Spy cam /19

di Claudia Effe

Capitolo 19

Questo contenuto è riservato a un pubblico adulto. Proseguendo nella lettura dichiari di avere almeno 18 anni.

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***

Alberto richiuse la porta di casa dietro di sé e posò il bagaglio a terra.

Non c’era nessuno, come aveva immaginato.

Sua moglie, Sara, era impegnata in una inconsueta trasferta di lavoro in Qatar, come aveva avuto la grazia di comunicargli via mail due giorni prima.

Ma il problema non era quello. Alberto sapeva benissimo che la prossima volta che si sarebbero visti sarebbe stata in presenza dei rispettivi avvocati per concordare le condizioni del divorzio.

Si tolse gli abiti da lavoro, esplorò il frigo per capire se ci fosse qualcosa da mangiare e, nel frattempo, avviò il computer portatile.

Anche in ottica di ottenere un divorzio meno caro, non sarebbe stata una cattiva idea scaricare i filmati nei quali sua moglie confessava di averlo tradito più volte, nonché quello di cui amoreggiava allegramente con la sua amica Martina.

E, già che c’era, avrebbe goduto delle forme di Martina e, se la ragazza fosse stata particolarmente in forma, magari si sarebbe anche fatto una sega.

Si collegò al sito e rimase interdetto quando constatò come le finestre, affacciate sulle relative telecamere, fossero tutte oscurate.

Cosa stava succedendo?

Gli utenti presenti erano solo tre, in luogo delle solite centinaia che solevano ritrovarsi lì.

Alberto sbirciò la conversazione in corso e non ebbe difficoltà a capire cosa stesse succedendo: dal giorno prima le telecamere erano oscurate e la stessa Martina aveva scritto di aver litigato con il gestore del sito e di aver chiesto la rimozione delle immagini

Alberto sospirò: non poteva assentarsi una giornata senza che ovunque succedessero dei casini.

Cliccò in alto a destra sul tasto “contattaci” e scrisse una mail all’amministratore.

***

Loredana guardò verso la telecamera puntata verso di lei come un condannato a morte può guardare il proprio plotone di esecuzione.

“Coraggio, Loredana, è un gioco – disse Luca dietro alla telecamera – sorridi, divertiti!”.

Loredana annuì, si ravvivò i capelli e sorrise. “Okay, sono pronta”, annunciò.

Luca guardò ancora una volta il piccolo schermo con l’anteprima dell’immagine, quindi premette un tasto e alzò il pollice.

Una lucina rossa accanto all’obiettivo si accese, segno che la telecamera era funzionante.

Loredana sorrise e pronunciò la frase che avevano concordato alcuni minuti prima: “Ciao a tutti, sono Loredana. Dichiaro di essere maggiorenne e di essere qui di mia spontanea volontà”.

Cercò di far sì che l’agitazione scemasse, quindi continuò: “Sono qui perché mi piace mettermi in mostra e adoro divertirmi”.

La luce rossa si spense e Luca si allontanò dalla telecamera.

“Bene, possiamo cominciare”, annunciò.

Si trovavano in un magazzino che Luca aveva acquistato l’anno precedente quando aveva ipotizzato di espandere il suo mercato anche nel campo degli idrosanitari e aveva avuto bisogno di uno spazio più grande da utilizzare come magazzino.

L’attività non era decollata, ma aveva deciso di non liberarsene, anche a causa del mercato che aveva visto crollare i prezzi di quel tipo di immobile.

In quel momento una parte del magazzino era stata coperta da una spessa moquette rossa e le pareti erano state tinteggiate di bianco.

Ovunque c’era odore di pulito.

Loredana venne invitata a posizionarsi sotto un oggetto che pendeva con una catena dal soffitto: era un vecchio trapezio da circo che Luca aveva acquistato in un mercato delle pulci.

Luca indossò un passamontagna e un paio di occhiali da sole.

“Preferisco non farmi riconoscere, e poi dà un tocco sinistro che non guasta mai”, spiegò.

Terminata la vestizione, chiese a Loredana se se la sentisse di iniziare.

La ragazza annuì; Luca puntò la telecamera verso di lei e la fece partire nuovamente, questa volta entrando anche lui nell’inquadratura.

“Loredana, hai ben chiare le regole del gioco?”, disse producendosi in una pessima recitazione.

La rumena rispose subito: “Certo. Io devo tenere le mani appoggiate al trapezio e nel frattempo tu mi farai il solletico. Ogni volta che perderò la presa, mi dovrò togliere un indumento”.

“Brava – disse Luca – Il tutto per dieci minuti. Saranno tanti? Saranno pochi? Lo vedremo!”.

Prelevò dalla tasca un timer, di quelli usualmente utilizzato in cucina per controllare i tempi di cottura, lo impostò su dieci minuti e premette il tasto “Start”.

Loredana si sfilò le infradito e si posizionò sotto al trapezio.

Indossava un top verde e un paio di jeans.

Sollevò le braccia verso l’alto e strinse tra le mani la sbarra orizzontale.

Avevano fatto le prove prima e l’altezza era determinata in maniera tale che potesse arrivarci mettendosi leggermente in punta di piedi.

“È più bella la visione di un corpo quando è bello disteso”, aveva spiegato Luca.

L’uomo si mise dietro di lei e, lentamente, con le dita prese ad accarezzarle le braccia nude.

Loredana chiuse gli occhi, cercando di sforzarsi solo di non ridere.

Luca le accarezzò le braccia per qualche istante, quindi la sua attenzione si spostò più in basso, verso quei centimetri di pelle bianca che, sollevando le braccia, la maglietta aveva scoperto appena sopra la cintura.

Le accarezzò i fianchi, lentamente, le stimolò la pelle attorno all’ombelico.

Era una bella sensazione, non le dispiaceva per nulla.

Indugiò qualche secondo godendo di quei tocchi, e venne presa di sorpresa quando le dita di Luca presero a solleticarla improvvisamente.

Esplose in una risata e, in maniera del tutto istintiva, ritrasse le braccia verso il basso.

Era passato solo qualche secondo e già aveva commesso un errore

“Forza, togliti la maglietta!”, disse Luca con tono allegro.

Loredana guardò verso la telecamera con la sua lucetta rossa e rise nervosamente.

Scosse la testa, poi afferrò i bordi della maglietta e la fece sfilare sopra il capo.

Sotto indossava un reggiseno di pizzo chiaro.

“Dai, in posizione!”, la richiamò Luca.

La ragazza si mise nuovamente sotto al trapezio e lo afferrò.

Questa volta aveva le ascelle e la pancia totalmente esposte.

Luca si posizionò nuovamente dietro di lei e con la punta delle dita le accarezzò la pelle della schiena.

Era un movimento fluido e piacevole, Loredana sentì decine di brividi attraversarle il corpo.

I tocchi sulla schiena durarono qualche secondo, quindi Luca si spostò nuovamente sulle le braccia.

Le stimolò all’interno del gomito – una zona decisamente sensibile – quindi si spostò sulle spalle e sul collo.

Era un tocco molto delicato, in quel momento Loredana non doveva combattere contro il solletico ma, piuttosto, contro l’eccitazione che stava cominciando a sentire.

Luca le accarezzò ancora i fianchi quindi, improvvisamente, portò le dita sotto le ascelle di Loredana.

Questa volta non venne colta di sorpresa; strinse forte il trapezio e cercò di resistere, mentre il suo corpo si agitava in preda alle risate.

Fece ondeggiare la testa a destra e a sinistra, cercò di sottrarsi al tocco dell’uomo senza staccare le mani, ma la sua resistenza non durò più di una decina di secondi, quindi mollò la presa.

Incrociò le braccia sul petto e respirò affannata.

“Brava, questa volta è durata un po’ di più – commentò Luca – però hai perso lo stesso. Forza, levati i pantaloni!”.

Loredana emise qualche risolino, originato un po’ dal nervosismo e un po’ dal solletico appena subito, quindi si slacciò i jeans e li fece scorrere lungo le gambe.

Sotto indossava un perizoma coordinato con il reggiseno.

Quanto poteva essere passato? Quattro minuti?

Si portò nuovamente sotto al trapezio, sentendo l’imbarazzo crescere e dubitando che sarebbe stata in grado di resistere fino alla fine senza togliersi ancora qualcosa.

“Sei pronta?”, domandò Luca.

Loredana annuì e afferrò nuovamente il trapezio, quindi emise un sospiro, pronta a vendere cara la pelle.

Luca ricominciò a passarle le dita sul corpo.

Loredana era tesa, ma allo stesso tempo non le stava dispiacendo.

La prossima volta che sarebbe stata con un uomo gli avrebbe chiesto di accarezzarla in quella maniera.

Dopo averla accarezzata sulla pancia e sulla schiena, lui si chinò, in maniera da raggiungere anche le gambe.

Le sfiorò l’interno coscia, quindi con le unghie le stimolò la parte dietro al ginocchio.

Loredana si fece sfuggire un risolino, ma non mollò la presa.

Luca le prese la caviglia e la tirò verso l’alto, obbligandola a piegare il ginocchio e sollevare il piede.

La ragazza chiuse gli occhi, cercando di prepararsi a quello che certamente sarebbe successo.

Dopo un istante, infatti, sentì le dita di Luca sotto alla pianta del piede.

Strinse forte il trapezio e cercò di resistere.

Poteva ridere quanto voleva, l’importante era non mollare la presa.

Saltellò su se stessa, fece perno con l’unico piede appoggiato a terra per sottrarsi dal tocco tremendo, quindi mollò la presa.

Forse era durata qualcosa di più della volta precedente, ma non era stato comunque sufficiente.

Luca si allontanò di un passo e con la mano indicò il reggiseno della ragazza.

“È tempo di toglierlo”, disse.

Loredana fece una smorfia di disappunto, quindi slacciò i gancetti e porse l’indumento a Luca.

Si posizionò sotto al trapezio con le mani a coppa sui seni, quindi sorrise alla telecamera e sollevò le braccia.

“Mancano ancora quattro minuti”, le disse Luca sottovoce.

Quattro minuti erano tantissimi quando si soffre il solletico e si dispone solo più di un indumento.

Luca si mise nuovamente dietro di lei, ma questa volta prese ad accarezzarle il seno.

Loredana sospirò, sentendosi quasi in colpa per avere i capezzoli eretti.

“È colpa del solletico”, si disse.

L’uomo le massaggiò la base dei seni, quindi con i polpastrelli le pinzò proprio i capezzoli.

Loredana si lasciò sfuggire un gemito, mentre migliaia di brividi le percorrevano il corpo.

La frizione durò quasi un minuto quindi, di sorpresa, Luca le attaccò i fianchi.

La rumena, distratta dalle mille sensazione che fino a un attimo fa l’avevano attraversata, fece un balzo in avanti, accorgendosi solo in un secondo momento di aver mollato la presa.

Si guardò attorno, quasi a chiedersi dove fosse, quindi rise nervosamente coprendosi il volto con le mani.

“Loredana, via il perizoma!”, la esortò Luca.

La ragazza deglutì, sorrise alla telecamera e si privò anche dell’ultimo indumento.

Trasse un sospiro, quindi si posizionò ancora sotto alla sbarra.

Il suo corpo era ora totalmente esposto all’obiettivo.

Si sforzò di non pensare a quanti avrebbero scaricato quel filmato.

“Brava, mi piacciono le donne totalmente depilate”, disse Luca sottovoce.

Loredana non rispose e si umettò le labbra, in attesa di sentire nuovamente le mani di lui sul suo corpo.

Non era chiaro cosa sarebbe successo ora, visto che non aveva più indumenti da togliersi.

Le dita di Luca non si fecero attendere, ancora sui suoi seni.

Era ora molto sensibile, probabilmente anche a causa della tensione.

Le mani di Luca si mossero sulla sua pelle, lentamente.

Lasciarono i suoi seni e si avvicinarono al suo inguine, tracciando immaginarie linee sulla sua pelle.

Loredana chiuse gli occhi, mentre i polpastrelli di Luca si congiungevano sul suo monte di Venere.

Trasse un sospiro.

Era eccitata e non le dispiaceva quel tocco.

Sentì dietro di lei, tra le natiche, la pressione del bacino di Luca.

Pur attraverso i pantaloni, era chiaro come avesse un’erezione.

Non si sottrasse al contatto.

Le dita dell’uomo le stimolarono il clitoride, trovandolo umido.

La ragazza si fece sfuggire un sospiro, quindi un gemito.

Lo stava facendo per sua sorella e per la loro famiglia, si disse.

Luca staccò una delle mani e la riportò sul seno, mentre con l’altra intensificava la stimolazione.

Loredana deglutì, chiedendosi se sarebbe stata in grado di venire con uno sconosciuto, per altro in quella situazione.

Aveva avuto solo tre uomini nella sua vita, tutti estremamente importanti.

Non era avvezza a certe cose.

Luca le pizzicò un capezzolo, strappandole un gemito, quindi affondò l’indice tra le sue grandi labbra.

La romena inarcò la schiena, pregustando un piacere che non era lontano, quando sentirono il suono della campanella del timer.

Fu come una doccia gelata.

Luca si staccò da lei, la quale rimase ancora qualche istante appesa al trapezio.

“Brava, Loredana, sei stata super!”, disse Luca ad alta voce, a beneficio dei futuri spettatori.

La ragazza lasciò che il suo cuore rallentasse un attimo e sorrise, salutando in maniera infantile verso l’obiettivo.

Luca si avvicinò alla telecamera e la spense.

Si tolse il passamontagna.

“Sei stata fantastica, la gente impazzirà a vederti”, disse.

Loredana annuì, cercando allo stesso tempo di scacciare quel pensiero.

Luca le porse una vestaglietta che aveva preventivamente procurato.

“Se vuoi possiamo girarne un altro”, propose.

“Di cosa si tratta?”, chiese la donna.

***

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