Lo yacht-1

di Suve

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Estate. Che c’è di meglio in estate di una crociera nel Mediterraneo? Questo pensava Alessandro, quarantottenne proprietario, oltre che di una fabbrica con circa 200 dipendenti, di uno Yacht, il Sophie, di 25 metri ancorato a Salerno.
Proprio a Salerno si stava dirigendo in un’auto a noleggio dopo essere atterrato a Napoli.

Era il suo momento preferito, quello dove staccava, dopo un anno di duro lavoro, e si godeva tre settimane a zonzo per il Mediterraneo con la sua amata “barchetta”.
Aveva sempre avuto la passione per il mare e dopo anni di lavoro, raggiunta una certa posizione economica, aveva acquistato questo yacht costruito nel 1999 a Forlì. Non lo aveva pagato poco ma si era innamorato appena salito a bordo la prima volta. Il costruttore era stato capace di ottimizzare gli spazi ricavando camere per equipaggio ed ospiti, sala da pranzo, cucina, bagni, ed un’ampia porzione all’aperto.

Quest’anno la meta erano le isole greche e con se avrebbe avuto sua figlia Arianna, 20 anni, avuta da un matrimonio oramai concluso, con la sua amica e coetanea Natasha. Non prevedeva problemi, sua figlia sapeva già che avrebbe potuto incontrare una “matrigna temporanea”. Era già successo e non si era mai mostrata gelosa delle donne con pochi più anni di lei con cui lui si accompagnava. Infatti ad Atene avrebbero preso a bordo Sybille, una tedesca di 30 anni, l’ultima compagna in ordine di tempo, che sarebbe arrivata in aereo da Berlino.

Parcheggiata l’auto in un’area riservata vicina al porto, venne accolto dal Capitano dello Yacht: Jacques, quarantenne francese di Marsiglia, da anni suo uomo di fiducia per quel che riguardava la Sophie. Con lui Mino, che Jacques gli presentò come membro dell’equipaggio per quella crociera. Un italiano di 28 anni dal fisico asciutto e teso come un arco il quale prese le valige di Alessandro e seguì i due verso il molo.

A bordo Jacques gli presentò il resto dell’equipaggio: Un nero gambiano dal nome impronunciabile che tutti chiamavano Bibi: alto, statuario, con muscoli ben evidenziati dall’attillata t-shirt che indossava; Carlos, uno spagnolo di circa 40 anni, la pelle bruciata dal sole e dalla salsedine con due occhi blu acqua di mare ed infine Ciro, un diciottenne napoletano al suo primo imbarco. Preso possesso dell’imbarcazione, Alessandro si concesse una doccia rinfrescante. Dovevano attendere l’arrivo di sua figlia e dell’amica prima di salpare.

Arianna e Natasha sono compagne di università ed hanno stretto una forte amicizia trovando tanti punti in comune tra di loro, in primis la voglia di divertirsi. Stanno arrivando in auto dal Salento, di dove Natasha era originaria, per lasciare l’auto da dei parenti a Salerno e poi imbarcarsi. Hanno passato una settimana di relax a casa di Natasha, concedendosi lunghe sedute al sole, e non vedono l’ora di partire per la Grecia.

– Sicura che tuo padre non faccia storie se vengo anche io? –

– Te l’ho ripetuto mille volte, non ci sono problemi. Anzi a lui fa piacere che io abbia amiche.-

– Sì, ma non gli saremo d’intralcio? Magari vuole stare… –

Natasha si fa scrupoli a nominare una eventuale sostituta della madre di Arianna. Questa si risponde una grassa risata.

– Intendi con la sua “amichetta” del momento? Non ti preoccupare, so bene che papà si diverte come può, d’altronde è ancora giovane. Si fa la sua vita e lascia che io mi faccia la mia, l’importante è non essere invadenti e vedrai che andrà tutto liscio. –

– Sì ma… non avrà nulla da ridire se…. Ari, guarda che io voglio divertirmi, se incontro qualche bel fusto… –

Arianna ride ancora:

– se è veramente fusto…. lo dividi con me. Ti ho detto che papà si fa gli affari suoi, certo però non è il caso di farsi trovare col culo scoperto a spompinare qualche bel ragazzo greco. Un po’ di discrezione e ci lascerà fare quel che vogliamo, stai tranquilla. –

I discorsi tra le due ragazze virano su argomenti più leggeri e spensierati, già pregustando la bella vacanza che le attende.

Sybille sta per atterrare ad Atene. Da un anno è l’amante di Alessandro, da quando lui la vide ad una manifestazione commerciale a Milano dove lei era hostess-promoter. E’ bastato poco perché i due si intendessero e si piacessero. A Sybille è piaciuto soprattutto il sorriso da mascalzone che Alessandro sa sfoderare. Non ha badato alla differenza di anni, e allora nemmeno sapeva delle potenzialità economiche di lui. Le è bastato qualche sorriso, un complimento, un invito a cena e la sera stessa si sono rotolati tra le lenzuola fino a tarda notte. Da allora Sybille appena può, poiché continua a fare la hostess-promoter in giro per il mondo, va a vivere nella villa di Alessandro poco fuori una cittadina del nord Italia. Alessandro la ricopre di attenzioni, le fa bei regali, ma lei vuole sentirsi libera, cosa che va bene anche a lui, e così intrattengono un legame/non legame soddisfacente per entrambi.

Prima di salire sulla Sophie, la barca di Alessandro che non conosce, Sybille ha intenzione di passare due giorni ad Atene, di rivedere un suo vecchio “amico”. Sa già che ci finirà a letto ma non è tradire, anche Alessandro non rimane in castità quando lei non c’è. Il tacito accordo è che quando sono insieme sono fedeli l’uno all’altra, né d’altronde avrebbero energie per eventuali distrazioni perché quando si incontrano ogni notte è all’insegna dell’erotismo.

– Appena fuori dal porto mi piacerebbe correre un po’, per vedere come se la cava la Sophie dopo un anno in porto –

Le ragazze sono arrivate e Alessandro non perde tempo. Seduto di fianco a Jacques, gli dice di salpare mentre le ragazze stanno prendendo possesso delle loro cabine.

– Certamente Alessandro, appena siamo fuori dalle acque territoriali facciamo sfogare un po’ la piccola. –

Quando sono in navigazione, Jacques chiama Alessandro per nome perché il Capitano è la massima autorità in mare. Nessuno dimentica il proprio ruolo e nel rispetto reciproco sembrano più amici di vecchia data che proprietario e subordinato.
Più sotto, nella cabina, Natasha viene raggiunta da Arianna.

– Allora, che te ne pare? –

– Accidenti, non mi aspettavo tutto questo spazio, è una barca di lusso questa. Non pensavo che tuo papà avesse tanti soldi –

– Beh, ce ne sono di molto più lussuose in realtà, ma papà ama togliersi questo capriccio e per fortuna se lo può permettere –

– Sì… beh, credo proprio che ci divertiremo: hai visto i ragazzi dell’equipaggio? Il nero è bono da paura, ma anche gli altri non sono male: quello spagnolo con la sua aria vissuta, che pare volerti spogliare solo guardandoti, l’italiano con quell’aria da canaglia e quell’altro ragazzo, mi pare tanto timido quanto è caruccio –

– Ehy Nati, già ti è partito l’ormone? –

Ride spensierata Arianna. Anche lei ha notato l’equipaggio, molto meglio assortito di quello dell’anno precedente, ma punta più sugli incontri da fare in Grecia.
Le due ragazze si preparano indossando solo il costume, due bikini ridotti, verde acqua marina quello di Arianna, bianco neve quello di Natasha, e salgono in plancia sedendosi dietro Alessandro ed il capitano. Vedendole passare, i membri dell’equipaggio si fanno l’occhiolino e commentano sottovoce:

– Belle fighette, chissà se ci si può fare qualcosa. Eh Bibi, che ne dici tu? –

Il primo a parlare è Mino, sfrontato come suo carattere. Carlos interviene con tono bonario.

– Ricordatevi che una è la figlia del padrone e se fate gli stronzi Jacques è capace di abbandonarvi in alto mare –

– Basta non farsene accorgere, vero Ciro? Ehy Ciro, che gli faresti tu a quelle due? –

Mino stuzzica quello che per lui è un ragazzino imberbe, ed in effetti il fisico di Ciro è minuto, parrebbe un nerd se non lo si vedesse al lavoro dove dimostra la sua competenza ed anche una notevole forza fisica. Di carattere schivo, arrossisce alla battuta dell’amico e si gira per sistemare le sdraio sulla coperta.

– Lascia in pace il ragazzo Mino –

interviene ancora, divertito, Carlos:

– E che gli ho detto? Lo stuzzico perché non vorrei mi diventasse ricchione –

– Non lo è, lo sai, non siamo tutti “figlio ’e’ ntrocchia” come te .-

C’è rispetto ed amicizia tra i quattro che si sono conosciuti quando Jacques li ha chiamati una settimana prima per rimettere in sesto la barca e prepararla per il viaggio. E’ bastato poco per riconoscere negli altri competenza ed affidabilità ed alla gente di mare tanto basta per andare d’accordo. Dopotutto se Jacques, che conoscono ed ammirano chi da più chi da meno tempo, li ha scelti è perché li ritiene adatti ed ha fiducia in loro. Così i quattro si prendono bonariamente in giro tra loro formando una squadra affiatata.

– Saranno loro a stuzzicare me se appena mi vedono sotto la doccia –

Bibi si associa alle battute facendo simpaticamente lo spavaldo. Da anni in Italia, dopo essersi imbarcato la prima volta giovanissimo, parla bene l’italiano e apprezza il cameratismo degli alri.

– Boooom, l’hai sparata grossa, secondo me la storia che i neri ce l’hanno enorme è una balla –

Mino prosegue con i suoi scherzi facendo ridere gli altri, e Bibi ci sta:

– Lo scoprirai se mi ti trovi alle spalle… ma allora sarà troppo tardi –

Ridono tutti insieme dello scherzo ma basta un’occhiata di Jacques, che si è girato sentendo le risate, per farli correre ognuno alle proprie mansioni.

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