Mara /2

di Aedon69

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2. Ripercussioni

Questo contenuto è riservato a un pubblico adulto. Proseguendo nella lettura dichiari di avere almeno 18 anni.

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Mi chiamo Mara, ho 47 anni, sono stata lasciata da mio marito, ho dei problemi di droga e mio figlio è entrato in un bruttissimo giro.

Ieri Roberto, mio figlio, ha scoperto che gli avevo preso un po’ di coca dalla stanza e me l’ha fatta pagare: mi ha scopato brutalmente, per tutta la notte io sono stata l’amante di mio figlio, la sua sgualdrina.

È domenica, Roberto è uscito e non tornerà che stasera, mi ha ordinato di rassettare la casa, lasciata abbandonata a se stessa da quando ho iniziato a fare abuso di cocaina. Giro per la casa con indosso solo la mia vestaglia, sotto sono nuda, accendo lo stereo e mi preparo una striscia di coca, ieri me la sono meritata, ho il culo dolorante dopo che mio figlio lo ha usato in tutti i modi possibili.

Suonano alla porta, mi butto un accappatoio addosso per coprirmi, apro innervosita, è Roberto col suo amico Mario.

“Ciao Mà…”, mi saluta, la sua voce è fredda come i suoi occhi, “…io e Mario ci fermiamo qui a vedere le partite, tiraci fuori un paio di bottiglie….”.

Loro si siedono mentre io mi dirigo verso il mobile a prendo una bottiglia di gin ed una di rhum.
“…..levate st’accapatoio, che stai a fa così, me sembri un pinguino….”, mi dice Roberto, lo accontento, il suo tono è scherzoso ma il suo sguardo luccica di una vena di malvagità.

Rimango con la mia sottoveste nera, lunga e trasparente, il mio seno è nudo mentre la mia intimità è coperta da un minuscolo perizoma.

“..versace da beve…”, continua Roberto, “…fai la brava padrona de casa…”.

Mi chino sul basso tavolino, so che le mie natiche sono in bella mostra davanti gli occhi dei due giovani, vedo le strisce di coca già preparate sul tavolino, mi giro a guardare mio figlio.

Roberto intuisce il significato del  mio sguardo: ”..ne vuoi una? Accomodati mammina, fatte nà bella striscetta…”, ride rivolto al suo amico, ammiccano, io non me ne curo, vedo solo la polverina sul tavolo.

Mi inginocchio, le mie natiche, coperte solo da un minuscolo filo di cotone, esposte ai loro occhi, tiro un sniffata, la partita inizia, gli occhi di Mario sono fissi sul mio culo, mi vergogno ma rimango lì inchiodata, inginocchiata e faccio finta di vedere la partita.

Iniziamo a bere, a sniffare per poi bere, di nuovo, la mia testa diventa leggerissima, rido delle loro urla, al primo gol si abbracciano, poi rivolgono le loro attenzioni su di me, mi stringono, sento le loro mani insinuarsi sotto la mia sottoveste, io passo dalla paura all’euforia, si siedono, vedo il turgore dei loro cazzi trasparire dai jeans sdruciti, faccio un altro tiro.

A fine partita si brinda con un altro bicchiere di gin, sono partita, la stanza mi gira intorno, loro urlano, cantano inni, io sono ancora sul tappeto, sento le mani di Roberto che mi afferrano la testa e la portano sul tavolino, verso l’ultima striscia.

“…tira l’ultima e poi apri la bocca….te lo voglio mettere in gola….”

Io non reagisco, sniffo avida ed apro la bocca, in attesa che mio figlio mi infili il cazzo giù fino in gola, mi spaventa quel ragazzo alto, frutto del mio grembo, minaccioso su di me.
Si sbottona i pantaloni, Mario mi sta tirando su la sottoveste, scopre le mie natiche bianche, scosta il filo del perizoma, sento la sua lingua titillare il mio ano, lo bagna tutto, saggia la sua resistenza con un dito, poi entra, io gemo, il suo dito si muove nel mio culo.
Roberto mi tiene fermo il viso, sento l’odore del suo cazzo che si fa largo tra le mie labbra, profana la mia bocca spingendo la cappella giù in fondo alla mia gola, inizia a muoversi veloce, sbatte il suo cazzo fino in fondo.
 Mario si dedica al mio culo, lo lecca mentre con le dita allarga il mio buco umido di umori e saliva. Io mi tocco il clitoride, distrutta dal piacere, sento il calore sciogliermi il ventre ad ogni movimento dei due ragazzi.
La mia testa viene afferrata da Roberto, continua a scoparmi in bocca, violento, maschio. Sento la cappella di Mario poggiarsi al mio canale posteriore, lo sento dilatare il mio sfintere mentre  entra dentro di me, le sue mani mi stringono le tette, stringono i capezzoli, afferrano le mie natiche con violenza mentre mi incula come un ossesso.
Roberto si sdraia, io mi inculo sul suo cazzo duro, lo sento scivolare nel mio buco avido.
Allargo le gambe mostrando la fica a Mario, lo guardo, non c’è bisogno di parole, è dentro di me.
Mi scopano in entrambi gli orifizi, ogni colpo è un gemito, impazzisco, ne vorrei altri, vorrei essere piena di cazzi che mi prendono a turno, lo urlo, lo chiedo loro, ai due ragazzi che mi stanno scopando come una troia.

Mi fanno mettere di nuovo inginocchiata, la testa poggiata sul tappeto, il mio culo offerto ai loro arnesi, in tiro, duri, lucidi di umori viscidi, sento il primo slargarmi l’ano, lo sento muoversi. il secondo che poggia la sua cappella, lo sento spingere, mi vogliono inculare entrambi, mi fanno male, mi dilatano con forza, senza curarsi del mio dolore, sento come se mi avessero squarciato in due, sono dentro di me, entrambi.
Del liquido viscido cola tra le mie cosce, sto avendo un orgasmo, oscenamente aperta, sfondata dai due giovani, senza pietà, urlo come una belva mentre la mia fica gronda umori in preda all’orgasmo.

Roberto e Mario continuano a scoparmi, imperterriti, mi fanno mettere sulla poltrona, mio figlio sta slabbrando la mia fica, mi tiene le gambe all’altezza delle spalle, affonda senza pietà dentro di me, io non posso urlare, il cazzo di Mario riempie la mia bocca, lo sfila e lo spinge giù di nuovo, mugolo di piacere, le labbra sporche di bava, umori, lo lecco tutto con foga.

Roberto mi tortura il clitoride, perdo il controllo.

”Dai su, scopami, guarda la tua mamma quanto è troia….mhhhhhh…avevi detto che ero frigida, guarda come sono fradicia….continua a darmi il cazzo……datemelo anche nel culo…..vi voglio insieme….daaaaaiiii….”.

Non se lo fanno ripetere.

Mario si siede, io mi impalo sul suo membro teso, le mie mani allargano le natiche per offrire il mio orifizio anale a Roberto, lo sento entrarmi dentro, godo ed urlo, mi sento piena, viva, senza freni vengo di nuovo, spossata mi accascio sdraiata sul tappeto.

Loro mi sono sopra.

Sento il loro cazzi forzarmi le labbra : “…apri la bocca che ora ti affoghiamo di sborra….”

Li aspetto, la mia lingua succhia le cappelle dei due giovani, lo voglio, voglio sentire il loro sperma scendermi nella gola, voglio bere tutto come una puttana.

I loro schizzi inondano la mia faccia, la bocca, i capelli, ingoio tutto, lecco, annuso, godo di nuovo.
Sono sfinita.

Siamo tutti e tre in salotto, fumiamo una sigaretta in silenzio, mi alzo e vado in bagno, mi butto sotto la doccia, la fica mi cola, calda ed arrossata, li vedo sulla porta, Roberto ha il mio fallo nero in mano e lo agita con fare minaccioso.

Mario si avvicina a me, mi porge un piccolo specchio con due strisce di coca, tiro senza remore, sono una sballata puttana senza freni, il vedermi così ingorda li fa eccitare di nuovo, i loro cazzi sono nuovamente duri….sarà una lunga domenica.

[un nuovo capitolo viene pubblicato ogni due giorni! Torna all’indice]

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