Secret desire /3
di Matt
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***
Altra notte insonne. Troppi pensieri strani da allontanare, un bisogno costante e mai appagato intensificato da crampi al basso ventre. Continui strofinamenti del pene eretto contro il letto, il cuscino, le lenzuola.
Quel giorno Madeleine aveva il turno mattutino ed uscì presto. Julia sarebbe andata a scuola due ore dopo ed era ancora a letto.
Mike passeggiò nervosamente per casa. Aprì il frigo senza motivo. Lo richiuse. Era divorato da sensazioni ormai incontrollabili.
Julia si alzò per fare colazione. Mike la attese in cucina pronto a prepararle il solito pane tostato con la marmellata di fragole.
«Come va?»
«Bene, grazie.»
«Che programmi hai per oggi?»
«Niente di particolare. Pomeriggio palestra e poi un po’ di relax. Domani invece verrà qui Roxanne per la ricerca di storia.»
«Ottimo.» Fece Mike curandosi poco della risposta.
«Vado a prepararmi, altrimenti farò tardi anche oggi.» Chiuse Julia.
La ragazza affrettò il passo verso il bagno.
Mike era sollevato. Nessun pensiero da combattere. Forse si preoccupava per niente.
Si diresse verso il corridoio anche lui. Passò davanti al bagno dove era da poco entrata Julia: la porta era aperta. La ragazza era intenta a lavarsi i denti, china sul lavandino. Indossava dei fuseaux grigi che delineavano il suo culetto sodo alla perfezione. Una visuale che non avrebbe lasciato indifferente il più puro degli animi, figurarsi quello agitato e burrascoso di Mike degli ultimi tre giorni.
«Posso prendere i fazzoletti per favore?»
«Certamente.» Farfugliò lei con lo spazzolino in bocca cercando di farsi capire.
Era ancora piegata col sedere in alto e le gambe divaricate. I fazzoletti si trovavano nel mobiletto proprio sopra la sua testa.
Mike dovette così accostarsi a lei e adagiare il bacino alla sporgenza di Julia.
Sentì il pene avvolto da un’accogliente sensazione di morbido piacere.
Premette con più forza cercando spazio fra le intimità di lei e con la coda dell’occhio cercò una sua reazione attraverso lo specchio.
Julia sembrava non curarsene.
Mike aprì lo sportello e prese due pacchetti di fazzoletti invece di uno. Richiuse il mobile e distolse momentaneamente da lei la propria presenza. Fece un passo indietro, mentre sotto i boxer si riaccendeva il fremito in un’erezione impossibile da occultare.
Si avvicinò nuovamente a Julia per posare il pacchetto in più. Puntò con decisione il suo membro tra le forme delineate della ragazza. Il tessuto dell’indumento favorì una facile penetrazione. Un forte calore pervase Mike scuotendolo in un brivido di paura ed eccitazione.
Aprì lo sportello, posò il pacchetto e fece passare l’anta due volte davanti al petto, in modo da giustificare la pressione sempre più costante tra i glutei di lei.
Chiuse lo sportello e cercò nuovamente un riflesso di Julia.
La ragazza di nuovo non reagì. Rimase immobile e passiva. Questa volta non poteva non aver sentito.
E Mike non poteva giustificare come innocente la propria azione. Si scostò, chiuse la porta e si allontanò.
Che cosa aveva fatto? Che cosa aveva avvertito Julia? Che cosa pensava davvero lei? Il rimorso e i dubbi lo divorarono e lo afflissero.
Perché aveva agito così? Due giorni prima si era sentito in colpa solo per aver pensato a lei come oggetto di desiderio; ora si rendeva conto di averla in qualche modo addirittura violata.
Julia terminò di prepararsi. Mike aveva il terrore di incrociarla per casa e si nascose in camera.
Fu lei ad accostarsi alla porta, e, come se niente fosse stato, gli sorrise, lo salutò come sempre e gli augurò una buona giornata.
La porta di casa si chiuse.
Mike rimase parecchio tempo inerme e incantato. Non sapeva se sentirsi sollevato o se preoccuparsi ancora di più. Cosa voleva dire quel sorriso? Davvero non si era accorta di niente? O magari, lei…
Cercò di allontanare subito quel pensiero. Non poteva esserle piaciuto.
Tornò un istante con la mente alle sue labbra, cercando di capire se davvero nel sorriso di Julia vi era stata malizia o se era stato solo frutto della propria immaginazione.
Per quel giorno non ci avrebbe più pensato. Desiderava ardentemente solo possedere Julia con violenza.
Non si riconosceva più nemmeno lui.
***
Giovedì. Ore 6:22
«Dottor Harold? Perdoni la telefonata a un orario poco consono.»
«Si figuri. Mi dica pure.»
«Come procede l’operazione? Avete già monitorato i parametri?»
«Tutto ampiamente come previsto. Le costanti sono ai livelli ottimali.»
«Splendido. Che riscontri abbiamo?»
«Gli indicatori sono perfettamente in linea con le ipotesi. Siamo pronti per la fase di intensificazione.»
«Eccellente lavoro. Procediamo immediatamente. Dica pure a Phil che a partire da oggi opereremo come pianificato.»
***
Madeleine era preoccupata per il suo Mike. Lo vedeva agitato e ansioso, ma tutte le volte che aveva provato a parlargliene, lui aveva negato qualsiasi problema, porgendole il sorriso rassicurante di sempre.
Non disprezzava certo le prestazioni eccezionali sotto le lenzuola di quei giorni, ma la foga eccessiva e quasi violenta di lui la insospettiva oltremodo.
Per fargli una sorpresa, aveva preso un giorno di ferie per stare un po’ con lui e rassicurarlo con qualche massaggio sulle spalle e qualche coccola sul divano.
Trascorsero una mattinata tranquilla, solo lui e lei. Julia era a scuola, e fuori un Sole intenso e caloroso regalava una giornata luminosa e un’aria godibile.
Decisero di uscire per una passeggiata.
Dopo tre giorni di sofferenze fisiche, per la prima volta Mike trovò qualche ora di serenità e pace in compagnia di Madeleine. Quella mattina sembrava finalmente essere tornato tutto alla normalità. Non aveva avuto più strane pulsioni, né pensieri da allontanare.
Sembrava davvero essere tornata la quiete nel suo animo.
Più tardi, nel pomeriggio, Madeleine stava tagliando le verdure per la cena mentre Mike scorreva distrattamente i canali alla tv in cucina.
Julia e Roxanne si erano sistemate sul divano con una serie infinita di fogli, libri, penne e appunti sul tavolino e sul pavimento.
Madeleine si assentò un po’ di tempo per andare al bagno. Mike decise di riempire il bollitore per farsi una tazza di the caldo, nonostante la giornata non lo richiedesse affatto.
Quando la compagna tornò, la bustina aveva già completato l’infusione, e Mike svuotò la tazza tutto d’un fiato.
«Amore, ti senti bene?»
No, Mike non stava affatto bene. Qualche minuto più tardi ripresero i turbamenti e le brame perverse. Più forti di prima. Più forti che mai. Madeleine vedeva dipinto negli occhi di Mike un alone di mistero che la inquietò.
Lui si diresse verso il divano, per curiosare tra gli studi delle fanciulle. Julia era la più concentrata delle due. Pretendeva assolutamente un voto alto per mantenere la media.
Roxanne la seguiva distrattamente, faceva molta più fatica a concentrarsi.
Era una ragazza alta e mora, con le labbra scure e gli occhi castani caricati da un mascara nero intenso. I capelli erano raccolti in una coda alta che scopriva i lineamenti morbidi del volto.
Al contrario di Julia, Roxanne era decisa e smaliziata, con la risposta sempre pronta e l’atteggiamento accattivante che attirava i ragazzi.
Decisamente più corpulenta di Julia, ma equilibrata nelle forme, esibiva un seno pronunciato e un fondoschiena più abbondante di quello dell’amica.
Julia quasi non si curò di Mike e, con la testa china sul libro, continuava assorta la lettura. Roxanne lo squadrò invece da capo a piedi, non nascondendo l’apprezzamento per i muscoli delle spalle. Lanciò un sorriso malizioso a Mike, che lui non mancò di cogliere e incassare.
In casa indossava spesso pantaloncini attillati che risaltavano il suo notevole rigonfiamento tra le gambe. Roxanne vi si concentrò quasi senza accorgersene.
Mike notò l’oggetto degli sguardi della ragazza, e iniziò subito ad infiammarsi, rigonfiando ulteriormente gli shorts e causando un forte senso di stupore sul volto di lei.
Cominciò un sottile gioco di provocazioni tra i due che quasi fece scoppiare di eccitazione Mike.
Lui si guardò per un momento attorno. Madeleine era nell’altra stanza e non poteva vederlo; Julia non si sarebbe accorta nemmeno di una catastrofe naturale.
Scoprì velocemente gli addominali scolpiti verso la vista di Roxanne, tirando su la maglietta fino al collo. Poi abbassò lentamente i pantaloncini per regalare ai suoi occhi un fianco muscoloso, fin sotto all’inguine.
Il tutto mentre lei passava delicatamente le unghie nere per tutto il corpo, solleticandosi il seno e mordendosi le labbra.
Mike si afferrò il membro durissimo e si massaggiò la punta con gli indumenti ancora addosso. Roxanne, incantata, non si perse un istante della scena. Sentiva le mutandine ormai umide e calde.
Mike fece per scoprire la base del pene, quando lei si alzò di scatto e lo costrinse a ricomporsi imbarazzato per non destare l’attenzione di Julia.
«Ti spiace se vado un secondo al bagno?». Fece Roxanne.
«Certo che no! Anzi, penso che farò una pausa in cucina anch’io». Rispose prontamente l’amica.
Roxanne diresse fugacemente un occhiolino verso Mike. Lui attese un momento che Julia gli passasse alle spalle per raggiungere la madre, e le fu subito dietro.
Cosa stava per fare? Non lo sapeva nemmeno lui. E delle conseguenze non gli importava ormai più nulla.
***
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