La cena

di Stella Magica

In un pub in un paesino della provincia
di Napoli sei amici erano intenti a salutarsi calorosamente e al centro
dell’attenzione c’era lei, Valentina, che ormai non viveva più lì da
molti anni e che partecipava a quelle rimpatriate molto raramente.
“Tesoro, ma che hai? Ti vedo pensierosa…tutto bene?” le aveva chiesto Anna, la sua migliore amica.
“Tranquilla, ho solo un leggero mal di testa” le aveva risposto, mentendo, Valentina.
Il
suo essere strana e meno allegra e socievole del solito dipendeva da
quello che era successo poco prima in auto mentre si recava al pub. In
realtà era da settimane che Valentina era cambiata, da quando aveva
conosciuto Stefano. La loro era una conoscenza solo virtuale ma era
comunque bastata a renderla diversa. Aveva da poco finito di prepararsi
per la serata e mentre aspettava che la sua amica passasse a prenderla
aveva mandato un messaggio a Stefano:
“Stasera vado a cena con alcuni
amici… se mi incontrassi non mi fileresti minimamente: ho i capelli
sciolti e ho messo le lenti a contatto” gli aveva scritto, sapendo che
lui, dalle foto che aveva visto, le aveva detto di preferirla con i
capelli legati e gli occhiali. “Gli occhiali ti rendono ancora più
arrapante e la coda di cavallo, beh, quella è fatta apposta per essere
tirata”
Stefano però non era on line e quindi Valentina spense il pc.
In auto però non riuscì a resistere alla tentazione di vedere se le
avesse risposto e si collegò dal cellulare. Stefano infatti le aveva
risposto e il suo messaggio l’aveva lasciata senza parole. “Stasera esci
in incognito, non hai nessuno di quei tratti che ti identificano in
quello che sei: la mia puttana”. Valentina si sentì immediatamente
accaldata, le venne spontaneo guardarsi nello specchietto dell’auto per
capire se il rossore fosse evidente sul suo viso. Era una cosa che non
riusciva a controllare, ogni volta che lui la chiamava in quel modo.
“Hai idea dell’effetto che le tue parole hanno su di me?”
“Certo.”
“Sono in auto con la mia amica, sto andando a cena”
“Non
importa. Tu devi sapere quello che ti aspetta. Perché quando fra
qualche settimana tornerai a Milano e ci incontreremo tu sarai la mia
puttana obbediente. Io ti afferrerò per i capelli, che avrai legato
apposta per me, e ti spingerò verso di me, verso il mio cazzo che ti
spingerò in gola prima di iniziare a scoparti la bocca”
Valentina era sempre più coinvolta da quello scambio di messaggi e si sentiva tremendamente eccitata.
“Tutto
questo avrà senso quando ci incontreremo, ma perché dirmelo ora che
sono dall’altra parte d’Italia e per di più sto per incontrarmi con i
miei amici?”
“Per farti capire che in questo momento vorresti essere da tutt’altra parte”
“Dici? Io adoro passare del tempo con loro, li vedo così poco”
“Piantala
di mentire. Tu ora vorresti essere nella mia auto, con il mio cazzo
piantato in gola intenta a succhiarmelo mentre guido, proprio come
farebbe una puttana”
Questo messaggio fu troppo per Valentina che,
completamente bagnata. doveva ammettere con sé stessa quanto Stefano
avesse centrato il punto. Avrebbe dato qualunque cosa per trovarsi con
lui in quel momento.
“Hai raggiunto il tuo scopo”
“Bene. Ora puoi andare alla tua cena. Divertiti.”
Manco fosse fatto apposta, un istante dopo aver letto l’ultimo messaggio lei e la sua amica arrivarono al pub.
Il suo stato emotivo non passò inosservato, soprattutto a chi la conosceva così bene.
“Il
mal di testa ti sarà venuto perché ultimamente stai sempre al
cellulare” la frecciatina di Anna stava a dirle che poteva mentire a
chiunque, ma non a lei. Fortuna che gli altri erano intenti a ridere e
scherzare e non si erano accorti di nulla.
Seduti al tavolo Valentina
faceva qualunque cosa pur di sembrare normale agli occhi dei sui amici
ma dentro di sé…non riusciva a smettere di pensare a Stefano, a quello
che le aveva detto e, soprattutto, alla voglia incredibile che aveva di
incontrarlo e di permettere a lui quello che non aveva permesso a
nessuno: di trattarla come un oggetto, di scoparla e usarla per il suo
piacere. Questi pensieri non facevano che aumentare la sua eccitazione
finchè si rese conto che c’era solo una cosa da fare per poter
proseguire la serata tranquillamente.
“Scusatemi, vado un attimo in bagno”
Chiusa
in bagno si infilò due dita nella fica…era così bagnata (cosa che
ultimamente le capitava molto, molto di frequente) e cominciò a muoverle
rapidamente. Si stava masturbando in un bagno pubblico, a due passi dai
suoi amici, e le sembrava la cosa più normale del mondo. Loro erano al
tavolo a ridere e scherzare e lei intenta a darsi piacere da sola mentre
con la mente pensava al cazzo di Stefano che la scopava senza la minima
premura. Pensava a quando glielo avrebbe messo fra le tette e a quando
le sarebbe venuto in bocca…ecco…fra tutti i pensieri quella era la
sua ossessione: non vedeva l’ora uno sconosciuto le sborrasse in bocca,
sentirlo esplodere ed ingoiare fino all’ultima goccia. L’eccitazione era
tale che ci mise davvero poco a venire…soffocò i suoi gemiti
mordendosi le labbra.
Ritornata al tavolo, ora molto più tranquilla e serena, prese il cellulare dalla borsa e digitò un messaggio:
“Posso dirti una cosa? Sei uno stronzo”
“Lo so” fu la sua risposta immediata.
“E ne sei fiero?”
“Oh sì”

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