Sognando lui

di Alba6990

Questo racconto nasce dal Servizio di Scrittura Erotica Privata su
richiesta di liberodiviaggiare, che io chiamo Magellano. Spero che
questo racconto vi piaccia! 🙂

Caterina entrò in casa quasi con il fiatone. Era davvero successo quello
che era successo in biblioteca? Uno sconosciuto le aveva letto la
voglia di sesso dritto negli occhi e voleva assecondare quel desiderio?
Ed era pure un bell’uomo! Caterina aveva ancora fisso nella sua mente
quello sguardo carico di lussuria che lui le aveva lanciato da dietro il
portatile e la sensazione di umido fra le cosce non l’aveva abbandonata
neanche un attimo da quel momento. Entrambi erano stati predatore e
preda: lei lo ammaliava con quei suoi occhioni mentre mordicchiava
maliziosamente la matita con cui sottolineava i passaggi del libro di
testo, ma si lasciava sedurre da quelle nocciole magnetiche che
brillavano sul viso di quell’uomo.
Non erano riusciti a realizzare quella fantasia perversa di prendersi a
vicenda nel bagno della biblioteca, perché quel dannato custode li aveva
interrotti sul più bello.
E quell’ultimo sguardo da parte di quel tale dalla sua moto, l’aveva
fatta sciogliere come un gelato sotto il sole caldo. Anche adesso era
completamente in balìa di quegli occhi, di quelle che gambe che con
decisione avevano aperto le sue sotto il tavolo cercando un contatto
fisico anche se adesso era sola in casa.

Non sentiva altro che il prurito tra le cosce. Era come se una forza
esterna la controllasse mentre chiudeva la porta d’ingresso con due
mandate, mentre si spogliava nel salotto, mentre camminava nuda verso il
divano lasciando i vestiti per terra in una sorta di scia, come le
briciole di pane di Pollicino. Si muoveva come in un sogno, il cervello
non ragionava razionalmente, era annacquato. Tutto il suo corpo
trasudava eccitazione, mentre si sedeva sul divano a cosce aperte: le
tempie che pulsavano, la gola secca, i capezzoli scuri e turgidi e la
sua figa aperta come un fiore appena sbocciato e colante rugiada. Le sue
dita con le unghie perfettamente curate e laccate di rosso scuro e
lucente, pizzicarono e accarezzarono quel corpo colto dai brividi di
piacere lungo tutto il tragitto che portava dalle labbra a quel fiore di
carne e umori. Quando pizzicò la clitoride con le unghie, ebbe un
sussulto. Quasi sentiva il solletico a toccarla. Una scarica elettrica
che percorreva in pochi decimi di secondo ogni millimetro del suo corpo,
fino al cervello che le annebbiava la vista. Intrise il dito medio di
quel liquido afrodisiaco, che lasciava un profumo di sesso nella stanza
così intenso da far girare la testa. Non le fregava di chiudere le
finestre di fronte a sé, che la vedessero pure mentre si masturbava. Lei
era in un altro posto. Lei era su un letto con quell’uomo, intento con
la bocca a mordicchiare quei capezzoli eretti come dei piccoli chiodi e
con la mano ad accarezzarla fra le cosce. Mentre lei si immaginava
questa scena le sue mani eseguivano ciò che lui faceva in sogno.
Caterina sentiva il cuore battere sulle sue labbra…non quelle del
viso. Il clitoride sporgeva duro come un piccolissimo membro e lei lo
solleticava con il polpastrello, immaginando il cazzo di lui che prima
si strusciava contro la sua figa, bagnando tutta l’asta, rendendola
lucida con quella vena in rilievo. Immaginava quel cazzo con la stessa
curvatura di una banana, mentre lo vedeva e sentiva entrare dentro di
lei. Ed in quel momento era il suo dito medio ad entrare. Non faceva
caso al fatto che non fosse come un bel cazzone ficcato fino in fondo
all’utero, le importava solo di arrivare alla fine, di godere con
l’immagine di quel pene che faceva bene il suo lavoro.
Fece sguazzare quel dito per qualche minuto dentro di sé, prima di
immaginare che lui si togliesse da lei per piegarsi e affondare il viso
dove prima aveva il cazzo. Così estrasse il dito e ricominciò a
solleticarsi il clitoride con il polpastrello bagnato. Sentiva la lingua
di lui eseguire gli stessi suoi movimenti, usare la stessa velocità con
cui lei si toccava e sentiva anche quella barba solleticarle le labbra e
l’interno coscia. Le scariche elettriche di erano fatte più intense.
Caterina si stava avvicinando all’apice, mentre lui tornava a fotterla.
Il mondo attorno a lei sparì completamente, rivelandosi uno scoppiettio
di luci colorate e fluorescenti dietro le sue palpebre. Mentre
esplodeva, la testa le girava, la sua gola emetteva suoni rauchi ed
eccitanti in un continuo “Oh sì…sì…s…ohh…siii…”. E mentre era
nel pieno di questa trance di goduria, sentiva lo sperma di lui coprirle
le pareti dell’utero come potenti getti caldi, lo sentiva che arrivava
fritto alle ovaie e lei se lo gustava appieno.
Quando il delirio finì, lei era ancora lì. Su quel divano. A cosce
spalancate. La sua fica pulsava ancora di voglia e lei si gustava il suo
piacere leccandosi le dita.

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