Shibari dance

di Sillene

Ci sono due anime in lei.

Una testarda, indipendente, ribelle, forte: è Lei quella che la tira sempre fuori dalle difficoltà, che alza la testa e cammina sicura per strada.

Quella che impara in fretta e che si rialza ogni volta.

È quella che tutti vedono, quando la osservano… la Donna/Drago: quella con la scorza dura, che non si lascia mai abbattere dalle difficoltà.

Se non ci fosse… lei sarebbe morta.

Letteralmente! 

Poi c’è “l’altra”, quella piccola, insicura, fragile… quella che si nasconde e non vede la sua bellezza, che ha paura di non essere mai all’altezza delle aspettative altrui.

Quella che nessuno vede… mai, ma che ha bisogno di essere riconosciuta, vista, accudita.

Aveva imparato da molto tempo a fare i conti con lei, la donna/farfalla… è libera, ma ha bisogno di fiori verso cui volare.

E bisogna fare attenzione a come la si tratta perché quelle ali sono fragilissime e sono state strappate fin troppe volte.

Eppure, anche senza questa lei sarebbe morta… Dentro.

Aveva sempre saputo di dover mettere equilibrio tra le due donne in lei. Il drago che sputa fiamme con tutta la sua forza, e la farfalla che sparge allegramente i suoi colori in giro per il mondo.

Solo… non sapeva come.

E di certo non sapeva era che ci sarebbe riuscita in una stanza piena di tappeti, in una manciata di minuti (quanti?), mentre la parte forte di lei era avvolta da giri di corde e nodi, costretta a stare ferma, immobile.

Aveva provato a resistere fino all’ultimo, bisognava rendergliene atto.

Che sconfitta dev’essere stata per lei abbandonarsi in quel modo: essere totalmente dipendente da qualcun altro.

Ma nel momento esatto in cui lei ha ceduto, la parte più piccola e
fragile è stata finalmente libera di urlare.

«Lasciati andare»
«Sei pazza? Io devo mantenere il controllo. Lo sai che ci fanno del male se io mi distraggo un attimo…»
«No, non qui… guardati attorno, non vedi che si respira amore qui?»
«Figurati, tu pensi sempre bene di tutti. Menomale che ci sono io a non fidarmi!»
«No… stasera no, non servi. Lasciami spazio»

Silenzio.

Musica.

Gesti antichi.

E piano piano il drago si trasforma in farfalla, piano piano il drago si addormenta.

E la farfalla vola.

Sono qui seduta davanti a lui, mentre discutiamo su quello che sta per accadere: vuole assicurarsi
che io sia pienamente consapevole.

Mi sembra giusto: se devo cederti il controllo, devo sapere, capire. Provo una strana emozione, a metà tra la curiosa aspettativa e il nervoso timore.

Si comincia.

Mi inginocchio.

Lui è alle mie spalle e quel breve attimo di attesa accresce l’elettricità che sento attorno a me.

Prende le mie spalle, le mie mani, e parte la danza.

Ho bisogno di sentirmi libera. No… Ho bisogno di sentire che sia più forte di me.

HO BISOGNO DI FIDARMI!

E’ così, mentre la danza delle corde continua, che un pezzo dopo l’altro il mio corpo viene costretto.  La mente lo segue, abbandonando la presa su quella parte di me che protegge a ogni costo.

La farfalla timidamente si affaccia. Ora tocca a te stare in un angolo, pensa. Ora tocca a me farmi sentire, vedere, riconoscere.

La me stessa forte si rintana in un angolo. Ogni tanto si affaccia, per controllare che tutto vada bene: hai sensibilità nelle dita? Ti fa male qualcosa?

<<SMETTILA!>>

Ci sono momenti in cui lui stringe molto con le corde. Fa male. Non tanto, è solo un segnale. Mi sta dicendo: “ho io il controllo. Sono padrone dei tuoi movimenti, del tuo spazio. Puoi affidarti.”

Lo faccio.

Mi appoggio a lui, alle corde, all’aura che ci avvolge, e non importa se la sento soltanto ma non esiste, in questo momento è più reale del sole e della luna.

La musica sta cullando la mia coscienza, accompagnandola in una dimensione che cancella tutto e tutti. Ci siamo solo io, lui, le corde. Ma le corde perdono presto consistenza, sono estensioni della sua volontà.

Mi tengono ferma, ma non è a loro che mi sto abbandonando. Non mi sto fidando delle corde. Mi sto fidando di lui. Gli sto donando la cosa più intima e preziosa per me. La mia libertà.

Lui lo sa.

Lo sa o lo sente. Poco importa. Forse non sa che quello che sta accadendo è così sacro e importante. O forse lo sa e per quello ha scelto il suo cammino.

<<SMETTILA DI PENSARE!>>

Le corde mi sollevano. Sono una bambola nelle mani del burattinaio, ed è… quasi esaltante. Le corde sul petto stringono e limitano il respiro. E’ la posizione, è temporanea. Sono io adesso, in questo momento… una fase di transizione, sto cambiando e non so cosa diventerò, e fa male essere costretta a combattere ancora, e ancora, e ancora, e sono così stanca! Mi manca il respiro, tra le corde e nella vita.

Lui sta continuando a danzare e la posizione cambia.

E’ tutto più facile adesso, più leggero. Era temporaneo, vedi? Hai fatto bene a fidarti, si sta prendendo cura di te, puoi cedere anche l’ultimo pezzo di controllo…

Non sento quasi più quello che sta accadendo, non mi interessa più. Persino la musica è passata in qualche parte della mia coscienza a cui non ho accesso.

Le corde mi stanno sostenendo, ma non è vero, non sono qui. Sono in un luogo dove posso volare, respirare fino in fondo, piangere e urlare, un luogo dove nessuno mi vede, dove nessuno può toccarmi. Ho perso ogni punto di riferimento, la realtà è così labile e sottile.

Ma c’è ancora lui. Ne sono acutamente consapevole, all’improvviso. Come se potessi percepire la sua presenza con la pelle, anche senza vederlo.

Apro gli occhi, come per verificare che lui sia davvero nella posizione in cui l’ho visto nella mia mente, ed eccolo.

Poi arriva la sua voce, a frantumare ogni più piccola resistenza in me.

-Sei splendida-

Quelle parole iniziano a scorrere nelle mie vene al posto del sangue. Non so se sia la posizione, le corde, la danza che stiamo condividendo insieme, il tono del tutto privo di secondi fini, il fatto che sia ancora completamente dipendente da lui… ma gli credo. Gli credo davvero.

E la farfalla spicca il volo, urlando.

Piano piano mi accompagna nel mio ritorno, slegando un pezzo alla volta.

Mi abbandono tra le sue braccia, so che devo tornare alla realtà, ma ho bisogno di sentirmi ancora per un istante piccola.

Il drago sta tornando padrone del suo corpo, ma non è più lo stesso di prima. Io non sono più la stessa.

Forse domani tornerà tutto come prima o forse no. Forse fidarsi completamente di qualcuno apre una porta che non puoi più richiudere.

Ci sono due anime in lei. Una è forte, indipendente, ribelle. L’altra è fragile, ha bisogno di essere accudita, vista, riconosciuta…

E lei ha bisogno di entrambe per volare davvero.

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