Vecchi amici /5

Questo contenuto è riservato a un pubblico adulto. Proseguendo nella lettura dichiari di avere almeno 18 anni.

Si avvolse nell’accappatoio e si accese una nuova sigaretta.
Con sua figlia e con i genitori in casa cercava di fumare il meno possibile, ma quando era sola non si faceva problemi.
Aveva fame, così ordinò al Sushi Bar che si trovava ad un paio di isolati da loro.
Era talmente avvezza a quel tipo di cena che non aveva dovuto far altro che presentarsi al telefono e  dire che avrebbe ordinato “il solito”.
Aprì la finestra e guardò in strada, cercando semplicemente di far fluire i suoi pensieri.
La casa di campagna di Marco…
Definirla “casa di campagna” era sicuramente riduttivo, giacchè si trattava di un antica cascina completamente ristrutturata, fornita addirittura di piscina.
I genitori di Marco ci andavano molto raramente, e così il figlio e gli amici la utilizzavano nei weekend, soprattutto quando la stagione si faceva più calda.
Rachele stessa, quando stava ancora con Federico, vi era stata più volte, anche a dormire; sicuramente almeno un paio di veglioni di fine anno e feste di laurea.
Federico probabilmente doveva avere anche un mazzo di chiavi, e certamente non era l’unico.
Quelle mura avevano sicuramente assistito a parecchio sesso, e non solo le mura.
Ricordava in particolare una giornata particolarmente burrascosa.

Lei e Federico, trattenuti da un battesimo, erano arrivati più tardi rispetto agli altri ed erano giunti quando già l’euforia e il consumo di alcool avevano mietuto vittime.

Avevano posteggiato davanti a casa e avevano seguito le risate e le urla, che arrivavano da dietro, dove c’era la piscina.

Avevano girato attorno alla casa e avevano raggiunto gli altri.

C’erano circa una quindicina di persone; quattro ragazzi, tra cui Marco, erano in acqua, gli altri – uomini e donne – erano a bordo piscina, tutti in costume.

Carola, una loro amica, era proprio sul bordo della vasca e sembrava incerta se buttarsi o no.

Continuava a ridere e sembrava evidente quanto avesse bevuto.

I ragazzi in acqua avevano cominciato a battere le mani.

Rachele si era avvicinata a Chiara.

“Cosa sta capitando?”, aveva domandato.

“La sfida è attraversare la piscina indenni”, aveva spiegato Chiara.

“Indenni? In che senso?”, aveva domandato Rachele.

Chiara aveva indicato qualche metro più in là dove Monica, un’altra loro amica, stava prendendo il sole stesa su un asciugamano.

Era nuda.

Rachele era tornata a guardare verso Carola proprio nel momento in cui lei si era buttata in acqua.

Si era data una buona spinta perché era arrivata in un lampo fino a metà vasca, ma quando era emersa aveva trovato i quattro ragazzi proprio attorno a lei.

Luca l’aveva afferrato le braccia e gliele aveva bloccate dietro alla schiena, Sandro le aveva fermato le gambe con cui aveva subito iniziato a scalciare.

“Non vale, siete troppi!”, aveva urlato ridendo.

I lunghi capelli corvini le si erano appiccicati al volto, mascherandone l’espressione.

Marco si era avvicinato e aveva allungato le braccia attorno a lei, come per abbracciarla, ma una volta che le sue mani l’avevano circondata, le aveva sganciato il reggiseno.

“No! No!”, aveva urlato Carola, ben consapevole che non sarebbe servito a nulla.

Marco, infatti, aveva preso l’indumento dell’amica e l’aveva lanciato lontano.

Con le braccia ancora immobilizzate, il seno di Carola era completamente esposto.

Marco si era avvicinato ancora, questa volta puntando agli slip.

La ragazza aveva provato a divincolarsi, ma i ragazzi erano superiori a lei in numero e forza.

Marco aveva sciolto il nodo sul fianco di Carola.

“Ti prego, aspetta un attimo!”, l’aveva implorato lei.

Marco aveva scosso la testa, aveva sciolto anche l’altro nodo e anche la mutandina era stata scagliata a bordo vasca.

I ragazzi avevano mollato la preda e Carola aveva nuotato fino al bordo, dove aveva afferrato la mano tesa di Giancarlo e si era fatta tirare fuori dall’acqua.

Lo stesso Giancarlo aveva estratto il telefonino e aveva invitato la ragazza ad avvicinarsi a Monica per scattare una foto assieme.

Le due amiche si erano affiancate, ognuna aveva circondato i fianchi dell’altra con un braccio e si erano lasciate immortalare, forse minimizzando la diffusione che avrebbero avuto quelle foto nei giorni a venire.

Diversi obiettivi si erano posati su di loro e per qualche minuto si erano atteggiate a modelle, poi era stata Monica a sciogliere l’abbraccio con l’amica e a dichiarare chiusa la sessione.

Si era infilata le mutandine ed era tornata a prendere il sole; Carola, invece, si era sdraiata senza rivestirsi.

“Dici che posso prendere il sole senza rischiare?”, aveva domandato Rachele a Chiara.

La ragazza aveva annuito.

“Quelle due sono ubriache; io non mi sto facendo problemi, come vedi”, aveva risposto, alludendo al fatto che lei stessa fosse in bikini.

Rachele, che aveva precedentemente indossato il due pezzi sotto i vestiti, si era spogliata e si era sdraiata accanto all’amica; Federico si era allontanato da loro in cerca di una birra.

Rachele aveva gettato lo sguardo verso Carola e aveva notato come Luca si fosse seduto accanto a lei.

Lei era sdraiata di pancia e Luca le stava spalmando la crema solare sulla schiena, e non solo.

“Sicuramente non si scotterà tra le chiappe”, aveva ironizzato Chiara, alludendo ai numerosi passaggi che il ragazzo stava facendo con la mano tra le natiche di Carola.

“Ragazze, volete provare anche voi?”, aveva urlato Marco dalla piscina, rivolgendosi proprio a Rachele e Chiara.

Avevano declinato scuotendo il dito indice, e Marco aveva allargato le braccia, a significare: “non sapete cosa vi perdete”.

Nel frattempo Carola si era voltata dall’altra parte e ora Luca le stava spalmando la crema sul torso, insistendo specialmente sui seni.

Le sue mani si spostavano lentamente sulla pelle abbronzata di lei, la cui abbronzatura lasciava intuire l’abitudine a prendere il sole in topless.

La mano di Luca si era spostata tra le gambe di lei, che sembrava incurante del fatto che almeno dieci persone li stessero guardando.

Le dita di lui avevano esplorato il pube di lei, coperto da una rada peluria, fino a quando lei non si era alzata in piedi, l’aveva preso per mano e l’aveva guidato verso la casa.

Erano passati proprio davanti a Rachele e Chiara e il costume di Luca non riusciva a nascondere una pronunciata erezione.

Non sarebbero usciti di casa fino al mattino dopo, e si sarebbero frequentati come coppia per quattro mesi, quando poi lui l’avrebbe lasciata per un’altra.

Rachele l’aveva incontrata qualche mese prima in un supermercato.

Era decisamente più grassa e i lunghi capelli corvini erano stati tagliati molto corti, taglio che enfatizzava ancora di più i chili di troppo.

Non l’aveva salutata, si era limitata ad osservarla da lontano, ma non era sembrata una persona felice.

Chissà se anche Carola avrebbe detto lo stesso di lei?

***

I suoi pensieri vennero interrotti dal suono del citofono.

Il trillo la scosse: erano già i suoi genitori?

Andò a rispondere e solo quando sentì “Sushi!”, si ricordò di aver ordinato la cena una mezz’ora prima.

Era ancora in accappatoio e si voltò subito verso la sua stanza per mettersi qualche abito, poi si fermò e tornò verso la porta.

Sentì l’ascensore fermarsi al piano e attraverso lo spioncino vide il fattorino avvicinarsi al campanello.

Lo conosceva, era uno dei ragazzi che serviva ai tavoli, forse il figlio del proprietario.

Doveva avere poco più di diciotto anni.

Sentì il suono del campanello e trasalì.

Aprire o non aprire? O meglio: rivestirsi o rimanere così?

Aprì la porta e sorrise.

Il ragazzo indietreggiò di mezzo passo, quasi intimidito, poi la squadrò dall’alto in basso, soffermandosi sui piedi nudi.

“La cena”, disse solo, porgendole un sacchetto di carta.

“Certo. Vieni dentro”, gli disse, maledicendosi per aver usato quelle parole.

Prese il sacchetto, lo portò nel tinello e lo appoggiò sul tavolo.

Cosa voleva fare ora?

Si sarebbe tolta l’accappatoio come in un film scollacciato anni Ottanta?

“Ti prendo i soldi. Quanto ti devo?”, chiese.

“Venti”, rispose il ragazzo.

Aprì un cassetto e si chinò per guardarvi dentro.

Sapeva perfettamente essere il luogo dove suo padre teneva i documenti dell’auto e non i soldi, ma così facendo l’accappatoio si sarebbe staccato dal suo corpo e il ragazzo le avrebbe visto un seno.

Rimase in quella posizione per quindici secondi, poi si risollevò e si guardò attorno, come se qualcuno le avesse fatto sparire i soldi.

“Devo averli lasciati in camera. Vengo subito”, e si voltò verso la sua stanza.

Ancora un cazzo di doppio senso, sembrava farlo apposta!

– E se mi segue? – pensò.

– Se mi segue mi spoglio e vaffanculo! – concluse.

Entrò in camera, ma il ragazzo non era dietro di lei.

Prese una banconota da venti euro dalla borsetta e tornò indietro.

“Tieni – disse porgendo il denaro al ragazzo – Sei stato gentile a venire fino a casa”.

– Dai, reagisci! – pensò ancora – Dimmi che mi hai vista volentieri, dimmi che sono la cliente più bella che hai! –

Ma il ragazzo non disse nulla, prese il denaro, le fece un piccolo inchino e se ne andò.

Rachele tornò in camera scuotendo la testa e si accese una nuova sigaretta, poi prese il telefonino e inviò un messaggio a Francesco.

“Ci sarò”.

***

[un nuovo capitolo viene pubblicato ogni pochi giorni! Torna all’indice]

[ti piace questo racconto? Dillo all’autore!]

Share this Post

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>
*
*