Quell’uomo in discoteca… #1
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di Alba6990
Capitolo 1
“Mi raccomando…profilo basso.” Il mantra di Margherita quella sera.
Una sua amica più grande l’aveva invitata a una festa di lavoro con i
suoi colleghi, in discoteca. Non sapeva ancora come si era lasciata
convincere ad imbucarsi ad una festa in cui non c’entrava per niente,
con oltretutto quarantenni, cinquantenni e fossili viventi! Lei aveva
comunque 20 anni e il massimo a cui arrivava per divertirsi la sera
erano i trentenni. E non erano solo i partecipanti ad essere troppo
grandi (e anche brutti e sbavanti di fronte a qualsiasi essere
femminile), ma lo erano pratica tutti quelli che frequentava quella
discoteca! Sicuramente quella sera doveva essere cancellata dal
calendario! Aveva provato a ballare in pista, ma subito dei cinquantenni
si volevano avventare come avvoltoi sul suo corpo. Era comunque una
ragazza che non passava mai inosservata, tutti la consideravano una
“figa pazzesca”, anche se secondo lei esageravano un pochino.
Niente, aveva bisogno di qualcosa da bere. Si diresse al bancone del bar
e ordinò un bicchier di rum con del ghiaccio. Accanto a lei si
posizionò un uomo sulla quarantina. Margherita l’aveva notato in pista,
era al tavolo opposto alla sala ed era l’unico che aveva un
atteggiamento dignitoso fra tutti quegli individui. Ordinò qualcosa da
bere e aggiunse: “E insieme al mio, pago anche quello che ha preso la
signorina, che non sembra si stia divertendo molto stasera.” Il tono con
cui lo disse, stupì positivamente la ragazza. Un tono gentile e per
nulla imperativo, non un vecchio marpione che voleva rimorchiare.
Semplicemente un uomo, con sicuramente secondi fini, ma un atteggiamento
da “Uomo”. “Grazie, è molto gentile, ma non serve.”
“Prego, signorina, insisto.” Disse lui con un sorriso gentile.
Margherita allora accettò volentieri. Cominciò a sorseggiare il suo rum
appena le arrivò davanti il bicchiere: “Beh, un cin cin non lo
facciamo?” Chiese l’uomo ridendo. “Hai ragione, scusa.” Rispose lei
ridacchiando e facendo tintinnare il bicchiere con il suo. Si
presentarono: “Comunque piacere, io sono Lorenzo.”
“Ciao, piacere. Io mi chiamo Margherita.”
“E che cosa ci fai qui, in mezzo a questa gente stasera?”
“Ma niente. Un’amica mi ha convinta a venire a una festa dei suoi
colleghi. Stanno festeggiando il fatto che il capo le ha appena fatto il
contratto a tempo indeterminato, lei per la gioia si è rifatta il seno e
quindi voleva metterlo in mostra in discoteca.”
Parlarono per qualche minuto, l’atmosfera era piacevole e a Margherita
piaceva parlare con lui. Aveva una voce calda che le accarezzava le
orecchie e il suo atteggiamento la intrigava molto.
Mentre parlavano, si avvicinò un uomo che i 50 anni li aveva leggermente
superati, capelli brizzolati, una pancia che sembrava quasi incinto e
con una faccia da maniaco che per metà bastava. Ubriaco perso, si
avvicinò a Margherita, provandoci palesemente. Si vedeva lontano un
miglio che lei si sentiva a disagio e tentava in tutti i modi di
cacciarlo senza essere troppo volgare. Lorenzo le venne in soccorso.
Prima si avvicinò ancora di più a lei, sussurrandole all’orecchio:
“Secondo me con quella panza, non lo trova nemmeno.” Ma il tizio non
mollava l’osso. Lorenzo lo prese per le spalle e gli disse chiaramente:
“Amico, vedi di sloggiare. La tua presenza qui non è gradita,
soprattutto a me.” Che atto di cavalleria! Dieci punti a Lorenzo, pensò
Margherita fra sé e sé.
Il vecchio marpione, cercando di andarsene barcollando, urtò il
bicchiere di Margherita, rovesciando sul suo vestitino nero con i
brillantini rossi quel poco di rum che era rimasto. Il vestitino era
corto e quindi anche le gambe si erano bagnate. Lorenzo si precipitò
subito su dei tovaglioli sul bancone, esclamando: “Ma tu guarda che
gente che c’è in giro.” Cominciò a tamponarle il vestito, per poi
spostarsi sulle gambe.
Lorenzo, da quando aveva visto Margherita, aveva sentito subito
l’istinto animale di scoparsela. Ma non era un maniaco e di certo non
voleva violentarla, quindi si era tenuto l’erezione nei pantaloni
abbastanza contenuta…fino a quel momento. Il tocco con la sua pelle
morbida e derisa ebbe un effetto istantaneo sul suo pene, che premeva
dolorosamente contro i pantaloni. Margherita aveva allargato leggermente
le gambe per facilitargli il compito. Anche lei non era indifferente al
tocco di quelle mani possenti che le pulivano il corpo. Si sentiva
elettricità nell’aria. “Possiamo andare in bagno? Almeno mi sciacquo via
il rum dal vestito. Non lo toglierò certo, ma almeno mi tolgo questa
sensazione di appiccicoso.” Purtroppo il bagno di quella discoteca era
comune e per giunta pieno. Margherita si sentiva incredibilmente
attratta da quell’uomo è con una punta di malizia gli chiese: “Non
conosci un posto più appartato per potermi pulire?” Lorenzo ascoltò la sua richiesta. Usciti dalla discoteca
le indicò un bar dove il bagno era sicuramente libero. Si diressero lì
ed entrarono in bagno. Lui mise sotto l’acqua una salvietta a e cominciò
a pulirle meglio le gambe. Ogni suo tocco era una scarica di
eccitazione per Margherita. Lei lo ringraziò con voce calda e bassa.
Lorenzo era in ginocchio davanti a lei, pochi centimetri separavano
l’intimo Margherita dal suo sguardo. “Non ho mai pulito così volentieri
delle macchie di rum…” lo disse con voce profondamente sensuale, da
uomo eccitato. Rise leggermente e cominciò a salire con la mano,
soffermandosi leggermente di più sull’inguine. I loro corpi erano
vicinissimi. Margherita era eccitata dal tocco di quelle mani e si
accorse che una goccia uscita da dentro di lei, stava solcando
lentamente la pelle del suo interno coscia. Sì vergognò un po’ e sperò
; vivamente che lui non la vedesse. O forse era il contrario…? Una
parte di lei sperava ardentemente che lui la notasse e che si accorgesse
che non era né acqua né rum.
Lorenzo l’aveva vista e ne era rimasto quasi estasiato, mentre sfiorava
il perizoma di Margherita. Sentiva caldo e umido sul dorso della mano e
con fare scherzoso disse: “Chissà se vengono già queste macchie…”
“Ehm…non lo so…” rispose lei quasi imbarazzata. Ma quando sentì che
lui si stava allontanando dall’inguine, la sua reazione uscì spontanea e
repentina: “No, aspetta!” Lorenzo la guardò con fare interrogativo:
“Credo che non hai ancora passato bene queste parte…” continuò lei,
afferrandogli delicatamente la mano e portandola sul perizoma. Lo
guardava negli occhi, paonazza in viso. Lorenzo fece cadere la salvietta
e le avvolse la figa da sopra il perizoma con il palmo della mano. Con
le dita distingueva le labbra, le accarezzava con movimenti lenti: “È
qui per caso che devo insistere?” Chiese lui, cominciando a toccarsi il
pacco.
“S-sì…proprio lì…” disse Margherita, attaccandosi al suo corpo. I
loro visi erano vicinissimi e lei muoveva, in modo confuso, le mani sul
culo di lui. Lorenzo scostò il perizoma e affondò due dita dentro di
lei. Sentiva gli spasmi del suo corpicino, mentre con l’altra mano la
avvolgeva in un passionale abbraccio. Le palpava il culo, sodo e
perfetto, alzandole appena il vestito. Le loro bocche si avvicinavano.
Portò le dita in mezzo alle bocche e disse: “Vediamo se è rum…” le
leccò e poi le passò sulle sue labbra. Lei era come ipnotizzata. Accolse
quelle dita nella sua bocca come se stesse facendo un pompino. “Non è
rum…”. Lui scostò le dita e le loro bocche si avvicinarono ancora di
più, come l’orgasmo di Margherita, a causa del lavoretto che lui le
stava facendo sul clitoride con le dita. Si baciarono e lui fermò le
dita: “Ma per caso stavi per venire?” Disse lui. “Non credo che ti farò venire…adesso.” E ricominciò a
torturarle il clitoride, affondare le dita e a passargliele sulle
labbra tra un bacio e l’altro. Margherita sentiva le gambe cederle e si
appoggiò al muro per rimanere in piedi, le loro lingue che continuavano
ad attorcigliarsi e leccarsi. A tentoni, Margherita cercò la serratura
del bagno e la chiuse di scatto. Quel rumore fece scattare qualcosa
dentro Lorenzo, che, senza esitare, le abbassò il vestito, per
avventarsi famelico sul suo seno. Leccava, baciava e mordeva quei
capezzoli duri, eccitato. La mano che era sul culo, stringe e accarezza
il seno. Continuava a scendere, leccando e baciando. Sfilò il perizoma,
mentre era arrivato con la testa fra le sue gambe. Le leccò il monte di
Venere, per poi toccare appena il clitoride con la punta della lingua.
Margherita gemette al primo tocco e lui cominciò a succhiarlo, baciarlo e
mordicchiarlo, affondando alla lingua dentro di lei, gustandosi il suo sapore.
Lorenzo decise che era il momento, aumentò i movimenti della lingua, si
stava mangiando la sua fica, mentre con una mano le stimolava anche il
culetto, entrando e uscendo da quel buchino. Margherita sentiva il
clitoride pulsare come non mai, ansima, geme e sentì l’orgasmo esplodere
sulla sua lingua, nella sua bocca. Lorenzo le portò la mano sul cazzo,
in completa erezione, mentre la baciava con voglia e passione,
ficcandole la lingua in bocca. Margherita ricambiava il bacio con
voracità. In fretta e furia gli slacciò i pantaloni, guardò il suo
membro e arrossì. Era bello grosso. “Che c’è? È troppo piccolo?” Chiese
lui ridendo.
“Ti prego, scopami…” disse lei con un filo di voce. Lorenzo la prese
in braccio, le gambe dietro la sua schiena. Faceva scivolare il cazzo
lungo le labbra bagnate, stimolando il clitoride con il glande: “È
questo che vuoi? Vuoi che ti scopi?”
“Sì che lo voglio! Voglio che mi fotti…” lui non aspettava altro, una
richiesta quasi supplichevole. La guardò malizioso ed entrò dentro di
lei. La sentiva, bagnata, calda, morbida, ansimò dal piacere. Cominciò a
scoparla, non smettendo un secondo di baciarla. Allontanò il viso, per
gustarsi tutte le sue espressioni di godimento: “Lo senti bene? Ti piace
essere scopata, eh?”
Margherita era talmente eccitata che non riusciva a parlare, sentiva
quel cazzone entrare e uscire sempre più duro e lucido. Lui le
schiaffeggiava e palpava il culetto, mentre la sua bocca faceva un su e
giù tra la sua bocca e i suoi capezzoli.
TOC TOC
“Occupato!” Disse lui in tono perentorio. Poi si avvicinò al suo
orecchio e le disse: “Magari è il panzone di prima.” E ridendo, aumentò
la velocità. Margherita rise, immaginandosi la scena è quella risata si
trasformò in gemito, perché era vicina ad un nuovo orgasmo. Orgasmo a
cui non arrivò, perché Lorenzo sfilò il cazzo appena prima di farglielo
raggiungere. Le mise le mani sulle spalle e la abbassò dolcemente, ma in
modo deciso. Margherita sapeva cosa fare. Gli prese l’uccello in bocca.
Lo accolse tutto dentro di sé, mentre lui le teneva la testa ferma,
dettando il ritmo. Le labbra di lei lo accoglievano e la lingua lo
accarezzava. Lui andava sempre più veloce. “Mmmm siii…quanto mi piace
scoparti la bocca! Puliscimelo bene, mi raccomando…” Continuarono così
per un minuto, poi lui lo sfilò dalla sua bocca e le disse:
“Ricomponiti, torniamo a ballare.”
“Non possiamo finire prima?” Chiese lei, quasi implorante, trattenendomi
a sé. Lorenzo le accarezzò il viso: “No, piccola…ho dell’altro in
serbo per te…ah non preoccuparti, il tuo perizoma ce l’ho in tasca…”
La prese per il braccio e uscirono dal bagno.
Continua…