Questione di pelo

Ma secondo voi, il detto “tira più un pelo di f@@a che un carro di buoi”, è ancora valido in quest’era del “glabro è bello”? (valido anche per gli uomini…..).

Questa domanda mi è sorta mentre guardavo il bel video postato da Stella sulla masturbazione femminile. Essendo io probabilmente (anzi, sicuramente) il più “stagionato” fra gli affezionati lettori di Veneresole, uno di quelli della generazione “hairy sthyle”, con l’occhio abituato a cercare il “colore” prima delle “pieghe” mentre si guarda un organo sessuale femminile, nato e cresciuto ai tempi dove l’attuale upskirt consisteva nel cercare di indovinare il colore del pelo guardando  la bianca stoffa dei primi tanga/perizomi d’avanguardia o se eri fortunato vederne spuntare qualcuno da sopra l’elastico.

Qualcuna/o di voi già sorriderà inorridita/o alle mie parole, ma sinceramente tutta questa bellezza, perfezione, tonicità ostentata a me toglie una parte di desiderio, io amo il naturale non il perfetto. Provo a cercare di spiegarmi. La società d’oggi afferma (o perlomeno ostenta) che “apparire” è importante. Il primo colpo d’occhio è quello che da subito indirizza la strada in certe situazioni interessandosi poco al “contenuto”, e questo vale anche e  sopra tutto nel contesto sessuale. Nei vari libri e racconti che leggo su molti siti/blog i protagonisti, sia maschili che femminili hanno quasi sempre corpi perfetti e tassativamente i genitali glabri. Se chiedi ad una donna se ha “il pelo” rasato a sigaretta, a triangolo o alla brasiliana rischi di beccarti una sonora risata in faccia. Non ho nulla contro la tendenza d’oggi, ma personalmente il profumo dell’orgasmo appiccicato sui peli dopo una bella scopata (o anche masturbata) non ha prezzo. Avvicinarsi lentamente, annusare  e gustare sulle labbra i residui intrappolati del piacere regalato al partner prolunga l’atto in se stesso e mantiene alta la carica erotica. Rigirare fra le dita i riccioli umidi  osservando il luccichio lasciato sui polpastrelli anche vari minuti dopo aver pacificato i sensi è come iniziare a scrivere il libro dei ricordi…..come rivivere un deja-vù.

Concludo chiedendomi/vi se la mia domanda iniziale ha una sua risposta.

Aspetto le vostre considerazione

Beppe

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