Una finestra /5

di Cigno

Capitolo 5

Una finestra sulle novità


– Una donna

Ecco, s’è
mossa ancora! Cazzo, sembra che sia il vento a muoverla. Se è
così sotto vento perché tenere le serrande aperte?

Non puoi credere a
quello che hai visto. Non è vero. Non è successo.

Te lo sei sognato.
Stai ancora sognando, brutto depravato. Non è accaduto sul
serio.

Quella ragazza
bionda non esiste sul serio. Non c’è. E’ frutto della tua
fantasia.

Eppure potresti
giurare di aver visto una donna bionda, in shorts bianchi e
canottiera fucsia, passare dal salottino dell’appartamento di fronte.

Non era vera. Era
una finzione.

Nasconditi!

Vai sotto la
finestra, cazzo. Non ci pensare. Era solo un’allucinazione.

Controlla di nuovo.
Alza lo sguardo, controlla ancora.

Il salotto è
di nuovo vuoto. La serranda alzata senza zanzariera.

Torna al tuo posto,
sul divano. Siediti e guarda. Porca miseria.

E’ passata una
ragazza bionda con in mano una lattina di chinotto. E’ passata da
quel salotto che tu avresti giurato fosse vuoto.

Si è adagiata
su un divanetto del salotto è s’è messa a bere dalla
lattina.

E’ andata a chiamare
la polizia. Ora ti arrestano.

Non ti arresteranno,
rimani lì, concentrato. Non farle vedere che guardi attraverso
la finestra. Fingi di leggere il libro.

E’ seduta li. Sembra
stia guardando il cellulare. Beve la sua lattina di chinotto e sta
li. Di profilo. Le gambe raccolte sulla poltrona e sempre in shorts e
canottiera fucsia.

Non sai che fare!
Chiudere la finestra? No. Fai chiudere a lei la serranda. Tu sei
libero di fare ciò che vuoi.

Guardala. E’ molto
giovane. Quanti anni avrà? 19? 20? Dieci anni meno di te.

Non toccarti
l’uccello. Non ti segare.

Sbattimi il cazzo in
faccia, porco. Sborra su di me.

No, non ritornare a
fare quei pensieri. Non assomiglia per nulla a Jennifer White. Non è
mora. E’ bionda. Non ha il culo trapanato. Non ci pensare.

Togli quella mano,
pervertito! potrebbe notare che mentre la spii ti tocchi.

Idiota. Potrebbe già
averti visto mentre lo facevi!

Oddio, che cosa
eccitante! Non senti quanto ti vada il cuore?

E ora che fa?

Posa la lattina? Ha
finito di bere? Continua a messaggiare al cellulare.

Ti ha visto, sicuro
ti ha visto! Si è voltata per un nano secondo.

Oddio. Che fa ora?
Si stiracchia… tende in alto le mani. In basso le gambe. Si sta
alzando?

Oddio viene verso di
te. Presto, fingi di leggere.

E’ arrivata alla
porta-finestra. Si è affacciata. Cazzo, si è
affacciata.

– Un segnale

E’ affacciata al
balcone. Si guarda intorno. Non si degna di guardarti. Certo, come
può? Sei un depravato rincoglionito. Smettila di fissarla. E’
da maniaci.

E’ appoggiata alla
ringhiera del balcone di casa sua. Con nochalance continua a
messaggiare.

Dopo neanche mezzo
minuto rientra. Si blocca. Sembra che le sia arrivato un nuovo
messaggio. Che fa? Indugia davanti la porta finestra? Ti da le
spalle?

Oddio, spero tu
l’abbia visto. Ha fatto passare un dito sotto gli shorts per
distendere una piegolina. Non ti senti un verme depravato? Come puoi
fare caso ad un movimento così rapido?

Hai visto che
culetto grazioso?

Smettila! Non ti
toccare! Lei è ancora lì bloccata che si sistema gli
shorts. E’ rientrata in casa.

E’ stato un attimo.
E’ sembrato un secolo. Quel sederino sembrava una benedizione.

Non sembrava neanche
accorgersi di te. La dolce innocente. Pensi ti abbia visto mentre
avevi il cazzo di fuori?

Cazzo, no. Non può
essere. Non uscirebbe in balcone conciata in quel modo. Non ti ha
proprio vista. Stai tranquillo.

Cosa fa? Chiude la
serranda? No, dai. Finito lo spettacolo? Ah, ecco. L’ha chiusa solo
in parte.

Deve rimontare la
zanzariera.

Aspetta, che fa?

Cosa sta facendo?

Sul serio? Non può
essere vero.

Cosa è stato?

Porco cazzo. Ha
abbassato la serranda fino all’altezza della vita e con la mano
destra sta facendo un cenno di saluto.

Porca troia. Porca
di una puttana lurida. Oh cazzo, vaffanculo.

Oh merda. Non può
essere che rivolto a te. E’ una sonora presa per il culo. Si è
offesa per prima e ti sta mandando a quel paese salutandoti.

Ti sta dicendo
“fottiti, depravato di merda. Non ci provare neanche a spiarmi.
Ho visto come ti segavi prima in cucina. Stronzo.”

E’ chiaro che
significa questo.

– Un saluto


Devi scappare.

Devi andare via.

Corri in stanza,
lurido depravato pervertito. Ti sei fatto sgamare come un coglione.

Chiuditi in stanza,
imbecille, non uscire mai più. Mai più.

Ferma un attimo.
Perché sei scappato? Sei a casa tua. Sei libero e per giunta
di nuovo in pantaloncini.

Non sei colpevole.
Non essere il solito autocommiserato di merda. Ok, sono io che ti
insulto ma in realtà stai ancora facendo autocommiserazione.

Tuttavia, un cenno
di saluto non è come un dito medio. Non è una chiamata
alla polizia. Non ti sta denunciando.

Ti ha solo salutato.
Che cazzo ti prende?

Ti ha visto? Ha
visto il tuo cazzo esplodere senza motivo? Ha visto che mentre
dormivi portavi i boxer e tenevi un erezione cavallina? Pecorina.
Lecca quelle tette.

E’ stata gentile. Ti
ha rivolto un saluto.

Le è
piaciuto? Ha guardato di nascosto per tutto il tempo? Cavoli, quanto
è arrapante quella ragazza.

Quegli shorts
bianchi si adagiavano sulle natiche in modo perfetto, quasi
matematico.

E’ stata una
sensazione eccitante. Vuoi riprovarla. Si che vuoi riprovarla. Cazzo,
vuoi che ti saluti di nuovo con quella dolce e splendida manina.

Vorresti che ti
segasse, che ti massaggiasse la prostata. No. Fermo. Vorresti
chiederle scusa. Sei stato un porco depravato. Tu non sei così.
Sei una persona per bene.

Le persone per bene
fanno quello che vogliono da sole in casa.

Se qualcuno sbircia,
sono fatti suoi. Se le belle ragazze col culo disegnato da giotto
sbirciano puoi solo essere fiero.

Ti ha salutato,
ricambia no?

Torna in cucina.
Vai, idiota!

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