Volvo F 12

di Adelina69

Non chiedetemi perché faccio la camionista.

Questa domanda la sento ogni volta che conoscendo qualcuno, arriviamo al punto in cui le convenzioni prevedono che si debba parlare del proprio lavoro.

Ovvio che lo so il perché. Sono figlia d’arte, come si vuol dire.

Mio padre lo faceva.
E mi portava con lui, nei suoi viaggi, per cui la cabina di un autotreno è un po’ come fosse la mia dimora naturale.

Vado per tutta Europa, e in molti paesi, sopratutto al nord, ci sono molte colleghe, per cui fanno molto meno caso al fatto che io sia una donna, che si è intrufolata in un mondo dominato dalla mitologia del maschio brutale e sempre arrapato.

Anche se devo dire, un po’ maschio lo sono sempre stata.

Fin da ragazza sempre attratta solo da sport maschili, calcio, motocross, e ora pugilato.

Fisicamente sono slanciata, ho le tette piccole, un bel culo sodo, e le spalle e le braccia muscolose, non tozze, ma sottili e saettanti. Ho i capelli neri, che tengo tagliati corti, quasi a spazzola.

Nel pugilato sono una fighter, che in gergo significa che ho il pugno pesante, che con un colpo solo mando al tappeto le avversarie.
Infatti i combattimenti li vinco quasi tutti alla prima ripresa, per ko.

Mi alleno assiduamente nonostante sia sempre in giro. Ho una serie di palestre sparse per l’Europa in cui sono abbonata, e faccio i guanti almeno due o tre volte alla settimana, nei tempi di pausa, in cui sono costretta a sostare.

Nella cabina ho tutto il mio mondo, che tengo ordinato, i miei libri, la musica, l’attrezzatura sportiva.
Non molti vestiti, perché il mio guardaroba è ridotto all’osso. Scarponi,jeans e felpe con il cappuccio, e chiodo di pelle nera.
Non ho tatuaggi, non li ho mai sopportati.

Mi piacciono le donne.

Da qualche mese sono anche innamorata.

Lei è di un altro mondo rispetto al mio.

E’ la direttrice di un autoporto: veste Armani e Dolce & Gabbana. Due volte alla settimana dalla parrucchiera, estetista, massaggi, saune e palestra. Si ciba solo di cose prelibate e raffinate, mentre io mangerei solo hamburgher e patate fritte.

Però mentre dovrei essere io quella che si propone, in realtà sono timida, mentre è lei la baldanzosa: è stata lei a rimorchiarmi.

E’ successo un giorno nel posto dove lavora e dove spesso vado a scaricare il camion.
Forse mi aveva già “individuata” e con la scusa di controllare certi documenti di una spedizione, mi fece chiamare nel suo ufficio. Dove ho subito un mezzo interrogatorio.

La faccenda del pugilato l’ha molto intrigata, e mi diede il numero del cellulare con la promessa di invitarla ad assistere ad un incontro.

Cosi me la ritrovai tra le prime file, mentre malmenavo una ragazzetta alle prime armi.

Poi andammo a cena, in un posto dove aveva prenotato. Una di quelle trattorie alla moda, molto costose, ma dove accettano anche qualcuno con i jeans e la felpa.

Secondo me davamo nell’occhio, e da alcuni risolini, qualcuno ci ha anche sgamate. Ma eravamo troppo concentrate su di noi, perché la cosa ci potesse riguardare.
Ci siamo osservate tutta la sera, soppesate, e quando il vino ha iniziato a fare il giusto effetto, anche spogliate con lo sguardo.

Lei è proprio il mio tipo: a me piacciono molto femminili, vedevo il ritratto del mio ideale di donna.

Infine mi invitò a casa sua, per il “bicchiere della staffa”.

Finimmo a letto senza aver visto nessun bicchiere.

Ci siamo avvinghiate appena chiusa la porta di casa, e abbiamo lasciato una scia di vestiti, fino alla camera da letto, dove siamo arrivate nude, e pazze di voglia di scopare.

Poi dopo un paio di mesi ho lasciato il bilocale ammobiliato dove più che vivere,tenevo parcheggiate le mie cose e mi sono trasferita da lei.
Ogni volta che dopo qualche lungo viaggio torno a casa, la voglia reciproca di vederci e toccarci che ci fa impazzire.

Di solito lei da “buona mogliettina” mi fa trovare una cenetta molto romantica, candele profumate, vini costosi , cibi afrodisiaci e raffinati, è una cuoca sublime.

Dopo una lunga doccia, mi presento con indosso una tuta da ginnastica, e una t shirt colorata.
Lei invece sfoggia sempre mise provocanti, che intravedo sotto ai vestiti attillati che volutamente indossa.
Si eccita nel veder il mio lato maschile che sfoggio in modo cosi sfacciato, mentre io impazzisco nel vederla agghindata da femmina in calore.

Ceniamo raccontandoci cose banali, gli incontri durante la settimana, le code sull’autostrada, le difficoltà burocratiche per sdoganare le merci cinesi importate.
Poi di solito dopo la seconda bottiglia di Barbaresco, o di Amarone, satolle per la cena e finalmente rilassate, ci trasferiamo sullo spesso tappeto di lana del salotto,e alla luce fioca delle candele iniziamo quello che poi in camera da letto finirà per renderci spossate, completamente prive di forza, tanto da farci crollare addormentate. Mi levo la maglietta e la tuta con un gesto rapido, e resto nuda, lucida e completamente depilata: sembro la statua di una divinità greca.

A lei piace essere spogliata lentamente, si eccita nel sentirsi sfilare gli indumenti, nel vederli poi tutti sparpagliati intorno.

E’ bionda e tonica.
Ha dei lunghi capelli ricci che tiene legati, occhi azzurri, lineamenti regolari.
Le tette sono sode, grandi, con due capezzoli a forma di ciliegia. Il ventre è piatto, mentre una leggera peluria bionda le copre il monte di venere.Ha le gambe lunghe, affusolate, e le cosce morbide e lisce.

Quando è nuda comincio a baciarla per tutto il corpo. Inizio dai piedi per poi risalire piano, su per le gambe.
Mi soffermo solo un istante tra le cosce, per sentirne l’odore, e poi mi muovo spedita verso l’ombelico, per arrivare alle grosse tette che mi fanno impazzire.
Qui ci resto per molti minuti. Le succhio i capezzoli con forza, mordendo, strofinando la lingua, succhiando come un neonato affamato.
A lei piace molto e si eccita, tanto che poi quando mi dedico alla sua passera la trovo allagata di umori.

Durante il rapporto a me non piace molto essere toccata o leccata. Godo molto di più nel farlo io.

Cosi quando inizio a baciarla in modo profondo, mi sembra di impazzire.

Mi riempio la bocca della sua carne, delle sue labbra, le mordo il clitoride, con la lingua la esploro fin dove riesco ad arrivare, mentre con due dita le apro l’ano facendole scorrere piano, e la sento guaire come una cagnetta in calore.

Poi quando siamo all’apice dell’eccitazione lei si lascia andare in lunghi orgasmi ripetuti, in cui sussulta e si dimena, e rilascia liquidi dolciastri, che io bevo avidamente.
A me basta un tocco di una sua mano, o lo sfiorare della lingua sul mio clitoride, per farmi venire.

Di solito poi ci trasferiamo in camera da letto, dove indosso uno strap-on e la scopo come fossi un vero maschio.

Io sono esclusivamente lesbica, lei invece ha scoperto questa sua predisposizione solo da qualche anno, ed ha avuto una lunga fase della vita in cui era eterosessuale. E le è rimasto questo tipo di approccio, per cui adora essere penetrata, posseduta, trattata come una troia. La cavalco selvaggiamente.
A lei piace essere presa alla pecorina, e dopo che l’ho sentita venire almeno un paio di volte, la sodomizzo.
Sento che la cosa la fa andare letteralmente fuori di testa. Spingendo il clitoride contro lo strap-on godo con lei, a ripetizione, fino a quando stremate crolliamo, ci abbracciamo e ci addormentiamo.

Ora è arrivata l’estate.

Ho alleggerito il guardaroba.
Metto dei pantaloncini da boxeur e delle canottiere colorate. Ai piedi stivali da cow boy traforati. La sera un giubbotto di jeans sfilacciato e consumato. Per la prima volta faremo le vacanze insieme.

Lei vorrebbe fare un viaggio, io restare tutto il tempo su di una spiaggia nuda a prendere il sole, e nuotare.

Abbiamo trovato un compromesso: una settimana in giro in auto per la Sicilia, e un’altra a Favignana in un club per nudisti.

Oggi è l’ultimo giorno di lavoro, poi partiremo.

Sto tornando e il traffico si è fatto più intenso.
L’autostrada è sempre più congestionata, e i bollettini non promettono nulla di buono.
Ci sono dei rallentamenti e inizio a pensare alla vacanza, a cosa combineremo, alle scopate che faremo.

Da qualche tempo una specie di tarlo mi è entrato nel cervello: farmi scopare da un uomo, per sentire le sensazioni che ha provato quando andava con i maschi.
Non sono tecnicamente più vergine, ma con un uomo non sono mai stata.
Mi piacerebbe trovare qualcuno un po’ selvaggio, cazzuto e arrapato, che mi sbattesse con forza, che mi facesse sentire troia.

Devo fare una sosta.

Mi resta poco gasolio e inizio a sentire un certo languore: ormai sono sette ore che guido e avrei già sforato di un bel po’ il limite consentito.

Finalmente sono arrivata al autogrill dove mi volevo fermare.
Due orette, e poi riparto per poi arrivare fino a casa, entro nel parcheggio dei camion e spengo il motore.

Vorrei dormire, ma il languore si è trasformato in vera fame. Scendo, chiudo la cabina e mi incammino. Quando sto per arrivare al self service lo vedo.

Come per qualche strano scherzo del destino è il prototipo del maschio che ultimamente ha preso a popolare le mie fantasie.
E’ appena sceso da una grossa motocicletta americana, rumorosa e cromata.
Si toglie il casco.
Ha occhiali da sole con le lenti rotonde, è scuro, con la barba incolta.
Ha un giubbotto di pelle senza maniche con le frange, sotto una maglietta bianca e dietro stampato uno stemma con una grossa aquila.
Jeans strappati e stivaloni completano il quadro. Ha le braccia muscolose e piene di tatuaggi.

Gli passo vicino arrivando da dietro, e sento che mi guarda.

Un po’ perché non passo inosservata, e un po’ perché mi sembra, per la prima volta di essermi messa a sculettare per attirare un uomo.

Sto per addentare il mio hamburger, quando lo vedo arrivare e con fare sornione sedersi al mio tavolino.
Mi guarda e mi sorride con uno sguardo che sta dicendo, non vedevi l’ora che mi venissi a sedere.

Iniziamo a parlare. Sta andando in vacanza da solo con la motocicletta. Senza meta.
Andrà cosi a caso, dove lo porteranno le situazioni. Possibilmente al mare.

Fa un lavoro che non ho ben compreso. Poi gli dico quello che faccio.
Non sembra molto stupito, forse ha subito capito che non sono del tutto normale.

Finiamo di mangiare euando usciamo il caldo e il sole sono accecanti.

Mi chiede qual è il mio camion.
Gli dico quel Volvo rosso con il semirimorchio.
Mi dice che non ha mai visto la cabina di un camion e che sarebbe curioso.

Inizio a sentire una strana sensazione che mi cattura piano, con la vagina che, cosa mai provata, sente il bisogno di essere riempita, dal membro di un uomo.

Gli dico volentieri, te la faccio vedere volentieri.

Lui comprende a cosa alludo, e mi segue docile.

Saliamo.

Chiudo le tendine, e faccio partire l’aria condizionata.
Accendo il gira cd e metto un blues degli Hot Tuna.

Lui mi guarda e mi dice che i Jefferson Airplane sono uno dei suoi gruppi preferiti. Intanto lo guardo, e poi di colpo gli salto addosso e lo bacio in bocca.

Lo sfregare di quella barba incolta sulla mia pelle, è una sensazione nuova mai provata.

Mi sfilo la canottiera e i pantaloncini, e resto nuda.

Lui si leva la tshirt e resta con il petto nudo, tatuato, peloso.

Inizio a leccarlo avida.

Poi gli slaccio i jeans e glieli sfilo. Ha un paio di boxer di cotone con la bandiera americana disegnata, se li toglie e appare il suo sesso: duro, grosso, invitante.
Lo prendo in bocca e inizio a succhiare, lo bacio, lo lecco, gli accarezzo le palle.

E’ la prima volta, ma mi sembra una cosa che faccio da sempre, un istinto atavico, naturale.
Poi la voglia di essere riempita si fa insopportabile: salto nella cuccetta e spalancando le cosce iniziando a toccarmi il clitoride, guardandolo dritto negli occhi invitandolo ad entrare dentro di me.

Con le dita sento di essere bagnata, fradicia di umore.

Lui si avvicina cauto, mi sfiora con le dita le gambe e sale su per le cosce muscolose.

Sembra non avere fretta, mentre io vorrei che mi scopasse senza indugiare nemmeno un istante.
Ma lui continua nel suo gioco, e avvicinandosi ancora di più ora mi sfiora con il volto e con la bocca sembra sul punto di leccarmi, ma poi sale fino ai miei capezzoli che bacia delicatamente, e poi il collo fino alla bocca.

Ora mi sta scavando con la lingua.
La sento che mi sfrega nel palato, che scorre sui miei denti, che si incolla alla mia. Mi sembra di soffocare.

Ora la voglia di averlo sta diventando quasi un dolore.
Capisco che vuole che sia io a condurre il gioco, e allora lo giro sulla schiena e gli salgo sopra.
Gli prendo il membro con le mani, e appoggiandomi sopra di lui, mi penetro piano.
Quando lo sento tutto dentro di me, la tensione si allenta, quel breve dolore iniziale si trasforma in un calore interno che non avevo mai provato.
Sento che si irrigidisce ancora di più.

Ora anche lui è rilassato e si abbandona alla situazione, vedo che chiude gli occhi e allargando le braccia gira il volto da una parte, come in un segno di resa.
Allora appoggio le mani sul suo petto villoso e inizio a muovere il bacino con un movimento alternato, una specie di rotazione, in cui sento il suo membro che dentro di me, tocca tutte quelle zone, che finora non pensavo potessero darmi cosi tanto piacere.

E’ quasi mezzanotte. Ho parcheggiato il camion in un deposito custodito, dove starà al sicuro per tutto il tempo della vacanza, e sto aspettando che lei mi venga a prendere con l’auto.

Ha preparato i bagagli, mettendo anche la mia roba, parecchie cose me le ha comprate proprio per l’occasione.
Prima c’ho dato dentro per un ora, e ora quando cammino sento uno strano e piacevolissimo dolore alla vagina.

Mi sono fatta una lunga doccia nei bagni dell’autogrill prima di ripartire.

Come per lavare via il senso di colpa, per averla tradita, poi mi sono toccata, per poter finalmente venire, perché con lui non ci sono riuscita.

Godere ho goduto, sensazioni mai provate prima, ma per qualche strano motivo, ogni volta che ero ad un secondo dall’orgasmo, come se qualcuno staccasse un interruttore, questo si bloccava, e non mi riusciva portarlo a compimento.

Cosi quando lui finalmente ha sborrato, per la prima volta in vita mia ho simulato. Come si vede fare nei film a luci rosse.
Non so se lui se ne sia accorto, ma questo in fondo ha poca importanza.

Mi ha lasciato il numero di cellulare.
La promessa velata è di risentirci, chissà, magari avremmo potuto non essere distanti, e rivederci per un paio di giorni durante la vacanza.
Per un attimo la fantasia di infilarlo nel letto tra me e lei si è anche affacciata malandrina e conturbante, ma sono troppo gelosa e possessiva, non potrei mai dividere qualcosa che ritengo soltanto mio con qualcun altro, maschio o femmina che sia . E poi ora mi è venuta troppa voglia di vederla, baciarla, toccarla, sentire il suo sapore.

Finalmente arriva.

Ha un vestitino color albicocca, che le copre a malapena il culo.
Deve aver fatto parecchie lampade in questa settimana, perché ha una bella abbronzatura color nocciola scuro, i capelli raccolti dietro alla testa con i riccioli che le scendono fin sulle spalle.

Scende dall’auto, mi viene incontro, e a me per un istante manca il respiro.
Mi abbraccia e mi bacia in bocca, infilandomi la lingua fino in fondo al palato.

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