“Principessa” un cazzo!

di Viktorie

Questo contenuto è riservato a un pubblico adulto. Proseguendo nella lettura dichiari di avere almeno 18 anni.

[Photo credit]

LITE

“Ma… Scusa… Prì…” pigolava Andrea nel letto, come un bambino nudo troppo cresciuto, mentre gli sbattevo la porta del bagno in faccia.
Incazzata nera, perché per l’ennesima volta tutto quello che era riuscito a fare a letto era la scopatina da coniglio, e non parliamo di problemi di precocità che mi avrebbero mosso a compassione, ma la totale ed egocentrica eiaculazione.
“Prì…” sentii la sua voce dietro la porta “… Scusami ma lo sai che a volte…”
“A volte?? A volte per te è sinonimo di ‘sempre’!” urlai, seduta sul cesso cercando nonostante la rabbia di orinare “Sempre! Non puoi essere così… Egocentrico!” strizzai il rotolo della carta igienica imprimendovi le unghie, avevo anche speso del bel tempo per sistemarmi anche quelle.
La sua faccia dispiaciuta fece capolino dalla porta socchiusa attirando ancora di più il mio odio “Che cazzo vuoi? Non ti degni mai di darle un’occhiata, adesso che piscio vuoi vederla?” ringhiai.
“Perché sono egocentrico?” chiese con il suo stupido ed ottuso sguardo bovino. Quanto era imbecille in quel momento, e nell’ultimo periodo? Ma era di lui che mi ero innamorata, ero davvero stata così idiota?
“Perché? Te lo spiego davvero? Perché è il nostro anniversario, e io sistemo casa, faccio la romantica, prenoto IO al ristorante, spendo anche dei soldi per sistemarmi per bene perché lo sai che anche solo spuntare i capelli costa, ho comprato un completo da rizzare il cazzo a un miglio di distanza, cazzo che ti ho trangugiato già dalla macchina in poi, e tutto quello che riesci a fare stasera è venirmi in gola prima, sgrillettarmi come se cambiassi canale della televisione poi, e in cinque minuti… Vieni!”
“… Sono stanco…” uggiolò, beccandosi quasi in viso il rotolo. “Sei stanco sempre! Se lavori, se non lavori, se vai a calcio, se non ci vai… Vedi??” sibilai alzandomi e mostrando il mio sesso ancora convintissimo dell’incipiente copula “sto colando! Sto colando perché una parte del mio cervello pensa che tu mi scoperai, e invece niente! Da due mesi, tutti i giorni!!”
Mi risedetti con la voglia di spaccare qualcosa, magari quella faccia da coglione nascosta dietro la porta che mostrava indignazione.
“Ma Princi… Non lo faccio apposta” “Ci mancherebbe!!” “… E tu sei ingiusta, che pretese hai, devo essere sempre lì a leccartela?”
Questo era troppo. E io allora? Sempre a disposizione per le sue sborratine, sempre ad dover essere sexy, e niente in cambio. Come le prostitute, un buco di carne per sfogarsi. Urlai tutto questo dicendogli di prendere le sue cose e levarsi dai coglioni, cosa che urlando a caso fece mentre rimanevo sul cesso per non averlo davanti.
Sentii sbattere la porta mentre il mio sesso ancora frignava deluso, e io sospiravo, guardando il delizioso festone della carta igienica che segnava la traiettoria fino dall’altra parte del bagno, fino alla vasca dove avrei voluto trascinarlo per un bagno bollente, in tutti i sensi.

***

SFOGO

Esco dal cesso dopo qualche minuto, sono ancora incazzata ed eccitata, e decido che per me Andrea può anche andare a farsi fottere. E quasi quasi, anche io. Mi rivesto, mi sistemo, mi rifaccio il trucco, allo specchio mi guardo e mi piaccio. I miei capelli neri sono sfilati nel carré che ho sempre portato con più convinzione di ogni altra pettinatura, un poco di eyeliner, niente rossetto carico, sulle labbra carnose mi fa sembrare una da marciapiede, abito rosso vermiglio, tacchi. E sotto quel completino che avrebbe dovuto essere la cigliegina su una torta di sesso e orgasmo.
Stasera sarò a caccia, come una volta, come prima di conoscere lui. All’epoca, un anno fa, così convinto, desideroso, desiderabile, e poi… Niente, nothing, nada, nic! Una donna ha bisogno anche di sentirsi viva.Esco, diretta in auto con la musica alta verso il Black Cat, un locale che so odiato da lui e frequentato da persone interessanti, soprattutto per quello che importa a me ora. Sarà una serata interessante perché voglio che lo sia, e alla meno peggio finirò a ballare con degli sconosciuti, meglio che in casa tra gli orpelli di una serata neanche iniziata, con l’umore e la figa brucianti.Locale affollato, piccole dimensioni, la pista poco illuminata, mi dirigo al bar. Se “lui” è qui, meglio stare per un po’ ferma, perchè decido che lascerò a “lui” almeno per un po’ l’iniziativa, soprattutto perché devo bere qualcosa, il vino della cena romantica mi pare aceto nella memoria, lo champagne sul letto aveva il sapore della sua pelle su cui lo bevevo, e devo risciacquare tutto da quelle sensazioni ormai così disgustose.

“Sai fare un reversed Vesper&Tonic?” dico al barman con lo scontrino della consumazione già pagata in mano. Annuisce. Complimenti, un barman che non si limita a versare una bottiglia di cocktail già pronto in un bicchiere, quasi una rarità. Ci mette un po’, ma non è male. Il barista, ma anche un bel bicchiere servito bene fino all’orlo. “Grazie” dico ammiccando, alla peggio concupirò questo tizio così vicino all’alcool, è sicuramente più piccolo di me, e già arrosssice.
Mi perdo nel colore cangiante della bevanda sotto le luci del locale per non guardarmi intorno, una ragazza sola qui attirerà in fretta qualche coglione.
“Sembra un intruglio interessante, posso chiederti che cos’è, o sembrerò uno che ci prova?” Sorrido senza neanche alzare lo sguardo alla voce calda e sicura. “Perché, cosa sei, un sommelier di miscele alcooliche?”. Alzo lo suardo, mi giro, è “lui”, indubbiamente. E’ alto, atletico, un bel sorriso, fisicamente attraente, già si piazza nella mia lista dei concupibili scalzando di un posto il povero barista.
“Che cos’è?”
“Vesper& Tonic. Dry Gin, Lillet Blanc, Vodka, Becherovka, Granatina, Acqua tonica.”
“Miscela particolare.” si siede accanto a me, chiede lo stesso, così per provare, dice. Sono d’accordo, proviamo.
Rimaniamo in silenzio mentre il barman si dà da fare con un sorriso complice, quale uomo ordinerebbe un cocktail sconosciuto preso da una ragazza senza secondi fini?
Beve, rimane piuttosto sorpreso dai sapori. “E’ aromaticissimo, quante erbe ci sono dentro?? Come fa a piacerti?” Sorrido nel bicchiere.
“Sono una nostalgica di casa.” sussurro guardando il liquido ondeggiare nel mio bicchiere, sendendo l’odore per me così famigliare. Andrea non ha mai sopportato questo odore. Mi acciglio.
Lui senza troppe remore appoggia una mano sulla mia, calda, sicura di sè, la stringe un poco. “Un soldo per i tuoi pensieri.”
“Così poco? Per tutto questo?” mi indico la testa, facendolo sorridere ed aggiungere “d’accordo… Un altro cocktail scelto da te e pagato da me, per i tuoii pensieri.”
Sorrido anche io ed annuisco, bevendo l’ultima goccia di liquido.
“Due Black Russian!” ordino posando il calice, prima di girarmi verso di lui con aria seria e complice, come una vecchia amica che illustri il suo piano di volo per le prossime vacanze ben organizzate. Accavallo le mie gambe notando pienamente lo sguardo che gli cade sulla mia pelle candida, mi appoggio sporgendomi un poco al bancone e quel che intravvede nella scollatura sa di generose rotondità da stringere, di intimo ricercato, di promesse che potrei mantenere, prima che la mia pausa studiata si chiuda in un breve fraseggio.
“Oggi è il mio anniversario, una serata speciale per qualcosa che credevo speciale. Ma il mio uomo non dà quanto riceve… E io voglio ricevere. Voglio che qualcuno dia.” appoggio una mano sul suo pacco, leggera. “voglio che qualcuno me lo dia. Sarai quel qualcuno? Io ho esposto le mie carte.”
Cala un momento di silenzio, prima che lui prenda i due cocktail e me ne porga uno. I due bicchieri si colpiscono, segnano un accordo, siglato in calce dal suo sussurro: “spero di esserne degno”.

***

[un nuovo capitolo viene pubblicato ogni pochi giorni! Torna all’indice]

[ti piace questo racconto? Dillo all’autore!]

Share this Post

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>
*
*