. Dai maledetta abbottonati!-
-18:50! Madonna che disastro che sono, sono in ritardo e i capelli non vogliono darmi ragione.-
-18:55! Lo odio quando fa il tedesco che arriva all’ora esatta! –
-19:00! Driiiin ! –
Non si torna più indietro!

Il tempo che ci mettono ad arrivare al secondo piano a Cristina pare un’eternità, trema perfino; sarà l’eccitazione o la confusione o la tensione o qualche altra “one” ma si sente quasi male.
La porta dell’ascensore scivola di lato ed eccoli che arrivano al varco di casa…. -Mio Dio e adesso che faccio?-
L’uscio si apre e per primo compare lui quasi a volerla tranquillizzare con la sua massa imponente.
Non è da lui entrare per primo ma ha cambiato il suo modo di fare per essere da tramite tra Cristina e ……. lei, la sorpresa non sorpresa tanto attesa ma inattesa.
-È carina- pensa Cristina; è alta quanto lei e formosa quando basta, ha un bel corpicino ed anche lei è in minigonna e tacchi alti -chissà se anche lei non indossa l’intimo- si chiese curiosa.
-Cristina, questa è Eva. Eva questa è Cristina- presenta lui.
-Eva, come il peccato originale. Semplice no? Semplice un cavolo, e adesso?- pensa Cristina.
Eva si avvicina a Cristina prendendo in mano la situazione e la bacia sulle guance vicino alle labbra.
Un brivido corre lungo la schiena di Cristina che comincia a tremare ancora di più !
Lui se ne accorge, la abbraccia come fa sempre quasi facendola sparire, pur col tacco 12, tra la sua mole e la bacia profondamente; le lingue roteano, si cercano in un crescendo di velocità e voracità.
D’altronde sono sempre così i loro baci, partano da poco e arrivano a tanto.
Le loro bocche si staccano e contemporaneamente i loro occhi si spostano su Eva che è rimasta a guardare in attesa di fianco a loro in silenzio.
Lui prende una mano di Cristina, ne bacia il palmo e la appoggia sul seno di Eva che risponde inarcando la schiena ed offrendole i globi ancora ricoperti da una sottile maglia.
-Non porta il reggiseno- é il primo pensiero di Cristina che intanto ha portato automaticamente l’altra mano sull’altro seno.
I capezzoli di Eva reagiscono alla situazione diventando due chiodi che spuntano altezzosi sul tessuto.
La nuova venuta alza le braccia in aria, come in gesto di resa, facendo capire a Cristina che è il momento di toglierle quella sottile maglietta che la separa dai suoi seni.
Una volta fatto, Cristina, guarda i due globi bianchi che gli si presentano davanti.
Lo aveva detto lei che, se fosse mai andata con un donna, l’avrebbe voluta con due belle tette. Accontentata!
Ripreso legittimo possesso di quei seni impertinenti, Cristina si approssima ancor di più all’ospite; i loro corpi entrano in contatto e le loro bocche si avvicinano fino a sfiorarsi.
Timidamente prima, poi sempre più in profondità, per finire in un vero e proprio amplesso orale.
Le mani di Eva cominciano a vagare sul minuto corpo di Cristina; le tocca il seno e quasi le strappa i bottoni della camicetta che, come sempre, non vuole collaborare.
Poi le fa scendere sulla schiena per arrivare sul tessuto della minigonna ed oltre, fino alla pelle non coperta, a toccare i glutei per poi avvinghiarcisi a piene mani.
Cristina non aveva smesso un momento di godere del contatto dei seni di Eva se non per il breve momento in cui si è tolta la camicia; bocca sulla bocca; lingua nella lingua in uno scambio di pura passione.
Ormai il lato razionale che, solitamente, guida le azioni umane era andato a farsi benedire, le due ragazze sono in un mondo a parte svincolato dalla morale e dal “buon pensiero”.
É un mondo loro e solo loro, un mondo di passioni mai dette e sempre frenate che in un solo momento ha rilasciato la sua carica esplosiva come in un BigBang primordiale.
In un attimo si ritrovano nude neppure accorgendosi come, ancora in piedi con i tacchi alti una difronte all’altra, con le mani che percorrono ogni centimetro di pelle della compagna d’avventura con una frenesia parossistica mai provata.
Le dita si insinuano in tutti i pertugi naturali delle due ragazze con sempre maggior vigore e velocità come a voler fare una gara su chi prima avrebbe fatto godere chi.
Gara che finisce in assoluta parità, si urlarono contemporaneamente il reciproco piacere con le labbra a contatto tra loro scambiandosi e nutrendosi del respiro una dell’altra e rilasciando una incredibile quantità di fluidi sulle mani.
A Cristina gira la testa, le gambe tramano ed era malferma sui 12 centimetri di tacco che la staccano da terra.

Si guarda intorno per cercarlo.
Lui…. quel maledetto che le ha fatto fare quello!
Ma è solo un momento di stizza che passa con la medesima velocità con cui è sopraggiunto.
-Se non avessi voluto anche io questo non sarei qui- si dice Cristina.
Lui, in disparte, si è goduto la scena tra le due ninfee.
Quasi non crede ai suoi occhi quando vede la trasformazione della sua Cristina da quasi recalcitrante presenza ad attrice protagonista di un film fino allora solo sognato.
Quanto le piace quella ragazza che si è manifestata una persona completamente differente da quella pettoruta compagna d’istituto a cui aveva dedicato innumerevoli masturbazioni notturne.
Vuoi il tempo, che segna inesorabilmente le nostre vite, vuoi la maturità che col suo passare si acquista, quella Cristina è un autentica novità per lui.
Quando si baciarono la prima volta in collina in macchina in una piazzola di un parco cittadino ed ebbero il loro primo contatto sessuale il suo mondo era cambiato.
Non perché fosse finalmente stata sua dopo 35 anni che si conoscevano ma per come successe.
Perché fu come se fosse destino che succedesse.
Destandosi, dopo l’orgasmo delle amiche, dalla trance mentale che lo ha avvolto alla visione di quell’amplesso, dolce e sfrenato al contempo, si accorse della dolorosa erezione che si ergeva nei pantaloni.
Per tutto il tempo era rimasto immobile, incapace di fare nulla, a bocca aperta per respirare, col fiato corto e la testa persa.
Le due ragazze, nude e coi tacchi alti sono l’esemplificazione della sensualità, Veneri che nascevano di flutti dei loro stessi fluidi corporei.
Si avvicinano a lui con incredibile sincronismo, con un’intesa istintiva.
Posano simultaneamente le loro labbra ai lati della bocca di lui e forzano, con le loro lingue, l’accesso alla sua cavità orale.
Ora è lui a tremare; i corpi nudi di due belle donne contro il suo ancora ricoperto di vestiti, le tre lingue si toccano e si rincorrono, sei paia di labbra reclamano le altrui attenzioni; chiunque egli od ella fosse.
Quattro mani femminili fanno giustizia della differente condizione d’abbigliamento, prima la maglia, poi i pantaloni le scarpe e le calze si ammucchiano a terra.
I sottili boxer non riescono a mascherare l’erezione dell’uomo che ormai è in uno stato d’eccitazione mai provato.
Una per lato cominciano a baciagli il viso, il collo, scendono su un capezzolo a testa e cominciano a succhiarlo e morderlo non smettendo contemporaneamente di accarezzarlo ed accarezzarsi reciprocamente; per poi risalire e baciarsi a due a due o tutti assieme.
Arrivano, scendendo piano piano, baciandolo e leccandolo, fino ai boxer che erano bagnati sul davanti dalle abbondanti secrezioni pre spermatiche.
Cristina lo conosce ormai, queste secrezioni sono un loro gioco, lei lo prende sulla lingua e poi si baciano scambiandosi il fluido; lo fanno anche quando lui la leccava fino a farla godere o quando si scambiano i loro sapori dopo i reciproci orgasmi.
Era una cosa che mandava in estasi Cristina, più di una volta lei è venuta al solo sentire lo sperma colpirle il palato o la parete dell’antro anale, durante le appaganti sessioni di sesso nel secondo canale o quando la cervice dell’utero viene allagata dopo una cavalcata selvaggia.
Adesso avrebbe dovuto condividere il succo di quel cazzo, che ormai riconosceva come sua proprietà, con una sconosciuta a cui, peraltro, aveva appena fatto un ditalino bagnandosi la mano dei suoi umori. -Che cazzo di situazione! – Ce l’avrebbe fatta?
Cristina prende possesso della sua “proprietà” abbassando violentemente i boxer del compagno e fagocitando il membro eretto per tutta la sua lunghezza in un solo unico movimento.
Sa che è una cosa che lo manda nei matti!
Gode di questo perché, per lei, averlo in bocca non era un cosa umiliante e sottomessa come invece tante donne credono.
In quel momento è lei che comanda, lei lo sa bene e lui pure.
In quel momento lui è la parte debole, un morso deciso può fare danni incalcolabili in quei momenti e lei esercita il suo potere nel migliore dei modi: dando piacere al suo partner.
Eva capisce che questo momento serve a Cristina per riprendere coscienza di quello che sta succedendo e resettare la situazione.
Si sposta sul vicino divano e sedendosi a gambe larghe comincia una lenta e profonda masturbazione tenendo gli occhi sui due amanti in piedi davanti a lei.

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4 Comments

  1. Molto coinvolgente!! Curiosa di leggere il seguito!

    1. Anche io!
      No, aspetta, l’ho già letto per approvarlo e programmarlo! Acc! XD

    2. Sono contento che ti sia piaciuto Isella!

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