Le cinque giornate di Milano- Seconda giornata

di Suve

puoi contattare l’autore a scrivocosiperscrivere@gmail.com

E’ il secondo giorno dei tumulti a Milano.
Il Viceré Ranieri Giuseppe è a colloquio con i suoi sottoposti.

Si Rivolge al Generale Radetzky

– Josef, fammi il punto della situazione –

– Eccellenza, i rivoltosi sono molti ma male armati, per lo più con fucili presi dai musei anche se ne hanno sottratti diversi ai nostri soldati, però hanno innalzato barricate praticamente in ogni via, dissestando il selciato e cospargendolo di ferri e vetri per impedire l’uso della cavalleria, e dai tetti e dalle finestre ci tirano addosso di tutto.
Io ho circa 18.000 uomini a disposizione ma ogni pattuglia, ogni contingente che mando per quelle stradine rischia di essere perduto. Per adesso ci siamo asserragliati sulle mura e nel castello sforzesco. Ho messo gli jager sulle guglie del duomo e da lì bersagliano chiunque si faccia vedere. Purtroppo devo riferire che l’assalto al palazzo del governatore non ha avuto esito positivo. Pensavamo di catturare i capi della rivolta, quelli del club della Pasticceria Cova, ma ci sono sfuggiti e ci dicono che siano rintanati in Via Montenapoleone.
Sto pianificando un piano sia per catturarli che per riconquistare le strade. –

– La situazione è delicata Josef, soprattutto politicamente. L’esercito di Carlo Alberto è vicino, pronto ad intervenire, e adesso che l’O’Donnel è stato costretto a fare quelle concessioni… Il Governatore Spaur è fugg… si è ritirato a Verona e dovrebbe mandarci rinforzi, ma è il fattore tempo che ci condiziona, ogni giorno in più è una tentazione per i piemontesi. So che Manara e Casati vogliono chiedere l’intervento di Carlo Alberto. Fortunatamente sono contrastati dal Cattaneo e dal Litta ma non so fino a quando resteranno divisi. –

– Forzerò i tempi Eccellenza. –

– Bene, conto su di te –

Uscendo, il generale incrocia il Conte Janosz che con aria affranta lo blocca.

– Generale, dovete aiutarmi. Mia figlia, la contessina Sissi, non riesco a trovarla. –

– Conte, c’è una rivolta in corso, non posso certo dare la priorità alle ricerche, ma rivolgetevi al mio attendente e vedremo cosa si può fare. –

La contessina Sissi, 20 anni, figlia primogenita del Conte Janosz, non è semplicemente scomparsa. No, è in una casa vicino al Duomo e con lei c’è il suo innamorato segreto, un giovane nobile italiano di nome Andrea. Lei non si interessa di politica e si è infatuata di quel bel ragazzo così distinto e ricercato senza sapere che fa parte della cerchia del Marchese Gabrio Casati, uno dei capi della rivolta.
Ai primi rumori della sommossa, lei ha perso di vista i genitori, nel mentre tutti gli austriaci cercavano l’aiuto e la protezione delle truppe occupanti, e vistasi sola ha vagato per le vie cercando il suo innamorato. E’ stata fortunata, benché riconosciuta come austriaca ed oggetto di laide e non volute attenzioni da parte di qualche uomo, il suo perfetto italiano e il nome di Andrea hanno convinto qualcuno a condurla da lui, su una barricata posizionata strategicamente per tenere sotto controllo una delle vie di deflusso dal Duomo. Il ragazzo se l’è vista arrivare all’improvviso, trovandosela tra le braccia, e sotto i commenti sarcastici degli altri l’ha condotta al primo piano di una casa lì accanto.

– Sei stata una pazza, potevi morire. Io ti facevo al sicuro al Castello insieme ai tuoi. Qui è pericoloso. –

– Oh amore mio, dovevo venire da te, dovevo vederti. –

Nell’ombra della stanza i due giovani abbracciati si rinnovano le loro promesse d’amore dimenticando tutto ciò che li circonda.
I loro baci appassionati diventano più profondi, la mano di lui si protende nella scollatura dell’abito di lei carezzandole i seni, e la ragazza risponde con più foga ai baci, sentendosi riempire di calore.

Il pagliericcio è a pochi passi ed è naturale che i due vi si avvicinino e vi si lascino cadere persi l’uno nell’altra. Le carezze impetuose del ragazzo fanno da contraltare a quelle ugualmente appassionate ma goffe di Sissi, che non trova il coraggio di slacciare le braghe di lui e si limita a carezzarne il turgore da sopra la stoffa. La passione li prende portandoli con se in un mondo solo loro.

– Aiutami a spogliarmi –

Sussurra lei nella bocca di lui, e subito glielo impedisce riappropriandosi della bocca tumida.
A tentoni, continuando a baciarsi, i due si spogliano. Dell’essenziale l’uomo, più laboriosa l’opera della donna che comunque rimane con la biancheria intima togliendosi infine anche quella. Nuda, la pelle arrossata da un pudore istintivo, Sissi si copre i seni ed il pube.
La muta ammirazione di lui le dà coraggio, le fa allontanare le mani dal corpo. Si offre con ardore anelando i suoi baci. Si rannicchia tra le braccia forti del ragazzo e apre appena le gambe per permettere alla mano di lui di raggiungerla nel suo posto più intimo. Geme Sissi alla carezza che la fa impazzire, muove le anche per andare incontro alla mano, alle dita che la frugano curiose e che bagna copiosamente dei suoi umori quando gode, l’urlo smorzato dalla bocca di lui.

Affannata, rossa in viso, lo guarda con aria furbetta scivolando via tra le sue braccia, respingendo il tentativo di trattenerla, sdraiandosi di lato, la testa poggiata sulle gambe di lui vicino all’inguine. Impacciata, prende nella mano il cazzo eretto. Ancora non è avvezza a elargirgli quella carezza che ha sempre considerato proibita, ma oggi vuole osare di più, sa che lo stupirà. Languidamente poggia la lingua aperta sulla cappella gonfia, la fa scivolare su un lato, poi sull’altro. Apre appena le labbra a racchiudere forse un centimetro della carne bollente, succhia forte.

— AAAAAAAHHHHHH. Sissi… dove hai imparato… –

Lei lo guarda dal basso, arrossendo ancora di più.

– Ho chiesto alla mia dama di compagnia cosa piace a voi uomini… a te piace? –

– Oh sì, sì… mi piace da morire. –

– E allora lo farò –

Adesso non può più parlare Sissi, la bocca riempita dalla dura verga. Segue i consigli della dama di compagnia e poi l’istinto, ripassando nei punti dove lo ha sentito vibrare, fremere di piacere. Cerca di prenderne in bocca più che può, avverte uno spasmo all’ugola ma non demorde e con cautela fa scomparire tra le sue labbra i due terzi della lunghezza. Di più non riesce ma è abbastanza per il ragazzo che si affretta a staccarla da se per timore di goderle così, in bocca. Si ripromette di provare un’altra volta quel tipo di piacere ma ora l’urgenza è un’altra.
Con gioia lei si fa distendere sul giaciglio, apre le gambe, lo accoglie e si muove insieme a lui fino all’apoteosi che li coglie quasi insieme: prima lei deliziata dalle sensazioni che le corrono per tutto il corpo, poi lui, attento ad uscire per eruttarle sul pancino bianco latte.
I due amanti si scambiano tenere carezze sulla pelle, strettamente abbracciati, solo allora rendendosi conto del rumore che, da diversi minuti, proviene dall’esterno.

Grida, urla, spari.

La pattuglia austriaca li sorprende ancora abbracciati e un colpo di baionetta stronca il tentativo di lui di alzarsi.
Sissi guarda sconvolta il suo amore cadere agonizzante sul pavimento, ma già è stata afferrata da mani rudi che la alzano, la spingono. Voci in più lingue la insultano. Le capisce tutte.

– Maledetta baldracca italiana. Ti piace scopare? Adesso proverai i cazzi di veri uomini –

Vorrebbe gridare Sissi, dire che è austriaca anche lei, però la sua bocca è tappata da una mano sporca, che odora di polvere da sparo.
Più mani la tengono ferma sul giaciglio mentre a turno i soldati si calano i pantaloni e le salgono sopra. Continuano ad insultarla, godendo uno ad uno dentro di lei. Ebbri di sangue dopo aver conquistato la barricata e fatto fuggire i pochi difensori italiani, i soldati sfogano su di lei la rabbia, la paura della morte, la voglia di vendetta.

– Ehy, alla troia sta piacendo. Guardate, muove le anche. –

Una risata generale risponde alla frase del soldato che in quel momento è tra le gambe di Sissi.
Non ha mentito, è vero che le anche si sono mosse, ma non per il motivo che pensa, non a causa sua.
Sissi si sente estraniata. Il suo corpo viene abusato ma la sua mente vaga libera e, non riuscendo a accettare la situazione, si rifugia in un mondo tutto suo, dove lei e Andrea si amano come stavano facendo poco prima. Gli occhi fissi in quelli dell’amato poco distante, Sissi immagina di star facendo l’amore con lui. Il resto è solo frizione meccanica di carne contro carne, nella sua testa è Andrea che la sta possedendo e lei gli risponde con ardore, con il corpo che si agita anche nella realtà.

– Sì amore mio… prendimi… prendimi, sono tua, solo tua. –

Dice nel sogno ad occhi aperti, ma nessuna parola esce veramente dalla sua bocca.
L’amplesso onirico prosegue e lei nemmeno sente i commenti della soldataglia quando si bagna. Il corpo risponde agli stimoli della mente ma è nel sogno che Sissi geme e incita Andrea a fare più forte, a farla godere. Anche quando la rigirano e la pongono a quattro zampe, si agita non per sottrarsi ma per mantenere il contatto visivo con l’amato.

Il dolore che prova nel momento in cui le forzano il piccolo ano vergine arriva appena nel suo mondo distante. Urla, è vero, e le sue urla fanno ridere i mascalzoni che la stanno violando, ma Sissi, dentro di lei, geme ancora invocando il suo bell’amante italiano.

Andrea assiste impotente alla scena. Disteso sul pavimento, senza forze, sente la vita sfuggirgli dalla ferita al ventre. Sarebbe facile lasciarsi andare, addormentarsi per non sentire più il dolore atroce che prova, ma gli occhi di lei lo distolgono, lo incatenano. L’amore che promana da quello sguardo fa dimenticare anche a lui la sofferenza, come se il mondo etereo di Sissi lo avesse avvolto. Assiste passivo cercando di comunicarle tutto il suo amore, sorride quando lei gli sorride, socchiude le labbra quando lo fa lei e lentamente sprofonda nell’oblio.

Al termine, quando ognuno ne ha avuto abbastanza, i soldati si tirano su i calzoni, si riassettano le divise, riprendono le armi commentando l’un l’altro la propria “prodezza”, abbandonando Sissi distesa sul pagliericcio. Non si accorgono nemmeno di quando lei inizia a strisciare sul pavimento verso Andrea, di quando prende la sua mano e la stringe forte, lo fanno solo al momento di andarsene.

Sissi si è ritrovata improvvisamente libera e, come può, si muove verso il ragazzo steso. Nel suo sogno lui la chiama e lei accorre. Centimetro dopo centimetro si avvicina fino a stringere la mano che già si fa fredda. Lo chiama senza voce e sorride felice sentendo nella mente la voce di lui che la chiama a sua volta. Nemmeno si accorge della baionetta che le penetra nella schiena inchiodandola al pavimento.

 

Share this Post

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>
*
*