DOLCETTI – Infermiera a domicilio

Questa è la parte 3 di 5 della serie DOLCETTI

di Cornelius Black

Arriva Valentina e la signora esce.

Lui attende con ansia che si perpetui il segreto giornaliero, seduto sulla sedia a rotelle di cui spera prima o poi di disfarsi.

Lei, russa, con gambe infinite e vestita in divisa, bianca con bordini azzurri e cappellino da infermiera con gli stessi colori, entra nella stanza.

Qualcosa stona nella divisa: il camice corto e le scarpe bianche con i tacchi alti, che lei indossa dopo che la signora è uscita.
S’avvicina alla sedia guardandolo fisso con quei suoi occhi veri, i capelli biondi che escono da sotto il cappellino. Cammina molto lentamente, tenendo una piccola pastiglietta tra l’indice e il pollice della mano destra.

«Guarda cosa abbiamo qui, carino.»

Lui ha occhi solo per lei e la pastiglietta tra le sue dita. Apre la bocca e lascia che lei metta quella piccola cosa sulla lingua, si scioglie presto e l’effetto è quasi immediato: una vampata di calore nel basso ventre e il membro che si erge.

L’infermiera è abile, slaccia i pantaloni e lascia che il temporaneamente invalido cazzo esca in tutta la sua turgidità, dopodiché lentamente lo accarezza con la punta dell’indice.

Lui impazzisce a guardare le mani affusolate, le dita che sembrano non finire mai e le unghie a punta squadrata, smaltate dello stesso azzurro dei bordini della divisa. Lei accarezza lentamente.

«Il nostro piccolo segreto. Non lo dirai mica a tua moglie, vero?»

Lui scuote la testa. Il gioco prevede che lui stia zitto, muto, senza dire una parola.

«Bravo.» Sussurra l’infermiera.

«Povera signora, non sa proprio niente, chissà se andrà a cercare qualche altro cazzo in giro? Tu cosa dici?»

L’indice scorre lentissimo lungo tutta la rigidità. Un tormento da favola. Le unghie squadrate stuzzicano e lui rimane a bocca aperta.

«Devi sbrigarti.» Dice lei. «Tra poco finisce l’effetto e tutto questo rimarrà un sogno, fino a domattina.»

Lui si sforza, sente che sta montando.
Lei stacca il dito e soffia sulla punta, avvicina le labbra quasi a sforarla.
Poi l’effetto svanisce così rapidamente come era arrivato.

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