Penny e la terapia d’urto (prima parte)

Penelope
è una ragazza dolcissima che, con la sua prima e-mail, ci ha a
dir poco spiazzati, sia per la serietà del problema che ha
voluto confidarci, sia per la forza che sta dimostrando nel guardarlo
in faccia ed affrontarlo a viso aperto.

Nelle
mail successive ci ha sottoposto un quesito al quale è stato
difficile anche solo provare a dare una risposta. Presto lo
conoscerete anche voi. Intanto, ve la presentiamo.

Vi
scrivo per uno sfogo più che per una confessione vera e
propria. Io frequento siti hard da tanto tempo e su varie tematiche:
racconti, video, foto, chat, davvero di tutto. Il motivo è che
sono affetta da ninfomania, ho sempre il bisogno di toccarmi o avere
rapporti per avere un po’ di sollievo.

So
che nei racconti o nei film viene descritto come qualcosa di
eccitante, ma vi assicuro che non è così. Per me, a
volte, è un incubo vero e proprio. In adolescenza mi
masturbavo spessissimo di nascosto dai miei, finché non ho
iniziato a uscire con vari ragazzi, tanti. Potete immaginare, credo.
Quando vivevo con i miei cercavo di tenere la cosa nascosta e di non
parlarne a nessuno, poi mi sono fatta una mia vita, adesso sono in
terapia da un po’ con una bravissima dottoressa che mi sta aiutando a
contenere questi impulsi e sta scavando molto a fondo per capire da
cosa dipendano. Ancora non ho risolto, ho questo bisogno continuo
nella testa, ma almeno sto riuscendo a tenerlo a bada e avere una
vita quasi normale. Pensate che, qualche anno fa, andavo malissimo a
scuola perché proprio non riuscivo a concentrarmi sulla
lezione ma guardavo i compagni e i professori e fantasticavo…

Vi
dicevo del mio frequentare siti hard, soprattutto di racconti.
iprimipassi non ha mai scritto apertamente di questa cosa (li ho
letti tutti i tuoi!) ma un sacco di autori ne parlano con leggerezza,
quasi fossimo delle persone senza sentimenti. Mi trovo a masturbarmi
in maniera frenetica quando leggo queste cose, ed è terribile
perché, se fisicamente è qualcosa che mi dà
piacere, dentro mi sento morire per il modo in cui veniamo
considerate. E’ come essere posseduti: la tua testa vorrebbe fare una
cosa, ma il tuo corpo la costringe a pensare solo ad avere un
orgasmo. Bruttissimo.

A
volte mi sento davvero un mostro, nel senso di una diversa da tutti
gli altri che deve solo vivere per conto suo per non fare del male a
nessuno. Però ci sto lavorando duramente, voglio superare
questa cosa, farmi una famiglia. Spero soltanto che sia possibile,
perché il tempo passa ma i progressi sono lentissimi e sono
molto demoralizzata.

Vi
chiederete perché vi stia scrivendo, dato che non c’è
neanche una domanda alla quale possiate rispondere. Be’, perché,
a parte la mia terapista, fino ad ora non ero riuscita neanche a
dirlo in qualche gruppo di discussione anonimo, era qualcosa che
tenevo solo per me. Ma la vostra rubrica mi ha fatto venir voglia di
affrontare questa sfida, parlarne a qualcuno e fare i conti con le
reazioni della gente
”.

Come
abbiamo detto anche a lei, Penny è tutt’altro che un mostro.
E’ una giovane ragazza coraggiosa e determinata, e speriamo che
questa sua confidenza sia un piccolo passo che, assieme a tanti altri
che sta compiendo giorno dopo giorno, possa permetterle di
sconfiggere la sua malattia.

E
voi? Volete darle il benvenuto in questa nostra piccola famiglia? C’è
qualcosa che sentite di dirle o consigliarle? Naturalmente si tratta
di un tema complesso e controverso, lo sappiamo bene. Ma chissà
che diversi punti di vista, assieme a questa sua voglia di aprirsi e
affrontare l’argomento con noi, non possa aiutarla a sentirsi un po’
meno sola. E’ ciò che ci e le auguriamo.

(Vuoi
raccontarci qualcosa anche tu? Scrivici ad
anonimeconfessioni@yandex.com, e non dimenticare di indicare
nell’oggetto il nick di Atena o iprimipassi se vuoi che il tuo
messaggio venga letto solo da uno dei due!
)

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