Victoria’s Secret censurata a Milano

di MrBlack

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La censura colpisce anche gli Angeli. Ecco quel che è successo.
Premessa. Passo abbastanza spesso dalla stazione centrale di Milano, per lavoro. Arrivo dalla metropolitana e salgo ai binari.
Se qualcuno di voi è familiare con questo percorso, sa che qualche mese fa hanno aperto dei negozi, in stazione. In vari punti, compresi dei box negli atri.
Di uno, in particolare, mi sono innamorato. Quello di Victoria’s Secret.

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Funziona così: tu arrivi dalla metropolitana (linea verde o gialla), ti tieni sulla sinistra, sali nel sotterraneo della stazione; qui ti tieni sempre a sinistra e sali sul tapis roulant che porta al piano strada: ed eccolo, davanti a te. Il box di Victoria’s Secret. Tutto circondato – questo è il punto – da grandi schermi LED che trasmettono in continuazione, senza pause, video di sfilate: primi piani degli Angels, camminate in passerella, zoomate al limite dell’intimità.

Modelle fantastiche, perfette, mezze nude. Slip ridottissimi, primi piani dell’inguine appena appena coperto. Culi di marmo. Gambe chilometriche. Tette appena recintate da reggiseno in pizzo.
Una-meraviglia.

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Io avevo preso l’abitudine di farlo apposta. Di prendere apposta a sinistra, salire, pregustare il momento… e mentre il nastro automatico mi portava su, vedevo emergere quel caleidoscopio di corpi meravigliosi e di pelle nuda. Per pochi secondi – ma intensi – ci camminavo davanti e a fianco, per poi sfilare via verso i binari.
Era la gioia di fine giornata. Un piccolo piacere privato, una soddisfazione dopo il lavoro e prima dei ritardi del treno. Godimento dei sensi, appagamento degli occhi, inondazione erotica della mente.

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Poi, un paio di settimane fa, il nero. Risalgo da sottoterra, già con l’acquolina in bocca, e non vedo nulla: schermi spenti, niente video. Negozio aperto, ma schermi spenti.

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Saranno rotti? Problema tecnico?
Il giorno successivo passo di nuovo: niente. Nero.
Da allora, non si sono ancora più riaccesi. Non passo tutti i giorni, né a tutte le ore del giorno. Ma mi pare difficile che siano spenti proprio soltanto quando transito io.
Quindi, censura.

Vi sembra un parola grossa? Beh pensateci, le spiegazioni possono essere due: qualcuno si è lamentato, e gli hanno imposto di spegnarli. Oppure qualcuno si è lamentato, e hanno autonomamente deciso di spegnerli.
In entrambi i casi è censura bigotta e oscena.

Bigotti, retrogradi e conigli che credono che non mostrare degli splendidi corpi nudi o quasi nudi, splendidi corpi di modella che sono una gioia per gli occhi e per i sensi, sia progresso.

Beh non avete capito un cazzo.

E quello che non potrete mai fare è vietarmi di far scorrere quelle immagini nella mia mente, come sto facendo ora, e goderne ed eccitarmi.

In attesa che il vero progresso me le rimetta davanti agli occhi.

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Lunga vita agli Angeli e alle loro nudità!

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