Mind Sharing /2

di Cigno

Ci sedemmo lontani. Io ero ad un tavolo con altri illustri sconosciuti. Lui era in fondo, col sigaro in mano, accompagnato da una schiera di altre persone, tutti suoi sottoposti.

Il conduttore della serata, dopo una breve introduzione, acclamò con fare parecchio euforico la persona che tutti stavano aspettando.

“E’ con enorme piacere che abbiamo qui presente uno dei geni del nostro tempo. La persona che ha rivoluzionato le nostre vite e che probabilmente permetterà all’umanità di evolvere in modi che ancora non immaginiamo.”

Ero tesa. Il momento stava per arrivare. Controllavo frenetica gli appunti della serata. Avrei dovuto essere concentrata per quel momento, per la nostra equipe. E invece non pensavo altro che all’erezione di Adam e ai miei capezzoli premuti contro il tessuto in seta e carbonio.

Dovevo concentrarmi.

“Signore e signori, accogliamo con un caloroso applauso, la professoressa Robin Foster!”

Mi alzai. Avevo i miei appunti in mano. Il vestito aveva cambiato colore e si prestava allo sguardo stupefatto di tutti. L’unica persona ignorata professionalmente era anche l’unica persona attesa quella sera. Nessuno sapeva che volto avesse il professor Foster. Nessuno sapeva che si trattava di una donna.

Arrivai sul palco e mi avvicinai al pulpito. Con lo sguardo cercai di trovare Adam.

Lui era lì. Aveva un volto gelido, pietrificato. Era tesissimo. Chiunque in sala era sconcertato ma lui aveva un’espressione magnetica.

Non avevo pensieri che per lui.

“Grazie a tutti, colleghi! Siamo qui riuniti oggi perché il progresso e il futuro dell’umanità è in questa stanza, di fronte a me. Siamo all’alba di una nuova era. Un nuovo mondo creato su misura per l’uomo e proiettato verso traguardi fino a qualche tempo fa irrealizzabili….”

Iniziai il mio discorso, come da programma. Un discorso riguardo le prospettive dell’umanità. La voglia di cambiamento, di condivisione. La politica, l’economia. L’esercito.

Tutti stavano ad ascoltare le mie parole ma solo Adam ascoltava me. Vedeva me. Voleva me.

Era inebriato dalla mia presenza. Io ero eccitata e mentre parlavo pensavo a lui.

Il mio abito mutò ancora. Lentamente, mentre pronunciavo frasi altisonanti e cariche di retorica, il mio decolletè si allungava, le mie cosce si mostravano, i miei fianchi si rivelavano.

Il mio vestito parve dissolversi del tutto, lasciandomi nuda.

Già. Nuda davanti ad una platea di persone. Nessuno poteva accorgersi di nulla. L’unico che poteva notare questo cambiamento era Adam. Rimase lì, a guardarsi intorno per cercare di capire se fosse l’unico a vedermi completamente nuda sul palco. Era così.

Avevo le tette al vento. Erano luminose, sode, ben proporzionate.

Continuai il mio discorso. La folla applaudiva a sprazzi durante qualche battuta.

Lui rimaneva fermo, a contemplare il mio corpo.

Io ero soggiogata dal suo sguardo. Notavo la sua eccitazione a distanza.

Era bellissimo. Non vedevo l’ora di scendere dal palco per portarlo di sopra, ai miei alloggi. Lui probabilmente voleva lo stesso.

Terminai il mio discorso e tutti si alzarono in piedi. Io mi inchinai con grazia. Dietro di me c’era il tavolo della presidenza del convegno. Decisi che se eravamo arrivati a questo punto occorreva concludere con bellezza.

Mi girai dando le spalle alla platea e feci un inchino protratto nei confronti degli alti membri del tavolo di presidenza.

Il mio sedere era alla mercè del solo uomo in quella sala che poteva vederlo.

Non potè non notare le mie natiche aprirsi e svelare la mia umida e calda vagina che ormai bagnava il costoso abito in seta e carbonio.

Lo feci per lui, per mostrargli cosa gli aspettava.

Tornai al mio posto e lui non c’era. Era andato via.

Rimasi senza fiato.

Sono passati 4 anni. Adesso, finalmente, lo rivedo.

Siamo di nuovo nello stesso hotel. Nessuna conferenza. Nessun galà.

Solo io e lui. Lo attendo al bar mentre gusto un margarita.

Da lontano sento qualcuno ordinare un whiskey. Odore di sigaro.

E’ arrivato.

Mi giro e lo vedo. Mi fissa. Si avvicina con il suo solito portamento.

Mi bacia la mano e mi dice “Sembri troppo bella e intelligente per essere solamente una donna in vacanza.”

“Sono in attesa di qualcuno, in realtà.” rispondo io.

“Sei bellissima.” confessa lui. Io arrossisco. “Sei bella come la prima volta che ti ho vista.”

“E tu sei scomparso.” Rispondo io, lapidaria.

“Eri la regina della serata, sapevo di non poterti avere tutta per me quella sera.” dice lui.

“Io avrei aspettato soltanto te.” rispondo io.

“Adesso siamo qui. Che vogliamo fare, signor Presidente?” replica Adam, con tono scherzoso.

Gli sorrido e lo invito a smettere di usare quel nomignolo che tanto odio.

Mi bacia. Sulle labbra. Chiudo gli occhi. Sento un brivido lungo la schiena. Mi poggia le mani sulle braccia. Mi stringe a sé.

Mi fa letteralmente impazzire. Ricambio con foga il suo bacio e tendo una mano verso il suo cavallo, irrobustito dalla mia presenza.

“Sei frettolosa, cara!” dice lui.

“Quattro anni sono una attesa sufficiente, non credi?” rispondo io mentre con la mano individuo il suo pene eretto e lo stringo a me.

Saliamo su in camera senza smettere di baciarci. La porta si apre con uno scatto di lato, Adam mi stringe le spalle e mi butta sul letto.

Io rimango gambe in aria e sguardo su di lui. Adam si toglie la giacca e la camicia. Sfila i pantaloni e mi offre la visuale del suo pene duro e turgido. Io lo guardo e slaccio la zip del mio vestito col pensiero.

“Un vecchio modello, questo?” chiede lui.

“Il mio preferito. Cotone e zip in acciaio. Semplice e fa il suo lavoro quando lo decido io.” rispondo.

“Il mio preferito è quello che mi ha permesso di vedere il tuo culo in mezzo a tanti fisici arrapati.” replica lui.

“Oh… quindi l’hai notato.” rispondo io. “E che cosa vuoi fare, adesso?”

“Lo scoprirai adesso.” dice lui, mentre mi mostra il suo cazzo in erezione.

“I fisici hanno dei bei peni” faccio notare io.

“hai visto tanti peni di fisici?” chiede lui.

“Solo quelli di cui mi importa davvero.” rispondo io mentre accolgo il suo glande tra le labbra.

Chiudo gli occhi e inizio a baciare, succhiare e aspirare avidamente quella meravigliosa asta di Adam.

Sento i capezzoli stringere. Adam li tiene nella sua morsa.

Lo massaggio ai testicoli, cercando di dominare l’istinto dell’orgasmo. Sento il suo corpo vibrare.

Con la cappella ben inumidita mi avvicino e lo inizio a segare con i miei seni.

Lui è coinvolto, arrapato, teso da morire.

Io sono un fiume in piena di umori. Non vedo l’ora di ricevere il frutto di tutte le sue pubblicazioni di questi 4 anni.

Lo mordo al ventre. Lo tocco ovunque. Lui mi passa le mani sulla schiena. Cerca di invadere il mio sedere con la punta del dito medio. Glielo lascio fare, è li che voglio che inserisca le sue dita.

Voglio le sue dita su per la fica.

Voglio la punta del suo medio dentro il culo. Voglio che senta come stringo bene l’ano. Lo voglio adesso.

Lui si abbassa e inizia a baciare il mio interno coscia. Io mi distendo e inarco la schiena. Il suo indice entra dentro la mia vagina. La sua lingua si poggia sul mio clitoride.

Inizia a leccare e titillare in modo sincrono, mandando il mio cervello su Plutone.

Grido, Ansimo.

“Ti voglio dentro. Vieni dentro di me.” gli dico io, quasi con autorità.

Lui afferra il cazzo e lo appoggia sulle mie grandi labbra. Preme la cappella e la fa aderire alla vagina. Con una spinta di reni introduce il resto dell’asta e per me è l’inizio del paradiso.

La sua stantuffata è sublime. Meglio di quanto credessi. Sono eccitata. Avverto le pareti della mia fica distendersi e surriscaldarsi.

Lui mi penetra con foga.

Mi mette a schiena in giù. Poi mi porta su. Poi di lato. Io intanto godo e gli chiedo di fare il porco per me.

Lui mi chiede di essere la sua porca, mi chiede di gridare al punto da farmi sentire da tutti.

Lo accontento. E’ bellissimo.

Gli chiedo di essere gentile con me. Di essere cauto con il mio ano. Lo voglio dentro ma so che mi fa male.

So che lo desidero nel culo ma gli chiedo di non essere violento. Lui mi risponde che mi farà solo del bene.

Mentre lo inserisce, lui mi suggerisce come fare. Mi chiede di inarcare la schiena per dare la miglior apertura di chiappe. Mi ordina di rilasciare lo sfintere. Mi suggerisce di allargare le natiche del mio sedere.

Mi chiede di rilassarmi. E io mi rilasso mentre lo accolgo nel mio culo. Nel mio culo diventato suo.

Lo sento letteralmente riempire. Ne sono pervasa.

E’ questa la sensazione che volevo fin dai tempi della conferenza.

Lui è qui, con me. Questo ricordo lo terrò per sempre.

“Questo ricordo” gli dico io “voglio tenerlo sempre con me. Voglio condividerlo con te.”

“Lo faremo.” risponde lui “lo rifaremo ogni volta.”

“No. Io voglio che tu sappia cosa provo io. Voglio che tu senta quello che sento io.”

Lui pompa e io godo. Lui viene e io vengo.

Lui grida e io grido.

Il suo sperma cola dal mio sedere e macchia il materasso. Siamo distesi abbracciati.

Lo guardo intensamente. So di amarlo.

“Amore. Penso che tu sappia del progetto a cui sto lavorando.” gli dico io.

“Certo.” risponde Adam.

“Sappi che è realtà. Lo vuoi provare?” chiedo io.

“Non è pericoloso?” mi chiede lui, intimorito.

“Non stavolta. Credo tu sia perfetto.” concludo io.

Programma terminato. Si prega di uscire dalla cabina energetica.

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