Secret desire /5
di Matt
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PARTE II – Inferno
***
Dove si trovava? Che cosa ci faceva lì? Cosa era accaduto?
A fatica riacquistò la vista e le facoltà percettive. Lentamente cominciò a ricordare: Madeleine, la casa, la camera da letto. Julia!
Una fortissima emicrania gli tormentava il cervello. La contusione alla testa gli procurava ancora un dolore assillante.
Da quanto tempo era lì? Che ne era stato della famiglia?
Avrebbe voluto stendersi per dare sollievo al senso di nausea, ma le cavigliere strette lo costringevano su una sedia rigida, e le manette gli tenevano ben legate le braccia dietro la schiena.
Perché era imprigionato? E perché era nudo?
Cos’era quel posto?
Cominciò a guardarsi intorno con prudenza. La penombra della stanza era interrotta da una serie di luci psichedeliche provenienti dalla parete opposta, in lontananza.
La temperatura era più che gradevole.
Girò il collo per scrutare dietro di sé. Dalle casse poste all’angolo della parete alle sue spalle proveniva una musica simil gotica e metallica angosciante.
Il macchinario da cui partivano gli elettrodi sulla sua fronte emetteva un rumore cupo e ripetitivo.
Avrebbe potuto trovarsi lì da giorni. Il suo corpo era completamente depilato e la barba rasata.
Si sentiva osservato. Da qualche parte doveva esserci per forza una telecamera.
Urlò in preda all’ira verso i propri aguzzini.
***
Un’ora. Forse due. Le sue grida rimanevano inascoltate. Iniziò a tremare e singhiozzare per l’angoscia. Si lasciò andare ad un lamento continuo e disperato.
D’un tratto una nebbia e un fumo denso avvolsero lui e la stanza. Mike tossì. Quell’odore tenue e quella sensazione gli furono familiari. Li aveva già avvertiti più di una volta.
Il mal di testa scemò rapidamente. Mike sentì una strana percezione di rinvigorimento. Il cuore cominciò a battere con più frequenza e pulsare in circolo più sangue. Ecco dove aveva avvertito quella sensazione. Aveva dovuto conviverci una settimana. Quei turbamenti, quei pensieri, quelle voglie.
La musica si arrestò per un momento. Il timbro vibrante delle note lasciò poi il passo a una musica più accesa. Il volume aumentò di intensità gradualmente. Il tono andante delle note creava un’atmosfera più forte ed elettrizzante.
Le luci insistenti in fondo alla camera si fecero più tenui e colorate, dipingendo sulla parete figure e forme sinuose e sfuggenti.
Languidi gemiti femminei facevano da accompagnamento alla musica sensuale di sottofondo.
Mike cominciò a dimenarsi furiosamente.
Da un’apertura del soffitto calò lentamente un proiettore.
Diffuse sulla parete di fronte immagini veloci e istantanee erotiche. Si susseguivano rapidamente scorci di donne nude distese e provocanti, con vulve aperte e in primo piano. Seni floridi e abbondanti si rincorrevano sulla parete senza sosta, mentre la cassa emetteva grida di orgasmi e godimenti frenetici.
Scene di sesso estremo scorrevano incessanti. Uomini nudi possedevano ferocemente attrici inermi, sfondando i loro orifizi giovani e vitali. Grossi membri penetravano labbra rosee e delicate inondando di sperma i volti famelici delle donne.
Il pene di Mike si irrigidì, rizzandosi sulla pancia.
Di nuovo un’erezione fastidiosa e incontrollabile. Il noto prurito al ventre tornò a tormentarlo.
Prese a contorcersi rabbiosamente.
Il fastidio era aumentato enormemente dalla condizione di prigionia. Avrebbe voluto toccarsi e dar sfogo alla sua pena. Le manette ai polsi con le braccia legate dietro glielo impedivano del tutto.
Provò a piegare il busto per sfregare la punta contro l’addome. Riuscì solo ad aumentare la voglia e l’ardore senza poterli saziare.
Le immagini, la musica, la nebbia, le voci di donne in preda ad orgasmi superbi gli risuonavano in testa come un mantra mistico, gli bombardavano la mente aumentando la libidine e facendolo schiumare di rabbia.
Passavano i minuti, le ore. Sembravano un’eternità. I lamenti e le contorsioni di Mike si fecero intensissimi. Si dilaniò le labbra nel tentativo di allontanare dalla mente le pulsioni incessanti.
Al limite della sopportazione, perse i sensi.
***
Si risvegliò parecchio tempo più tardi, confuso e frastornato. Le immagini sulla parete opposta lo riportarono presto alla realtà.
La pancia era fradicia e completamente ricoperta di sperma. L’erezione era svanita e per un attimo i tormenti gli diedero tregua. Finalmente realizzò.
Durante lo svenimento la sua mente era tornata all’attimo in cui il suo pene sfiorava le labbra di Julia. Nel sonno aveva potuto allargarle a forza la bocca e penetrarla fino a farla soffocare e gemere; spingere a fondo nella gola mentre lei tentava invano di allontanarlo da sé. Aveva potuto infine possederla e farle ingoiare tutta la propria foga e frustrazione.
Le sensazioni di calore e leggerezza gli rilassarono l’animo e le membra.
Alzò lo sguardo.
Un uomo di fronte a lui lo fissava compiaciuto.
***
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