Spy cam /31

di Claudia Effe

Questo contenuto è riservato a un pubblico adulto. Proseguendo nella lettura dichiari di avere almeno 18 anni.

La ragazza si alzò in piedi.

Cercava di dimostrare indifferenza, ma gli occhi tradivano preoccupazione.

Guardò verso la sorella, la quale le restituì uno sguardo preoccupato.

“Ramona!”, disse Alberto.

La donna si avvicinò ad Alina e le porse la mano.

La ragazza non fece domande e si lasciò guidare fino al tavolo di legno posto al centro della sala.

“Spogliati”, le disse Ramona.

Alina rimase in silenzio e si liberò rapidamente della maglietta, degli shorts e delle scarpe.

“Togliti anche il reggiseno, per piacere”, le disse ancora Ramona con fare affettuoso.

Alina annuì e si liberò anche dell’indumento intimo.

I capezzoli eretti tradivano la sua eccitazione. O forse era paura?

Ramona la invitò sdraiarsi sul tavolo.

Le assicurò un polso ad un angolo del tavolo usando una cinghia di cuoio, poi fece lo stesso con l’altro.

Alina teneva gli occhi chiusi.

Ramona le fece una carezza sul volto.

“Sei molto carina, sai? – le disse – Mi ricordi molto mia figlia, ha più o meno la tua età”.

Le passò una mano sul seno, accarezzandola quasi distrattamente, quindi si spostò sulle caviglie.

Anche loro vennero legate agli angoli del tavolo.

Alina non poteva muovere un muscolo.

Spostò lo sguardo verso sua sorella e le sorrise per tranquillizzarla.

Le parve che, per un attimo, Luca le avesse preso la mano.

Ramona estrasse un flacone da un cassetto e ne versò parte del contenuto su una mano, quindi la sfregò assieme all’altra.

“Ora devi solo rilassarti”, le disse con voce dolce.

Appoggiò le mani sulle spalle di Alina, frizionandole con olio caldo e profumato.

“Chiudi gli occhi, piccola”, la invitò ancora Ramona.

Alina seguì il suggerimento, mentre le mani della donna si erano spostate nel frattempo sul torace.

Era una bella sensazione, molto rilassante; certamente differente dalla tortura con l’energia elettrica che aveva appena subito sua sorella.

Le mani di Ramona le passarono sulla pancia, provocandole un leggero brivido.

Alina emise un sospiro.

“Ti piace?”, domandò Ramona.

Si cosparse le mani con altro olio e le passò sui seni della ragazza, i cui capezzoli avevano cominciato ad inturgidirsi.

La donna prese a descrivere un movimento circolare con entrambe le mani, disegnando due circonferenze il cui centro era costituito proprio dal capezzolo.

Era un movimento lento e rilassante.

Alzò i palmi delle mani dal corpo di Alina e afferrò le sue piccole protuberanze rosa tra i polpastrelli.

Li stimolò con delicatezza, sino a renderli completamente duri, come chiodi piantati sulla cassa toracica della ragazza.

La accarezzò per qualche minuto, quindi la donna si spostò verso la parte inferiore del corpo di Alina, percorrendo il corpo con una mano.

Si frizionò con ulteriore olio e passò il palmo della mano sotto la pianta del piede della ragazza.

Alina emise un altro sospiro: il piede era una zona molto sensibile per lei.

Ramona, lentamente e con metodo, massaggiò ogni singolo dito, preoccupandosi di stimolare anche la zona di pelle tra le dita.

Alina ora era molto eccitata

La donna le passò le unghie sotto la pianta del piede, provocando un leggero brivido alla giovane rumena, quindi si spostò verso l’altro piede.

Prelevò altro olio e ripeté la medesima operazione, aumentando ancora di più l’eccitazione della ragazzina.

Tutti i presenti – nonché le centinaia di persone collegate via Internet – stavano guardando la scena con trepidazione.

Nessuno parlava, tutti sembravano provare le medesime sensazioni che Alina stava vivendo sul tavolo.

I boxer di Lorenzo non riuscivano a nascondere quanto anche lui stesse apprezzando il lavoro di Ramona.

La donna passò le mani sulle gambe della ragazza, concentrandosi soprattutto sulle cosce.

Le percorse dal basso in alto e viceversa, quindi – usando solo la punta dei polpastrelli – le accarezzò l’interno.

Alina mugolò sommessamente e quasi cercò di sottrarsi al tocco, ma vanamente.

Era ormai giunta ad un livello altissimo di eccitazione, mai avrebbe pensato di arrivare così in alto soltanto attraverso il tocco, per di più da un’altra donna.

Aveva gli occhi chiusi e quasi sobbalzò quando sentii le dita di Ramona sfiorarle la vagina.

“Stai tranquilla, piccola, non ti succederà nulla di male".

Le dita della donna, perfettamente lubrificate dall’olio, le separarono le grandi labbra.

Ramona introdusse solo una falange e le fece percorrere più volte la lunghezza della fessura.

Il clitoride di Alina si ingrossò rapidamente, emergendo dai radi peli pubblici della ragazza.

Ramona vi avvicinò il volto e, con dolcezza, glielo baciò.

Alina produsse un ulteriore gemito.

“Lascia che il tuo corpo viva queste sensazioni. Rilassati”, le disse.

Appoggiò nuovamente le labbra sulla vulva di Alina e prese in bocca il clitoride.

Lo avvolse completamente con le labbra e dall’interno prese a stimolarlo con la lingua.

Alina ebbe quasi uno spasmo, e, non fosse stata legata, forse avrebbe cercato di sottrarsi al bacio.

Ramona poggiò la mano sopra al seno di Alina.

La sua lingua stava sempre leccando il punto sensibile di Alina.

Sollevò la testa dal pube della ragazza e appoggiò il palmo della mano ancora sul clitoride.

Con la mano aperta cominciò a descrivere un movimento circolare.

Alina aprì gli occhi e la bocca: “Sto per venire!”

Lo disse come per avvisare di un pericolo.

Ramon sorrise e, senza interrompere la stimolazione pelvica, le fece una carezza sul volto.

“Capiterà ancora molte volte, non preoccuparti”.

Quasi come se aspettasse il permesso, Alina ebbe uno spasmo e un orgasmo le attraversò il corpo.

I suoi muscoli, trattenuti dai legami, si tesero, la sua schiena si inarcò e dalla gola le uscì un urlo molto acuto.

Ramona non interruppe la sua stimolazione, anzi, la intensificò.

Alina si lasciò ricadere sul tavolaccio, guardando la mano che le aveva appena provocato tanto piacere.

Mille brividi ancora le solcavano la pelle.

Ramona interruppe il movimento circolare e introdusse due falangi dentro la vagina.

“Rilassati, non abbiamo finito”.

Alina appoggiò la testa sul legno del tavolo e chiuse gli occhi, travolta dalle sensazioni che le arrivavano dal corpo.

Ramona aumentò la frequenza con cui le sue dita si muovevano tra le labbra della ragazza.

Alina serrò le labbra, sentendo che un nuovo orgasmo stava per arrivare.

“Stai per venire di nuovo?”, domandò Ramona.

Alina annuì, senza aprire gli occhi, quasi come se temesse che in quella maniera tutto sarebbe finito.

E tutto finì, perché Ramona ritrasse la mano.

Alina aprì gli occhi e guardò la donna, domandandole con lo sguardo il motivo per cui si fosse fermata.

“Vuoi venire di nuovo?”, le domandò Ramona.

Alina annuì.

“Potrai venire nuovamente se lo vorrai, ma non sarà più per mano mia. Io dovrai fare con uno dei ragazzi”.

Lo sguardo di Alina era carico di preoccupazione.

“Sei vergine, vero?”, le domandò Ramona.

Alina annuì.

“Se vuoi venire, dovrai farti penetrare. Tanto prima o poi accadrà, tanto vale che accada ora”.

Alina sospirò a lungo.

Che decisione prendere?

La posta in palio era alta, ma non se la sentiva di mandare tutto a monte.

Guardò verso Martina, ancora legata e con le grandi labbra tirate. Pensò a sua sorella, a quanto doveva aver sofferto con l’elettricità.

“Va bene”, disse.

Ramona le accarezzò nuovamente il volt.

“Hai preso la decisione giusta”, disse.

Alberto schioccò le dita ed indicò Lorenzo.

“Via i boxer!”, gli ordinò.

Il ragazzo si liberò dell’indumento – che invero sembra faticare molto a contenere l’erezione – e si inginocchiò sul tavolo tra le gambe di Alina.

Ramona gli diede una manata su una natica come per spronarlo.

Lorenzo si puntellò con i palmi delle mani ai lati della testa di Alina e si protese sopra di lei.

Per effetto della forza di gravità un filo di liquido seminale si staccò dal suo pene e si depositò sulla pancia della ragazza, disegnando un arabesco erotico.

Si abbassò di qualche centimetro e portò il glande – scoperto e lucido – a contatto con le grandi labbra di lei.

“Dai, penetrala!”, gli urlò Alberto.

Lorenzo, scosso dall’urlo, eseguì immediatamente e entrò dentro di lei con tutta la sua lunghezza.

Alina spalancò la bocca e un urlo rimase strozzato dentro di lei.

Proprio mentre il membro di Lorenzo entrava dentro di lei, pensò ad Alex, il suo ragazzo.

Quante volte le aveva chiesto di fare l’amore e quante volte lei gli aveva detto di non essere pronta.

“La prima volta si ricorda per sempre”, gli aveva detto.

Eccola, la sua prima volta!

Lorenzo appoggiò i gomiti al tavolo e prese ad entrare e uscire, evidentemente sbloccato dopo la prima penetrazione.

Alina tese tutti i muscoli cercando di sottrarsi allo stupro, ma i legami non le permisero di allontanarsi di un centimetro.

Lorenzo abbassò il volto su di lei e la baciò.

La ragazza prima voltò la testa, poi rispose al bacio.

Lo sentiva dentro di lei e, dopo il dolore iniziale, erano più piacevoli le sensazioni che la stavano attraversando.

Era il suo primo rapporto, ma ad occhio poteva asserire come la dotazione di Lorenzo fosse di tutto rispetto.

Il ragazzo si abbandonò su di lei, provocandole un eccitante contatto di pelle.

Era caldo, e lo era anche lei.

Ramona gli diede un’altra pacca sulla natica.

“Muoviti! Vieni!”, gli disse.

Lorenzo si morse il labbro e intensificò la frequenza.

Alina spalancò la bocca e prese a gemere ritmicamente seguendo le penetrazioni di Lorenzo.

“Sto venendo!”, disse lei.

Lorenzo si limitò ad annuire, forse troppo concentrato per parlare, e venne anche lui.

L’orgasmo durò qualche secondo, quindi Lorenzo aprì gli occhi.

Ramona gli fece gesto di togliersi; lui si sfilò da Alina e poggiò i piedi a terra.

Un rivolo di sperma colava tra le gambe della giovane rumena.

“Bene – disse Alberto – Ora anche tu potrai fare la zoccola come le altre due!”.

***

[Un nuovo capitolo viene pubblicato ogni pochi giorni! Torna all’indice]

[Ti è piaciuto questo racconto? Contatta l’autore!]

Share this Post

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>
*
*